Anticorpo monoclonale

Dizionario di Medicina (2010)

anticorpo monoclonale

Paolo Tucci

Anticorpi tra loro identici in quanto derivati da cloni originati da un’unica cellula. Sono estremamente specifici nel legare una determinata sequenza (epitopo) presente su un antigene.

Tecniche di produzione

I linfociti B, in una coltura in vitro, muoiono rapidamente e quindi non possono essere utilizzati nella produzione di anticorpi. Si ricorre pertanto alla tecnica dell’ibridoma: cellule B vengono fuse in vitro con cellule di mieloma (tumore del midollo osseo). Alcune delle cellule ibride così ottenute godono sia della capacità di riprodursi indefinitamente, tipica delle cellule tumorali (saranno, quindi, immortali se mantenute in certe condizioni), sia della capacità di produrre anticorpi tipica dei linfociti B.

Tipologie

Per avere a. m. occorre iniettare l’antigene di interesse in un organismo, solitamente il topo. Attualmente si interviene anche con tecniche di ingegneria genetica e le fonti di linfociti B possono essere diverse. Se si incrocia la regione variabile (quella che riconosce l’antigene) di anticorpi murini con la regione costante di un anticorpo umano si otterranno i cosiddetti a. m. chimerici. Se, invece, si inserisce in un anticorpo umano la sola porzione della regione variabile murina che riconosce l’antigene, si otterrà un a. m. umanizzato. Infine, grazie all’uso di topi transgenici, è possibile ottenere un a. m. umano specifico per un certo antigene. Sono stati costruiti anche a. m. primatizzati, ossia costituiti da una regione variabile ottenuta da un primate (Macacus cynomolgus) e da una regione costante umana.

anticorpo monoclonale

Classificazione

Si distinguono: a. m. non coniugati, che hanno azioni dirette e indirette sul loro bersaglio; a. m. coniugati, che trasportano al sito bersaglio radioisotopi, tossine, agenti chemioterapici; a. m. bispecifici, in grado di legare due antigeni diversi; frammenti di anticorpi che, per la loro minor massa penetrano meglio nei tessuti.

Applicazioni

La grande specificità degli a. m. li ha resi oggetto di estesa applicazione. Inizialmente, gli a. m. sono stati utilizzati come traccianti (coniugandoli a isotopi radioattivi in modo da ottenere immagini dell’organo bersaglio), nei test di gravidanza e in varie tecniche analitiche (per es., ELISA). In seguito hanno avuto applicazioni terapeutiche in alcune patologie cardiovascolari, nell’artrite reumatoide, in alcune forme di cancro, nella prevenzione del rigetto nei trapianti.

Effetti indesiderati

Uno dei primi effetti osservati nell’uomo con l’uso degli a. m. è stata la loro immunogenicità. Essa è stata ridotta, ma non eliminata del tutto, con l’uso di anticorpi chimerici, umanizzati ed umani. Inoltre, gli anticorpi di origine murina presentano una breve permanenza nell’organismo e spesso non penetrano sufficientemente nelle masse tumorali. Per ovviare a questo problema si sono utilizzati frammenti di anticorpo, che però si sono rivelati meno efficaci. Molti a. m. ad azione immunosoppressiva possono aumentare l’incidenza di infezioni e di neoplasie.

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