AZARA, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)

AZARA, Antonio

Francesco Tritto

Nacque a Tempio Pausania (Sassari) il 18 genn. 1883 da Sebastiano e da Antonietta Azena. Laureatosi brillantemente in giurisprudenza il 7 luglio 1906, con una tesi di filosofia del diritto, nel 1907 vinse il concorso in magistratura e, dopo la nomina ad uditore giudiziario, con regio decreto dell'8 ott. 1908, gli venne affidata la reggenza della pretura di Quartu Sant'Elena.

Successivamente fu nominato giudice aggiunto (regio decreto del 7 genn. 1909) e destinato a Genova, dove avrebbe esercitato le sue funzioni in campo sia civile sia penale e sarebbe stato addetto all'ufficio istruzione di quel Tribunale. Chiamato al ministero di Grazia e Giustizia (1919), fu nominato direttore del terzo ufficio della direzione generale per gli affari di culto ricoprendo via via numerosi incarichi: direttore della segreteria della Commissione reale per lo studio della riforma della legislazione sulla disciplina giuridica del sottosuolo; segretario, con voto deliberativo, della Commissione reale incaricata di coadiuvare il governo nella revisione della legislazione di guerra e della estensione alle nuove province della legislazione del Regno d'Italia; direttore della segreteria della commissione incaricata di studiare la riforma da apportarsi alle disposizioni vigenti in materia di affrancazioni di canoni, censi ed altre prestazioni; esperto per lo studio di progetti di legge e di affari di rilievo giuridico interessanti i ministeri della Guerra e delle Finanze; segretario della Commissione reale per la riforma dei codici, presieduta da Vittorio Scialoja; membro a Parigi del comitato di giuristi per la definizione del progetto di codice unico per le obbligazioni.

Col regio decreto del 19 genn. 1928 fu nominato, per merito distinto, consigliere di Corte di appello e fu destinato alla Corte di appello di Roma. Nel marzo 1928 fu applicato alla Corte di cassazione e lavorò presso l'ufficio deli massimario e del ruolo alle dirette dipendenze del primo presidente Mariano D'Amelio. Nel marzo 1929 fu nominato segretario generale della Commissione reale per la riforma dei codici e ricoprì svariati incarichi anche come membro di commissioni internazionali di studio.

Vincitore di concorso, fu nominato consigliere di Cassazione (regio decreto del 18 giugno 1931), nonché direttore degli uffici del massimario e del ruolo presso la corte, uffici ai quali era demandato il compito dell'unificazione della giurisprudenza, e che l'A. avrebbe continuato a dirigere anche dopo la nomina a presidente di sezione della Corte di cassazione (15 ott. 1936). Nel periodo tra il 1931 e la nomina a presidente titolare della seconda sezione civile della Corte di cassazione (30 marzo 1942), l'A., oltre alla normale attività giudiziaria, fu chiamato a far parte di importanti commissioni di studio per il coordinamento e l'unificazione delle norme giuridiche tra vari Stati, partecipando a varie missioni italiane all'estero.

In questo periodo fu membro della Commissione consultiva per la preparazione della conferenza di diritto internazionale privato (febbraio 1930, membro della Commissione italo-francese per una legge uniforme sui contratti commerciali (ottobre 1930, membro del Comitato per la redazione del testo definitivo del progetto del primo libro del codice civile, delegato a Parigi per lo studio della legge uniforme italo-francese sui contratti commerciali (aprile 1936), delegato a Copenaghen per la conferenza internazionale per la unificazione del diritto penale (maggio 1935), relatore italiano al congresso internazionale di diritto comparato (febbraio 1936), membro effettivo del collegio centrale arbitrale per l'Opera nazionale combattenti (maggio 1935), delegato per la continuazione degli studi sulla legge uniforme italo-francese sui contratti (settembre 1937), delegato a Parigi per il congresso internazionale di diritto penale, delegato all'assemblea plenaria del Bureau international du droit penal (Il Cairo, dicembre 1937), delegato alla conferenza internazionale per i servizi di stato civile (Berna, settembre 1938), delegato al congresso internazionale di criminologia (Roma, settembre 1938), presidente della commissione per un progetto di legge sulla probatorietà del catasto (aprile 1939), presidente del collegio centrale dell'Opera nazionale combattenti (giugno 1940). Per l'impegno nella ricerca di un accordo tra i giuristi italiani e francesi per la creazione di una disciplina uniforme del diritto privato, il 13 nov. 1931 gli fu conferita la croce di cavaliere della Legion d'onore e il 25 febbr. 1934 quella di ufficiale.

