Calènda, Antonio

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Regista italiano (n. Salerno 1939). Dopo esperienze nel teatro universitario, fondò a Roma il Teatro dei Centoeuno, per il quale allestì autori nuovi come G. Grass (10 minuti fino a Buffalo, 1967) e H. Pinter (Un leggero malessere, 1967). Regista eclettico, valido direttore di attori che ha spesso contribuito a scoprire, si è dedicato preferibilmente ad autori moderni e contemporanei come W. Gombrowicz (Operetta, 1969), J. Genet (Il balcone, 1971), E. Bond (Lear, 1975), P. Shaffer (Amanda Amaranda, 1984), F. Brusati (Le rose del lago, 1990), Eric-Emmanuel Schmitt (n.1960: Il visitatore, 1996); con 'Na sera 'e Maggio (1983), imperniato sulla omonima famiglia di teatranti partenopei, e Cinecittà (1984), dedicato all'avanspettacolo, ha concorso al recupero della tradizione del teatro popolare. Per il cinema ha diretto Il giorno del furore (1973) e per la televisione lo sceneggiato Signora Ava (1975, dal romanzo di F. Jovine). Direttore negli anni Settanta del Teatro stabile dell'Aquila, e dal 1995 del Teatro stabile del Friuli-Venezia Giulia, è attivo anche alla radio.

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