CATALANO, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 22 (1979)

CATALANO, Antonio

Ariella Lanfranchi

Non si conosce né il luogo né la data di nascita di questo cantante buffo napoletano. Con certezza sappiamo solo che svolse la sua attività artistica, per oltre un ventennio, a Napoli, dove esordì nella primavera del 1741 interpretando sulle scene del teatro Nuovo sopra Toledo la parte di Dorimbello ne La Flaminia (dramma giocoso in due atti di V. Ciampi): al suo fianco, nella parte di Palombina, era la famosa canterina buffa Margherita Pozzi, che egli aveva sposato nel 1741 ("...come Dio volle" - si legge nel Croce, p. 178 - "a principio del 1741, la Margherita sposò il famoso buffo Antonio Catalano col quale per alcuni anni ancora proseguì la sua vita artistica sui teatri...").

Dal 1743 all'estate 1763 (data che - secondo il Florimo - segna l'ultima sua apparizione sui palcoscenici napoletani) il C. si esibì regolarmente nei due più celebri teatrini d'opera buffa napoletana, il teatro dei Fiorentini e il teatro Nuovo (prima con la moglie ed in seguito con Marianna Monti, altra notissima cantante buffa del suo tempo).È l'ultima notizia che su di lui ci è pervenuta.

Ai Fiorentini, ad esempio, interpretò nei ruoli di Antuono, Don Ginesio, Iacoviello, Micco, Marzullo ecc. le opere seguenti (su libretti in gran parte di Antonio Palomba, ma anche di D. Canicà, P. Trinchera, G. A. Federico e P. Militotti): L'Arminio di V. Ciampi (autunno 1744); L'Irene di G. Cocchi (primavera 1745); L'Amore ingegnoso di V. Ciampi (autunno 1745); La Finta vedova di N. Conforto (carnevale 1746); La Villana nobile di M. A. Valentini (primavera 1748); Il Nuovo Don Chisciotte di L. Leo e P. Gomes (autunno 1748); La Serva bacchettona di G. Cocchi (primavera 1749); La Celia di G. Latilla (autunno 1749); La Gismonda di G. Cocchi (primavera 1750); Il Mercante innamorato di A. Corbisiero (autunno 1750); La Maestra di G. Cocchi ed altri (carnevale 1751); Il Geloso di A. Palella (estate 1751); Lo Corrivo di G. Sciroli (autunno 1751); Lo Finto nnamorato di A. Corbisiero (autunno 1751); La Griselda di N. Logroscino (autunno 1752); Olindo di N. Conti e M. Capranica (carnevale 1753); Il Finto turco di G. Cocchi (inverno 1753); La Commediante di N. Conforto (carnevale 1754); Le Donne dispettose di N. Piccinni (autunno 1754); L'Incredulo di T. Traetta (autunno 1755); Le Finte magie di N. Logroscino (carnevale 1756); L'Olimpia tradita di A. Sacchini (primavera 1758); I Due sediarii di F. Fenaroli (primavera 1759); Li Due bari di A. Sacchini (primavera 1762); La Donna di tutti i caratteri di P. Guglielmi (autunno 1762); La Pupilla di G. d'Avossa (carnevale 1763); Le Gelosie di N. Piccinni (primavera 1763); La Francese brillante di P. Guglielmi (estate 1763).

Sulle scene del teatro Nuovo il C. interpretò le seguenti opere: IlBarone di Vignalunga di G. Latilla (1747); Il Governadore di N. Logroscino (carnevale 1747); Lo Stravagante di A. Costa (primavera 1748); La Fante furba di T. Traetta (1756); IDue fratelli beffati di A. Sacchini (autunno 1760); L'Ottavio di P. Guglielmi (autunno 1760); La Marchesa spiritosa di N. Piccinni (1761).

Protagonista tra i più completi e preparati dell'ultimo periodo dell'opera buffa napoletana ("...forse il più brillante" - scriveva lo Scherillo, p. 292 - "anche se predestinato alla fine..."), il C. si conquistò fama ed onori non soltanto per le sue personalissime qualità di interprete, ma anche e soprattutto per la sua straordinaria capacità di valorizzare - rendendoli accettabili - i testi più mediocri e, di frequente, assai volgari. Come ad esempio quelli del prolifico Antonio Palomba a proposito del quale il Napoli Signorelli così scriveva: "I delirij della poesia del Palomba trovarono una specie di discolpa nel riso che eccitava il Catalano...". Il quale - si legge sempre nell'opera di questo stesso autore - "benché sommamente idoneo per la sua grazia nativa a rappresentare con verità ogni carattere ben dipinto, pure, per alcune buffonerie stravaganti, perdonategli dal pubblico, anzi accreditate con l'applauso, divenne un Pulcinella musicale".

Bibl.: P. Napoli Signorelli, Vicende della coltura nelle due Sicilie, V, Napoli 1784-86, pp. 564 ss.; F. Florimo, La scuola music. di Napoli, IV, Napoli 1881, pp. ss ss., 116 ss., 122 ss.; M. Scherillo, L'opera buffa napol. durante il Settecento, Palermo s. d., pp. 286 s., 292; B. Croce, I teatri di Napoli, Bari 1966, pp. 178 s., 181 s.; G. Tintori, L'opera napol., Milano 1958, p. 81; Enciclopedia dello Spettacolo, III, coll. 220 s.

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