MARMI, Anton Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2008)

MARMI, Anton Francesco

Micaela Sambucco Hamoud

(Antonfrancesco). – Nacque a Firenze, il 13 dic. 1665, da Diacinto Maria e Lucrezia Del Nobile, secondogenito di quattro figli.

Dagli appunti che il M. dedicò alla vita del fratello maggiore Giovan Battista (Firenze, Biblioteca nazionale, II.II.110, cc. 276-278) sappiamo che questi studiò latino e lettere italiane sotto la guida dello scolopio Sigismondo Coccapani (in Arcadia Regolo Silverio), al quale è quindi possibile che sia stato affidato anche il Marmi. Nelle Ricordanze, in data 12 maggio 1732, alla notizia della morte del padre Ferdinando Zucconi, «stato mio maestro di retorica», il M. ci informa di avere studiato presso il collegio fiorentino di S. Giovannino, retto dai gesuiti; e in una lettera a L.A. Muratori (Muratori, Carteggi…, p. 174) ricorda Benedetto Menzini come suo «maestro di umanità». Certo è che si dedicò agli studi letterari ed eruditi sin da giovane, coltivando la filologia e l’erudizione storica locale, coniugata a un vivo interesse per la storia dell’arte, in sintonia con gli interessi familiari.

Sulla sua formazione agì anche un’impronta di stampo rigorista, connessa alle tradizioni piagnone della famiglia, in particolare del padre, che a lungo aveva conservato presso di sé la tunica del Savonarola (poi offerta ai domenicani di S. Marco, dove tuttora si conserva) e che per tutta la vita finanziò la cerimonia clandestina con cui – nell’anniversario della morte del frate – in piazza della Signoria si ricopriva di fiori il punto esatto dove questi era stato arso vivo; la tradizione si interruppe dopo la scomparsa di Diacinto Maria (Provasi).

Dei numerosi progetti elaborati dal padre, determinante per la vita del M. fu l’allestimento nel 1666 della biblioteca che il principe e futuro granduca Cosimo III, aveva voluto fosse realizzata in palazzo Pitti. La vasta sala che vediamo riprodotta nella Norma per il guardaroba, redatta da Diacinto Maria (Firenze, Biblioteca nazionale, II.I.284), doveva riunire, sotto la cura di A. Magliabechi, le raccolte librarie dei vari membri della famiglia, disperse tra Pitti e le diverse residenze medicee. La collaborazione tra architetto e bibliotecario sfociò in un rapporto di fiducia, testimoniato dal carteggio intercorso (cfr. Lettere e carte Magliabechi, ad ind.) e dai cenni nell’Elogio del Magliabechi redatto dal M. (Firenze, Biblioteca nazionale, Magl., IX.37, cc. 9, 12r).

Da questa consuetudine ebbe origine una frequentazione del M. con Magliabechi, che a partire dal 1691 si stabilizzò in un rapporto di collaborazione e discepolato (Mannelli Goggioli, p. 21); il M. ne divenne collaboratore esclusivo nella gestione della biblioteca granducale. Instauratasi negli anni una sorta di filiazione intellettuale, alla morte di Magliabechi (1714) il M. aspirò a divenirne il successore. Ma Cosimo III non accolse le sue istanze, anche quando lo studioso maurino Matteo Bandur, prescelto per l’incarico, rinunciò e rimase a Parigi. Il M. si vide tuttavia premiato con la nomina a cavaliere di S. Stefano, conferitagli con molta pompa nella chiesa di S. Frediano in Cestello il 14 nov. 1714, che gli consentì di far entrare il casato nei ranghi della nobiltà.

