ANTONIO da Modena

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANTONIO da Modena (al sec. Camillo Montecuccoli)

Gaspare De Caro

Nacque il 2 luglio 1578 nel castello di Polinago, nel Frignano, da Ferramonte Montecuccoli e da Anna, della medesima illustre famiglia. Terzo di sette fratelli, cinque dei quali entrarono nel clero regolare o secolare, A. studiò sino ai venti anni belle lettere nello Studio di Modena e scienze a Ferrara; quindi, il 18 maggio 1598, entrò nell'Ordine dei frati minori cappuccini, assumendo il nome di A. da Modena e compiendo il noviziato a Ravenna sotto la guida del p. Gregorio da Modena. Predicatore di grande fama, professore assai seguito di logica a Bologna per dieci anni, lettore per lo studio teologico delle controversie, inviato ripetutamente dai superiori di Roma in Toscana, Calabria e Basilicata come visitatore generale, A. raggiunse i gradi più elevati dell'Ordine: nel 1616 fu nominato definitore e dal 1624 al 1627 e poi nuovamente nel 1632 provinciale di Bologna.

In un periodo in cui l'Ordine era molto spesso oggetto dei contrasti politici delle potenti famiglie dei Farnese, degli Estensi e dei Barberini, A., appartenente egli stesso a una delle più notevoli famiglie emiliane e strettamente imparentato con personalità laiche di grande rilievo, come il generalissimo Raimondo Montecuccoli, rappresentò nella provincia cappuccina di Bologna e anche nel complesso dell'Ordine, una delle correnti in contesa, contrapponendoglisi il p. Feliciano Lampugnani, d'illustre famiglia piacentina.

Nel maggio 1633 A. partecipò al capitolo generale dell'Ordine convocato a Roma e, sostenendovi la necessità di un ritorno alla più scrupolosa osservanza della regola, ottenne la solidarietà della maggior parte del capitolo, e in particolare dei rappresentanti delle province straniere. Dal capitolo il 15 maggio 1633 A. veniva eletto ministro generale dell'Ordine e gli venivano attribuiti poteri speciali, soprattutto quello del controllo delle missioni cappuccine, sino allora di competenza dei prefetti provinciali. Dal pontefice Urbano VIII A. otteneva inoltre, con breve Cupientes prospero del 23 luglio 1633, la facoltà di "nominare Commissari e Provinciali in quelle province ove troverà in visita gravi scissioni e fazioni". Avvalendosi di questi poteri, A. emanò subito importanti ordinazioni e decisioni per la disciplina dell'Ordine e immediatamente dette inizio alla visita nelle province, cominciando da quelle del Regno di Napoli. I severi provvedimenti presi da A. per eliminare gli abusi suscitarono un'ondata di malumori e proteste, tali che il cardinale protettore dell'Ordine, Antonio Barberini, fratello del papa, che perseguiva una personale e non lecita politica di intervento nelle vicende interne dell'Ordine, decise di esautorare A.: creò continui ostacoli alle sue iniziative, ne interruppe d'autorità le visite nelle province, lo privò persino del suo consultore, il p. Marco Antonio da Carpenedolo, e infine lo chiamò a Roma a giustificarsi, cosa senza precedenti nei riguardi di un generale dell'Ordine, di un provvedimento disciplinare disposto verso un p. Domenico da Bologna. Queste misure del Barberini, che costituivano una grave violazione dell'autonomia dell'Ordine e dell'autorità generalizia, indussero A. a presentare a Urbano VIII le dimissioni il 29 maggio 1637.

Malgrado l'intervento del cardinale Maurizio di Savoia e di molti esponenti dell'Ordine, specialmente stranieri, Urbano VIII convocò con anticipo di tre anni il capitolo generale dell'Ordine per provvedere alla sostituzione di Antonio. Dopo questo capitolo, al quale si rifiutarono di partecipare i rappresentanti dei cappuccini di Francia, e che segnò la vittoria della corrente capeggiata dal Lampugnani e protetta dal cardinale Barberini, A. si ritirò nella sua provincia, dapprima nel convento di Scandiano e poi a Sassuolo, rimanendo poi sempre estraneo alle contese dell'Ordine e senza più ricoprire alcuna carica.

Morì il 10 apr. 1648.

Bibl.: Z. Barberi, Ritratto delle Virtù e Vita del Religiosissimo Padre molto Rev. F. A. da Modana..., Roma 1667; P. Pellegrino da Forlì, Annali dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, I, Milano 1882, pp. 3-10; Sisto da Pisa, Storia dei Cappuccini Toscani, I, Firenze 1906, pp. 320, 358; Cirillo da Bagno, Memorie storiche sui Cappuccini emiliani, Parma 1912, I, pp. 136-139; Sisto da Pisa, Il Cardinale Antonio Barberini Seniore, O. M. Cap., in Collectanea Franciscana, IV (1934), pp. 383-386; Felice da Mareto, Tavole dei Capitoli Generali dell'Ordine dei FF. MM. Cappuccini..., Parma 1940, pp. 130-131; Salvatore da Sasso Marconi, La Provincia Cappuccina di Bologna e la cronaca dei suoi Provinciali, I, Budrio 1946, pp. 151, 156-169; Melchior a Pobladura, Historia generalis ordinis Fratrum Minorum Capuccinorum, II, 1, Romae 1948, pp. 9-10 e passim; II, 2, ibid. 1948, p. 270; III, ibid. 1951, p. 367; Donato da San Giovanni in Persiceto, Biblioteca dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Bologna, Budrio 1949, p. 413; Lexicon Capuccinum, Romae 1951, col. 93; Dict. d'Histoire et de Géographie Ecclés., III, coll.792-793.

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