Studioso di formazione cattolico-liberale (La personalità umana nelle dottrine giuridico-sociali. Note di filosofia del diritto, Roma 1920), l'A. nel corso della sua lunga attività di ricerca nei molti rami del diritto, si occupò sia delle tematiche generali della giustizia, sia di problemi particolari di diritto civile (con particolare attenzione al diritto di famiglia), ecclesiastico e agrario. Suoi interventi apparvero sul Diritto ecclesiastico (negli anni Venti), nella Rivista di diritto civile (negli anni Venti e Trenta), nella Rivista di diritto agrario (negli anni Trenta). Nello stesso periodo collaborò a varie riviste tra cui Il Tribunale, Echi e commenti, Nuova Antologia, Il Pensiero giuridico italiano e Diritto pubblico - La Giustizia amministrativa, intervenendo, soprattutto su quest'ultima, anche nella discussione sulla riforma del codice civile. È di questo periodo anche il volume Direttive fasciste nel nuovo codice civile, Milano 1939.

L'A. fu direttore aggiunto del NuovoDigesto italiano (diretto da M. D'Amelio, Torino 1937-1940) e collaborò al Commentario del codice civile nel periodo 1940-42. Nel dopoguerra diresse il Novissimo Digesto italiano, ibid. 1957-1975.

Con l'8 sett. 1943 l'A. fu a capo del gruppo dei magistrati della Corte suprema di cassazione che rifiutarono di prestare il giuramento di fedeltà alla Repubblica sociale italiana e di trasferirsi nell'Italia settentrionale per formarvi una nuova Corte suprema. Per questa presa di posizione venne espulso dalla magistratura e si salvò fortunosamente dalla deportazione, riprendendo le funzioni solo dopo l'entrata in Roma delle truppe alleate nel giugno 1944.

Il 18 apr. 1948 fu eletto al Senato nelle liste della Democrazia cristiana nel collegio di Tempio-Ozieri, con un'alta percentuale di voti, collegio nel quale sarebbe stato confermato nelle tre successive legislature. Il 15 febbr. 1951 si insediò come procuratore generale presso la Corte suprema di cassazione e, il 12 nov. 1952, su designazione del Consiglio dei ministri, divenne primo presidente della stessa corte. Con la formazione del governo Pella, fu nominato ministro di Grazia e Giustizia (17 ag. 1953-18 genn. 1954).

Come parlamentare fu particolarmente attento ai problemi della legislazione e dell'amministrazione della giustizia e seguì fin dai primi passi la ricostituzione degli organismi internazionali, con particolare attenzione per quelli europei. Fu vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, presidente della giunta per le elezioni, rappresentante titolare all'Assemblea consultiva europea a Strasburgo (dal 1949 fino alla morte), presidente della commissione di verifica dei poteri e vicepresidente della commissione giuridica dell'assemblea consultiva del Consiglio d'Europa, membro dell'Assemblea europea per il carbone e l'acciaio (1952), membro del Contenzioso diplomatico presso il ministero degli Esteri. Dal 1955 fu membro dell'Assemblea dell'Europa occidentale e nel 1956 rappresentò l'Italia all'assemblea delle Nazioni Unite a New York. Fu presidente della commissione giuridica centrale dell'Automobil Club d'Italia dal 1955 al 1966, allorché divenne membro della Consulta parlamentare dell'automobilismo.

Collaboratore di Iustitia (sulla quale, come in alcuni interventi parlamentari, difese l'etica cristiana e la concezione cattolica della famiglia), per vari anni ricoprì la carica di presidente del Fronte della famiglia e, per riconoscimento, il 25 ag. 1962 ricevette dal pontefice Giovanni XXIII la decorazione di commendatore con placca dell'Ordine di S. Gregorio Magno.

L'A. morì a Roma il 20 febbr. 1967.

Fonti e Bibl.: Atti parlamentari, Senato della Repubblica, legislature I-IV, ad Indices; Il Popolo, 31 ott. 1952, 21 e 23febbr. 1967; F. Magri, La Democrazia cristiana in Italia, II, Milano [1954], ad Indicem; G. Scarpari, La Democrazia cristiana e le leggi eccezionali 1950-1953, Milano 1977, pp. 163, 179; Storia del Parlamento italiano, XV, Palermo 1978, p. 38. Gran parte delle sue pubblicazioni sono conservate in estratti a Roma presso la famiglia.

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