ANTONIO da Padova

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANTONIO da Padova

Lucio Grossato

Pittore padovano operante agli inizi del sec. XV. Gli si attribuivano un tempo gli affreschi del battistero del duomo di Padova (in collaborazione con un Giovanni) e quelli della cappella del beato Luca Belludi nella basilica del Santo. Tali attribuzioni, in contrasto con la più antica tradizione che assegnava quelle opere a Giusto de' Menabuoi, si basavano sullo scritto dell'Anonimo Morelliano (M. A. Michiel, 1521-1543 circa), che, a convalida del suo asserto, riferiva che sopra la porta che dal battistero conduceva al chiostro stava la scritta: "Opus Ioannis et Antonii de Padua".

Ma della scritta notava la scomparsa già il Moschini (1817). In seguito il Gonzati (1852) e, con maggior autorità, il Cavalcaselle, restituivano quegli affreschi a Giusto de' Menabuoi. Tuttavia la letteratura artistica padovana restava in parte ancora sotto la suggestione delle affermazioni del Michiel (Selvatico, 1869), non del tutto superata neanche dal Moschetti (19o8, in Thieme-Becker), il quale però si poneva il problema della identificazione dell'Antonio citato dal Michiel con uno dei pittori di tal nome ricordati a Padova nei documenti della prima metà del Quattrocento scoperti dal Gennari, dal Gloria, dal Moschini e dal Moschetti (v. Thieme-Becker).

La soluzione globale del problema pare ormai acquisita dopo i contributi del Meneghesso (1934) e soprattutto del Bettini (1944), che sono giunti alla conclusione che la scritta riportata dal Michiel (da non mettersi in dubbio) scomparve nel 1806, quando fu sostituita con quella visibile ancor oggi che ricorda il restauro degli affreschi condotto in quell'anno. Essa stava quindi sotto l'affresco a figura intera di S. Giovanni Battista, opera mediocre, diversa dall'intero ciclo e per stile e per qualità, e quindi non attribuibile a Giusto ed è a detto affresco che essa va riferita (e non all'intero ciclo); affresco che fu eseguito nel luogo in cui fino al 1405 si trovava la tomba di Fina Buzzacarini, rimossa in quell'anno per ordine della Serenissima. Il S. Giovanni Battista, dipinto subito dopo quella rimozione, è quindi posteriore di qualche decennio al ciclo di Giusto ed è probabilmente opera di quel Giovanni di Bartolomeo e di quell'Antonio di Bonaventura nominati in un documento del 1406 di cui dà notizia il Moschini (1826).

Bibl.: [M. A. Michiel], Notizia d'opere di disegno... pubbl. da I. Morelli, a cura di G. Frizzoni, Bologna 1884, pp. 14,17; G. A. Moschini, Guida per la città di Padova, Venezia 1817, p. 81; Id., Delle origini e vicende della pitt. in Padova, Padova 1826, pp. 11, 20-21; B. Gonzati, La Basilica di S. Antonio da Padova, I, Padova 1852, p. 235; P. Selvatico, Guida di Padova, Padova 1869, p. 128; G. B. Cavalcaselle e J. A. Crowe, Storia della pitt. in Italia, IV, Firenze 1885, pp. 181-188; A. Venturi, Storia dell'arte it., V, Milano 1907, p. 922; A. Meneghesso, Il Battistero di Padova e l'arte di Giusto de' Menabuoi, Padova 1934, pp. 71 s.; S. Bettini, Giusto de' Menabuoi e l'arte del Trecento, Padova 1944, pp. 89-91; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, II, pp. 3-5.

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