A cinquant’anni sposò Maria Maddalena Ambrogi (di cui ci resta una raccolta di rime nel Magl., VII.668) e indirizzò tutte le sue energie nella cura della biblioteca privata del Magliabechi, affidatagli per legato testamentario, e di quella personale, nella casa lasciatagli dal padre, in via Toscanella «tra il canto de’ Pavoni e quello de’ Quattro Leoni», dove era registrato nel 1716-17 allo stato d’anime di S. Felicita (Firenze, Biblioteca nazionale, Poligrafo Gargani, 1225, n. 16). La raccolta comprendeva non solo libri e manoscritti, ma disegni e quadri. Nel suo gabinetto, frequentatissimo, riceveva studiosi, residenti e di passaggio da Firenze: tra costoro personaggi legati alla nascente massoneria italiana come il barone Filippo von Stosch e Antonio Cocchi.

Partecipò alla tormentata edizione fiorentina del 1718 delle Opere di Galileo Galilei e il suo contributo ad altre imprese editoriali è riconosciuto da eruditi contemporanei: al M. è dedicata la Scanzia XVIII della Biblioteca volante di G. Cinelli Calvoli (Ferrara 1716); D. Manni lo menziona con riconoscenza nella prefatoria dell’Arrighetto ovvero Trattato contro all’avversità della fortuna di Arrigo da Settimello (Firenze 1730, pp. XVI, XVIII), A.F. Gori in quella del De sublimitate dello Pseudolongino (De sublimi libellus Graece conscriptus, Latino, Italico, et Gallico sermone redditus, Veronae 1733, pp. I-VII).

Fitto lo scambio epistolare con i letterati del tempo: G. Fontanini, A. Vallisnieri, S. Maffei, G.G.F. Orsi, U. Benvoglienti, G. Grandi, A. Zeno; soprattutto rilevante, per entità e durata, quello con L.A. Muratori, da cui emerge non solo la capacità del M. di fornire tempestivamente notizie sulle novità editoriali italiane e straniere, ma anche di ricercare materiale inedito e di collaborare all’edizione di testi (le Rime di Francesco Petrarca, Venezia 1727, nella cui prefazione il Muratori ricorda il contributo del M.; i Rerum Italicarum Scriptores), fino a un’attenta opera di diffusione delle opere muratoriane. Agli argomenti letterari si mescolano nel carteggio questioni di altra natura, come il contenzioso tra la S. Sede e i duchi di Modena circa il territorio di Comacchio, con le sue implicazioni giurisdizionalistiche, in cui il M. ebbe un ruolo importante di propaganda filomuratoriana, assumendo una posizione anticurialista e antigesuitica in polemica manifesta con la ristrettezza di vedute della corte medicea. Del resto, il precoce sostegno e la collaborazione al Giornale de’ letterati dello Zeno dimostrano la sua apertura verso nuovi strumenti di diffusione culturale, anche nel senso del superamento della figura tradizionale dell’erudito inteso come detentore di un sapere universale, non più adeguata alle dinamiche della moderna repubblica delle lettere.

Arcade con il nome di Ippocoonte Fedrio, segretario dell’Accademia Fiorentina nel 1716, nel 1731 fu tra i conservatori dell’Accademia del disegno. Dovette però attendere fino al 9 giugno 1736, pochi mesi prima della morte, per ottenere dal successore di Cosimo III, Gian Gastone de’ Medici, l’agognata nomina a bibliotecario palatino, insieme con l’incarico di lettore di lingua toscana nello Studio fiorentino.

L’obiettivo a cui il M. tese con tutte le sue energie fu l’apertura al pubblico della Libreria Magliabechiana. Ma egli riuscì solo ad avviare il faticoso processo che portò alla trasformazione della più celebre biblioteca privata seicentesca nella Biblioteca pubblica fiorentina, nucleo originario della Biblioteca nazionale. Nominato esecutore testamentario di Magliabechi insieme con L. Comparini, cui toccarono di risolvere i problemi di competenza legale e amministrativa, il M. si trovò a fronteggiare da solo un’impresa dalle enormi difficoltà: l’eterogeneità e la quantità dei volumi (oltre 30.000), l’insufficienza dei finanziamenti, i contrasti con il collega, presto divenuti insanabili, e soprattutto circa la natura giuridica dell’istituto, al quale egli intendeva dare norme che lo rendessero autonomo da altri enti ecclesiastici o privati (Mannelli Goggioli, La biblioteca…, p. 18). Nel 1717, il M. riuscì a ottenere come sede della biblioteca, dietro corresponsione di un canone, lo stanzone della Dogana, già teatro di comici, adiacente agli Uffizi, e ad affidarne l’allestimento, non senza ambizione, all’architetto più in voga del momento, G.B. Foggini, e la decorazione pittorica a R. Botti. Così, tra il 1727 e il 1728, dopo una spesa di oltre 3455 scudi, i libri poterono essere trasferiti nella nuova sede.

