CALZONI, Annibale

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 17 (1974)

CALZONI, Annibale

Salvatore Sechi

Nacque a Bologna il 26 giugno del 1841 da Alessandro e da Luigia Marchi. Con la morte del padre, avvenuta nell'anno 1855, la inclinazione del C. per le discipline tecniche (e in particolare per la meccanica) cessava di essere una passione coltivata sui banchi di scuola per diventare un'attività pressoché esclusiva: se il fratello maggiore, Costantino, gli darà una mano occupandosi della gestione amministrativa, l'opera di consolidamento e di sviluppo dell'officina fondata dal padre sarà portata avanti dal C. stesso.

La fonderia, premiata con la più alta onorificenza nell'Esposizione bolognese del 1856, si trovò a dover fronteggiare una domanda in continua espansione ed una clientela sempre più selezionata; e la vecchia, oscura sede dello stabilimento (l'ex chiesa di S. Maria di Betlemme detta del Carrobbio, in piazza della Mercanzia) si rivelava ogni giorno più disagevole. Nel 1863 fu acquistato quindi, in via Pietramellara, fuori porta Galliera, un terreno dove venne insediata la fonderia (il C. continuerà ad occuparsi, secondo la tradizione paterna, della fusione), mentre i vecchi locali vennero destinati al magazzino, prima, e a sede dell'esposizione dei macchinari realizzati, più tardi.

Dal nuovo stabilimento uscirono i primi prodotti della lavorazione del ferro, ancora improntati della modestia artigianale di lavori da fabbro. Non si tardò a passare ad imprese più accurate e artisticamente consapevoli: ne sono un esempio le cancellate della Banca nazionale (ora Banca d'Italia) eseguite sulla bozza disegnata dall'architetto A. Cipolla. La ditta entrò presto nella fase della produzione industriale vera e propria. Dalle macchine agricole e molitorie, e da altre costruzioni meccaniche per lo più collegate all'agricoltura, si passò alla produzione di turbine idrauliche, le prime in Italia. La differenziazione e la specializzazione, avviate dal C., si orientarono verso la costruzione di caldaie, di macchine motrici a vapore, a gas, ad aria calda, di organi di trasmissione, ecc. L'ampliamento dell'officina ed il perfezionamento dei macchinari consentivano alla officina Calzoni di essere presente, con un ruolo di protagonista, in tutte le mostre del tempo (dall'Esposizione di Filadelfia nel 1876 a quella di Milano nel 1881); il carattere esemplare dell'organizzazione trovò conferma nelle 39 onorificenze assegnate al suoi prodotti. La distruzione del magazzino dei modelli nel 1887, causata da un incendio, e soprattutto l'intensificarsi della concorrenza indussero ad un processo di ristrutturazione. Furono ridefiniti i settori produttivi, concentrando la specializzazione nel settore delle turbine idrauliche, e incrementando, su scala tecnicamente sempre più raffinata, la costruzione di trasmissioni, di macchinari per mulini e oleifici, ecc. Lo sviluppo degli impianti idroelettrici, conseguente alla soluzione del trasporto dell'energia elettrica a distanza, determinò anche per la Calzoni l'apertura di un nuovo fronte industriale.

L'espansione eccezionale dell'azienda fu dovuta anche ai modi di organizzazione del lavoro, applicati dal C. con decisione e coerenza. La gestione aziendale di tipo familiare, l'assidua presenza del C. sul luogo di lavoro, la disciplina interna estremamente marcata, il clima di collaborazione nei rapporti tra la direzione e i lavoratori si accompagnavano alla razionalizzazione del lavoro e della produzione. Ne derivò una organizzazione del controllo della forza-lavoro tale da disinnescare ogni conflitto e, soprattutto, da rendere impossibile, attraverso una politica di centralizzazione delle retribuzioni, ogni prospettiva di autonomia. In questo modo la conflittualità venne praticamente circoscritta ad episodi di solidarietà, da parte delle maestranze dell'officina, alle lotte del movimento operaio locale e nazionale, ma senza che si dovessero registrare iniziative sindacali o spontanee rivolte contro l'azienda.

Ai numerosi riconoscimenti per l'attività industriale s'accompagnò il conferimento di cariche pubbliche. Ad alcune, per il suo carattere schivo e dimesso, il C. riuscì a sottrarsi: rinunziò alla carica di membro del Consiglio superiore dell'industria e del commercio per il triennio 1886-1888 e a quella di consigliere comunale; finì per accettare, conservandole fino alla morte, quella di vicepresidente del Comitato dei probiviri per le industrie meccaniche e di presidente della prima amministrazione del gas, insediata dopo la muncipalizzazione del servizio da parte del sindaco del tempo A. Dallolio. Nel 1903 era nominato, primo tra gli industriali bolognesi, cavaliere dell'Ordine per merito del lavoro.

Morì a Bologna il 22 luglio 1910.

Bibl.: A. Calzoni-A. Certani-M. Serrazanetti-G. Comelli, Rapporto di studi ed esperimenti fatti su diverse macchine trebbiatrici a vapore, in Boll. del Comizio agrario di Bologna, I (1868), dispensa I; L. Coliva, DiA. C. cavaliere del lavoro morto in Bologna il 22luglio 1910, Bologna 1911; G. Ucelli, Per celebrare un secolo di lavoro delle officine fondate in Bologna da Alessandro Calzoni nell'anno 1830, Bologna 1934.

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