ANTISPASMODICI

Enciclopedia Italiana (1929)

ANTISPASMODICI

Giacomo Tellera

. Gli antispasmodici sono sostanze che servono a diminuire l'eccitabilità del sistema nervoso e le contrazioni anormali spasmodiche dei muscoli; si impiegano per via orale, per iniezioni e per uso esterno. Tra i rimedî inorganici sono specialmente indicati i bromuri, che hanno un'azione sedativa importantissima in tutte le forme spasmodiche, come pure taluni composti organici (benzoato, fumarato di benzile), spesso con composti inorganici, per aumentare sinergicamente l'azione antispasmodica. Di questi ultimi ricordiamo alcuni dei più usati: l'acetoncloroformio (cloretone), l'amilvalerianato, il bromoformio, la cloralacetofenonossina, la formanilide, il gallobromol, la metilacetanilide (esalgina) ed il salicilato di narceina e sodio (antispasmina).

L'asa fetida, la canfora, il castoreo, il galbano, e specialmente il muschio hanno pure proprietà antispasmodiche, che diventano maggiormente sensibili se sono associati all'etere.

Anche alcune droghe vegetali, d'azione più o meno tossica, si dimostrano in generale eccellenti antispasmodici: l'aconito, l'anemone, la belladonna, la canape, la cicuta, il gelsemio, il giusquiamo, il papavero, la peonia, la piscidia, lo stramonio, la valeriana, il veratro.

Molto attivi come antispasmodici sono anche gli alcaloidi contenuti nelle piante surricordate, specialmente se combinati con bromo in forma di bromidrati.

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