Il M. si trovò in difficoltà a dare un assetto razionale a un materiale così vasto ed eterogeneo, pur confortato dalla comprensione e dai sensati consigli del Muratori, allora bibliotecario dell’Estense. Del progettato catalogo non ci rimangono che degli abbozzi e una redazione parziale limitata a 3500 notizie (Firenze, Biblioteca nazionale, Magl., X.7). Ma, anche se fu ritenuto responsabile dei ritardi e accusato di una gestione personalistica, l’esperienza più che ventennale di conduzione della Libreria Magliabechiana portò il M. a maturare una visione molto avanzata, che trovò espressione concreta nel Memoriale di accompagnamento alla supplica indirizzata al granduca Gian Gastone il 5 genn. 1734. Oltre l’aiuto finanziario, egli richiedeva infatti interventi di carattere normativo: raccomandava innanzi tutto l’obbligo di una conduzione laica – contravvenendo alla disposizione di Magliabechi al riguardo, che intendeva affidare la gestione della biblioteca ai domenicani di S. Maria Novella – e sollecitava l’istituzione del diritto di stampa su tutte le opere pubblicate nel Granducato. In pratica, il M. poneva la Magliabechiana sotto la tutela della sovranità statale per garantirne funzionamento e accrescimento, ma soprattutto per essere al riparo da ingerenze ecclesiastiche. Già col testamento, rogato il 5 maggio 1731 dal notaio A. Conti, il M. aveva vincolato il lascito della sua raccolta di libri e manoscritti, ricca di 8000 pezzi, alla Magliabechiana, alla conduzione laica dell’istituto e alla tempestiva apertura al pubblico.

In questa situazione il M. morì a Firenze, per apoplessia, il 3 dic. 1736.

Fu sepolto nella cappella di famiglia in S. Maria del Carmine, da lui fatta restaurare pochi anni prima su disegno di G. Tacciati (Ricordanze, 30 apr. 1733; Firenze, Biblioteca nazionale, II.IV.536, cc. 1477v-1478r); l’intero complesso andò distrutto nell’incendio della chiesa nel 1771. Le sembianze del M. ci sono tramandate dal medaglione marmoreo di Tacciati, che, insieme con quello di Magliabechi, ancora orna il vestibolo di quella che fu la Biblioteca Magliabechiana, oggi sede della Biblioteca degli Uffizi (Mannelli Goggioli, La biblioteca…, tav. 10). Subito dopo la scomparsa del M. Gian Gastone con tre motu proprio del Natale 1736 si affrettò a varare una serie di provvedimenti ispirati alle richieste del M., che portarono all’apertura al pubblico nel gennaio 1747.

