ANORESSIA

Enciclopedia Italiana (1929)

ANORESSIA (dal gr. ἀ[ν] privativo e ὄρεξις "appetito")

Leonardo Alestra

È la mancanza di appetito. Si ha generalmente in tutte le malattie acute, in alcune malattie croniche come tubercolosi, cancro dello stomaco (nel quale la ripugnanza verso i cibi è più accentuata per la carne); nelle gastriti, nelle dispepsie nervose, ecc. Talvolta accompagna l'isterismo, la neurastenia, alcune psicopatie, e può assumere allora i caratteri di una vera neurosi, determinando negl'individui che ne sono affetti, più che perdita della fame, un vero disgusto per i cibi con tutti i pericoli che possono derivare dall'inanizione (tubercolosi).

Riguardo alla terapia, oltre naturalmente alla cura etiologica delle affezioni da cui l'anoressia può dipendere, in via sintomatica, riescono giovevoli la noce vomica e il suo principio attivo: la stricnina; gli amari aromatici (v. amare, sostanze) (condurango, genziana, china), l'oressina. L'alimentazione sarà fatta con cibi gustosi e stimolanti. Utilissime riescono le cure climatiche: aria dei monti o del mare. Anche l'idroterapia fredda (compresse fredde sullo stomaco e docciature) ha dato buoni risultati.

Per le forme nervose, oltre ai rimedî suddetti, si metterà in opera una psicoterapia, si praticherà la faradizzazione dello stomaco, ecc. Se i malati rifiutano assolutamente di prender cibo dovranno essere alimentati mediante la sonda esofagea (talvolta la sola minaccia di ricorrere alla sonda induce gli ammalati ad alimentarsi). Se l'introduzione della sonda non riesce possibile (spasmi dell'esofago) si faranno clisteri nutritivi.

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