CAIMI, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973)

CAIMI, Antonio

Serenita Papaldo

Nacque a Sondrio il 16 aprile del 1811, da Giuseppe e Isabella Rusconi. Dopo aver studiato pittura all'Accademia Carrara di Bergamo con G. Diotti e allAccademia di Brera di Milano con L. Sabatelli, si documentò sui capolavori del Rinascimento italiano con lunghi soggiorni a Firenze e Roma.

Partecipò alle esposizioni di Brera (1844-1846) e della Promotrice di Torino (1845, 1846, 1848, 1851, 1852, 1854, 1855, 1857) con quadri che con modi alquanto accademici seguirono per lo più la tematica storica cara al primo romanticismo lombardo: Cristoforo Colombo spiega il progetto dei suoi viaggi (esposto a Torino nel 1845, n. 60; fu acquistato da Carlo Alberto). Ma è di soggetto religioso l'unico dipinto reperibile fra quelli ricordati, anche con apprezzamenti, nei cataloghi delle mostre sopra citate: la Decollazione di s. Giovanni Battista (esposto e premiato a Brera nel 1844; n. 59 alla Promotrice di Torino del 1845), conservato nella chiesa di S. Lorenzo a Villa di Tirano (Sondrio). Altri dipinti del C. si trovano in chiese della Valtellina: a Sondrio, in quella dei SS. Gervasio e Protasio il Battesimo di Cristo, nell'ospedale un S. Giovanni di Dio, nella casa di ricovero S. Carlo in gloria con angeli; a Tirano, in S. Martino, la Madonna con Bambino e i santi Antonio abate, Girolamo e Vincenzo Ferreri e nel santuario della Madonna la Madonna con il Bambino e s. Anna (pagatagli 110 zecchini nel 1840) e la Morte di s. Giuseppe (1840). Vanno inoltre segnalati i seguenti affreschi: a Castione (Sondrio) L'Assunzionee la incoronazione di Maria Vergine, affresco nella cupola del presbiterio della chiesa parrocchiale di S. Martino; a Sondrio Madonna col Bambino e i ss. Gervasio e Protasio, lunetta a fresco sulla porta maggiore della chiesa arcipretale; a Tirano S. Carlo allaMadonna di Tirano, affresco in casa Torelli (1844).

Nel Museo valtellinese di Sondrio si conservano, del C., i ritratti di G. B. degli Spazzi e di Antonio Maffei, arcipreti sondriesi, di L. Torelli e di P. M. Rusconi. Solo di rado sono registrati dipinti di soggetto "veristico-sentimentale": Giovinetta che interroga un fiore (Promotrice di Torino 1846, n. 387); La cena di Natale (ibid. 1854, n. 99); Spazzacamini in riposo (ibid. 1857; acquistato dalla Società Promotrice).

Legato per tutta la vita da grande amicizia e ammirazione a Francesco Hayez, che fece i ritratti a lui e alla moglie (1877), il C. ne seguì anche lo stile, tanto da venire generalmente ascritto alla sua scuola. In realtà non ebbe una personalità né una linea di sviluppo ben definita sicché lo si ritiene piuttosto un eclettico (Sertoli Salis). Dal 1860 fu segretario e quindi docente dell'Accademia di Brera; fece parte (1862-65) della commissione incaricata di sorvegliare i lavori di restauro eseguiti da G. Bertini alle vetrate nell'abside del duomo; nel 1872, insieme con C. Cantù e L. di Belgioioso, si oppose al progetto di demolizione del portico della canonica di S. Ambrogio (M. Caffi, Memorie ambrosiane, in Arch. stor. lombardo, XVI[1889], p. 399); nel 1876 faceva parte della commissione conservatrice dei monumenti che invano cercò di scongiufare l'abbattimento della chiesa di S. Giovanni in Conca (cfr. Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 416 ss.). Fu inoltre presidente del Comitato archeologico della provincia di Sondrio.

Il C. fu anche musicista e scrittore: per incarico ufficiale scrisse una relazione da inviare all'Esposizione universale di Londra del 1862dal titolo: Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777 al 1862 (Milano 1862).

L'opera è divisa in tre parti - architettura, pittura (suddivisa a sua volta in pittura di paesaggio, scenica, ornamentale, su vetro, incisione), scultura (plastica ornamentale e intaglio in legno, arti del cesello e del conio, glittica) -, precedute ciascuna da un breve esame della situazione del passato per un confronto con quella attuale. Dopo una severa condanna del neoclassicismo, troppo rigido e monotono, il C. afferma che la pittura si è rinnovata con l'opera del Palagi, del Sabatelli e soprattutto del Hayez, i quali, opponendosi all'idolo del neoclassicismo, proclamano il culto del vero. Il suo ideale infatti è un'arte che, "senza ripudiare l'eredità del passato, abbia norme e teorie rispondenti alle esigenze di nuove istituzioni e nuovi orientamenti sociali sorti col secolo".

Molto utili per lo studio dell'arte lombarda del tempo sono anche le note che il C. ogni anno aggiungeva al catalogo dell'esposizione di Brera e vari articoli in Atti d. Acc. di Belle Arti di Milano. Nel 1873pubblicò un Cenno storico sul museo patrio di archeologia in Milano, che è una breve analisi dei motivi che portarono alla realizzazione del museo del quale egli fu segretario dal 1861e membro del consiglio (collaborò anche al Bollettino della Consulta archeologica);sempre nel 1873pubblicò La pinacoteca della Regia Accademia di Belle Arti in Milano, che contiene interessanti notizie sulla provenienza dei dipinti, e L'Accadimia di Belle Arti in Milano, sua origine, suo incremento e suo stato attuale.

Il C. morì a Milano il 5 genn. 1878.

Fonti e Bibl.: Sondrio, Bibl. Com., Valt.560: V. Azzalini, Storia della Valtellina, ms. (fine sec.XIX), III, pp. 274-277; L. Gandola, Albo storico-biografico degli uomini illustri valtellinesi, Sondrio 1879, pp. 10-12; La pittura lombarda del sec. XIX (catal.), Milano 1900, p. 51 (Il riscatto di Camoens);R. Sertoli Salis, A. C. nell'arte del suo tempo, in Boll. della Società storica valtellinese, I(1953), 7, pp. 37-50 (lo stesso parzialmente in Eco delle Valli, 12 nov. 1953); G. Nicodemi, F. Hayez, Milano 1962, pp. 93, 132 s., 180, 289 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 362.

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