La varietà degli interessi coltivati dal M. trova riscontro nella vasta congerie di appunti e spogli manoscritti conservati nella Biblioteca nazionale di Firenze, che testimoniano la sua smania di raccoglitore di notizie e documenti, a cui forse non bastò la costanza intellettuale per elaborare in opere a stampa la mole di un sapere tanto accurato quanto dispersivo. Con l’eccezione de I luoghi suburbani, aggiunti alla seconda edizione del Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze di R. Del Bruno (Firenze 1698), e dei testi delle iscrizioni commemorative per Magliabechi (nell’Elogio, p. 68, e in Bianchini, p. 132), il M. non pubblicò altro. Alle fatiche sue e del maestro si deve tuttavia in buona parte la compilazione delle Notizie letterarie ed istoriche intorno agli uomini illustri dell’Accademia Fiorentina (a cura di I.D. Rilli Orsini, Firenze 1700; il M. lasciò la continuazione inedita nel Magl., IX.42). L’Elogio del sig. A. Magliabechi… tratto dalla Vita, che più distesamente ne ha scritta il sig. Antonfrancesco Marmi… apparve nel Giornale de’ letterati d’Italia (1721, vol. 33, pt. I, pp. 1-74, rimaneggiamento di A. Zeno del testo ms., molto più ampio del M., conservato nel Magl., IX.37). Per altri elogi sul medesimo Giornale fornì i materiali (del principe Ferdinando de’ Medici, 1714, vol. 17, pp. 1-27; di F. Cionacci, ibid., pp. 420-454). Tra gli inediti meritano attenzione vari excerpta: di argomento letterario, spesso raccolti dalla viva voce di Magliabechi (Magl., VIII.15; IX.50; II.II.109), storico (Magl., VIII.74; II.IV.306; II.IV.339), storico-artistico. Tra questi ultimi, «sbozzi» di descrizioni di Firenze e dintorni (Magl., XIII.15; XIII.31), di un trattato di pittura di G. Mancini (Magl., VIII.15) e una raccolta di notizie di artisti, molte autografe, altre redatte o censite da F. Baldinucci (Baldinucci, pp. 123 s.; Zibaldone…, pp. 551-559). Di non minore interesse sono le note apposte su molti dei libri da lui posseduti, come le Notizie di chiese e monasteri in aggiunta al Sepoltuario di S. Rosselli (Firenze, Biblioteca nazionale, II.IV.536, cc. 1454-1515), o quelle registrate da G. Targioni Tozzetti nelle sue Selve (Ibid., Targioni Tozzetti, 189: cfr. Le Selve di Giovanni Targioni Tozzetti. Indici, a cura di T. Arrigoni, Firenze 1989). Della biblioteca del M. ci resta l’accurato catalogo compilato da A.F. Gori e A. Cocchi (Firenze, Biblioteca nazionale, Fondo principale, II.I.274-276).

Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. dell’Opera del Duomo, Reg. battezzati maschi, 1665, lett. A, c. 7 n. 137; Ibid., Biblioteca nazionale, Arch. Magliabechiano (cfr. L’Arch. magliabechiano della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, a cura di P. Pirolo - I. Truci, Firenze 1996, ad ind.). Le Ricordanze diverse del 1731, 1732, 1733, 1734, 1735, 1736 (in gran parte autografe) sono conservate a Firenze nella Collezione privata A. Bruschi. Per la biografia utili: Firenze, Biblioteca nazionale, Poligrafo Gargani, 1224-1225; Ibid., Biblioteca Riccardiana, Mss., 3511: G.B. Fagiuoli, Diario, passim; Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat., 9282, n. CXX (biografia del M. a cura di G.M. Mazzuchelli); Fano, Biblioteca Federiciana, Polidori, 60. Del voluminoso carteggio del M. sono regestate o edite organicamente alcune porzioni: L.-G. Pélissier, Lettres inédites de dom Claude de Vic à Fr. Ant. M. (1717-1721), in Revue de langues romanes, XXXIII (1889), pp. 469-572; L. Ferrari, L’epistolario manoscritto del p. G. Grandi, in Arch. stor. lombardo, XXXIII (1906), vol. 2, pp. 222, 234 s.; Lettere e carte Magliabechi. Regesto, I, a cura di M. Doni Garfagnini, Roma 1981, ad ind.; Ed. nazionale del carteggio di L.A. Muratori, XXVIII, Carteggi con Mansi… Marmi, a cura di C. Viola, Firenze 1999, ad indicem. Notizie sul M. anche in Acta eruditorum Lipsiensium, novembre 1714, p. 534; S. Salvini, Fasti consolari dell’Accademia Fiorentina, Firenze 1717, p. 665; G.M. Crescimbeni, L’Istoria della volgar poesia…, VI, Venezia 1730, p. 393; F. Arisi, Praetorum Cremonae series chronologica, Cremonae 1731, p. 11; G.V. Marchesi, La galleria dell’onore, I, Forlì 1735, p. 526; Clarorum Venetorum ad Ant. Magliabechium… epistolae, I-II, Florentiae 1745-46, ad indices; Clarorum Germanorum ad Ant. Magliabechium… epistolae, Florentiae 1746, pp. 167, 169; F. Baldinucci, Notizie de’ professori del disegno…, a cura di P. Barocchi, VII, Firenze 1975, pp. 1, 123 s.; Zibaldone baldinucciano, II, a cura di B. Santi, Firenze 1981, ad ind.; D.M. Manni, Osservazioni istoriche… sopra i sigilli antichi, III, Firenze 1740, p. 133; IX, ibid. 1742, p. 124; G. Bianchini, Dei Granduchi di Toscana, I, Venezia 1741, p. 132; G. Lami, Memorabilia Italorum eruditione praestantium, I, Florentiae 1742, p. 276; Oresbio Agieo [F. Corsetti], Vita di Girolamo Gigli, Firenze 1746, pp. 28, 52; G.M. Paitoni, Memorie istoriche per la vita del padre d. Stanislao Santinelli, Venezia 1749, p. 95; A. Zeno, Dissertazioni vossiane, I, Venezia 1752, pp. 101, 113; Id., Lettere, Venezia 1752, I, p. XVI; III, p. 52; D. Fontanini, Memorie della vita di monsignor Giusto Fontanini, Venezia 1755, pp. 44, 206 s.; D. Moreni, Bibliogr. stor. ragionata… della Toscana, II, Firenze 1805, pp. 43, 253; G. Prezziner, Storia del pubblico Studio e delle società scientifiche e letterarie di Firenze, II, Firenze 1810, pp. 137 s.; I. Del Lungo, Ritratti fiorentini. I corrispondenti fiorentini del Muratori, in Nuova Antologia, 16 ott. 1880, pp. 625-639; D. Provenzal, I riformatori della bella letteratura italiana: Eustachio Manfredi…, Rocca San Casciano 1900, ad ind.; I. Del Lungo, Storia esterna, vicende, avventure d’un piccol libro de’ tempi di Dante, I, Milano-Roma-Napoli 1917, p. 215; C. Frati, Dizionario… dei bibliotecari e bibliofili italiani, a cura di A. Sorbelli, Firenze 1933, pp. 313, 334 s.; P. Provasi, Savonaroliani del Settecento, in Arch. stor. italiano, XCVI (1938), pp. 227-232 passim; D. Fava, La Biblioteca nazionale centrale di Firenze e le sue insigni raccolte, Milano 1939, ad ind.; S. Bertelli, Erudizione e storia in L.A. Muratori, Napoli 1960, pp. 74, 139, 313; M. Rosa, Riformatori e ribelli nel ’700 religioso italiano, Bari 1969, pp. 32, 248; G. Costa, Antonfrancesco M., Claude de Vic e la cultura napoletana, in Boll. del Centro di studi vichiani, IX (1979), pp. 140-146; C. Viola, Echi comacchiesi nel carteggio Muratori - Marmi, in Corte, buon governo, pubblica felicità: politica e coscienza civile nel Muratori. Atti della III Giornata di studi muratoriani, Vignola… 1995, Firenze 1996, pp. 15-54; M. Mannelli Goggioli, La Biblioteca Magliabechiana: libri, uomini, idee per la prima biblioteca pubblica a Firenze, Firenze 2000, pp. 13-52, 192-198; Id., Muratori e M.: il carteggio, in Culture del testo e del documento, I (2000), pp. 125-127; L. Guerrini, A.F. M. e la vita filosofica italiana d’inizio Settecento, in Studi settecenteschi, XXI (2001), pp. 9-34; Inventario dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, VII-XIII, ad indices.