ANTHEMION

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

ANTHEMION (ἀνϑέμιον)

A. Longo

Decorazione più o meno stilizzata, floreale (come indica anche l'etimologia: ἄνϑος "fiore"), di cui si hanno esempi presso gli Assiri e gli Egiziani e che fu largamente usata in Grecia, nonché nelle civiltà artistiche ellenistiche e post-ellenistiche. L'a. si trova disegnato e scolpito.

L'origine del motivo decorativo che ha preso il nome di a. è, analogamente a quello che è avvenuto per altre decorazioni floreali, nella rappresentazione di germogli e fiori che mano a mano si è generalizzata, stilizzandosi in forme determinate. La palma, il loto e l'acanto sono le più frequenti tra le piante cui l'arte si ispirò. L'a. disegnato subisce una notevole evoluzione nel passaggio dal tipo orientale (alquanto monotono e privo di vita) a quello greco (assai variato, squisitamente rifinito e armonioso per l'andamento curvilineo).

Nell'arte assira i vari elementi dell'a. erano infatti uniti tra di loro da volute che si intersecavano. I Greci vi sostituirono spirali doppie (ad S). Dove soprattutto il loro genio si sbizzarrì fu nel curvare in diversa maniera i petali delle palmette e nel combinare variamente i fiori.

Particolare ricchezza hanno le decorazioni ad a. sui vasi a figure rosse del V-IV sec. a. C., ove talora prendono il posto di disegni a soggetto (ceramica dell'Apulia).

L'a. scolpito, che trasse origine da quello dipinto, rappresentò nei capitelli il più caratteristico motivo della decorazione ionica: esso passò attraverso diverse fasi, subendo numerose modificazioni nei particolari, giungendo fino all'elaborazione del tipo a forma di loto ed all'introduzione delle foglie di acanto (e talora, almeno apparentemente, delle foglie di cardo e di aloè). Molto comune è l'applicazione delle decorazioni ad a. scolpito nella alta cimasa delle cornici ioniche, alcune delle quali molto belle: v. per es., nell'acropoli di Atene quella che mostra un uccello appollaiato sulle volute - esempio quasi unico nell'arte greca di un elemento naturalistico nel mezzo di un'ornamentazione di carattere figurativo. Anche l'Eretteo era, nei suoi lati N e O, adornato da un finissimo fregio nel quale si alternavano due tipi diversi di anthemia. Altro e completamente diverso uso dell'a. scolpito si trova nelle antefisse in marmo, negli acroteri e nelle sime, dove sostituiva precedenti decorazioni in terracotta o in marmo dipinto. Molti esempi (i primi dei quali a Samo e nella Troade) ci sono offerti dalle stele funerarie, che hanno notevoli punti formali di contatto con gli acroteri e le antefisse e in cui, anzi, troviamo il prototipo dell'a. cioè la collocazione isolata dell'elemento decorativo.

All'inizio l'a. funerario era dipinto e sorgeva da un gruppo di foglie di acanto, richiamando forse l'antica pratica di mettere piante sulla sommità delle stele.

Il tipo di a. scolpito ebbe molte varietà, tanto numerose da essere state classificate anche da un punto di vista cronologico.

Da notare infine che, come per altri tipi di decorazione, presso i Romani l'a. ebbe forme di notevole ricchezza e raggiunse moduli che rimasero fondamentali anche per l'ulteriore evoluzione dell'arte.

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