Antiquario

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Collezionista, conoscitore e mercante d’arte antica. Nell’antichità l’a. è chi coltiva e insegna la lingua classica e la scrittura, mentre nel Medioevo è definito anche a. l’amanuense che copia testi antichi. Nel Rinascimento l’a. è colui che studia e raccoglie, per sé o per il principe o il signore, reperti antichi, sculture, gemme, cammei. Tali collezioni hanno spesso costituito il nucleo di moderni musei, mentre i repertori e le ricerche sulle opere antiche, pubbliche e private, stilati dagli a. sono tra i primi esempi di studi archeologici. Dal 16° sec. è chiamato a. anche il conoscitore di opere d’arte antica, che compra per altri: il significato commerciale del termine prende nel tempo sempre maggiore rilievo fino a divenire, in Italia, esclusivo.

Il termine antiquariato, diffuso dal 19° sec., si riferisce al mercato dell’arte antica nella varietà dei suoi aspetti e periodi, connotato da criteri qualitativi quali autenticità, buona conservazione, attribuzione certa o probabile a un ambito di produzione, e giunge gradualmente a comprendere, oltre a dipinti, sculture, disegni e stampe, anche cornici, mobili e oggetti d’arredo o di ornamento. La diffusione dell’a. è legata sia all’evoluzione del gusto, spesso indirizzato dal mercato stesso verso revivals e rivalutazioni anche commerciali, sia ad aspetti sociali, come l’immissione sul mercato di oggetti e opere d’arte provenienti da collezioni nobiliari o da dimore prestigiose, l’interesse crescente della borghesia verso l’a. come arredo di elevato livello qualitativo o oggetto da collezione, il configurarsi sempre più complesso e sfaccettato del fenomeno del collezionismo.

Collegata alla storia del mercato d’arte è l’affermazione delle case d’asta (dal sec. 18° Christie’s e Sotheby’s a Londra) e gallerie d’arte antica (dal 19° sec.).

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