ANTONIO da Sant'Elpidio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ANTONIO da Sant'Elpidio

Agostino M. Giacomini

Agostiniano di S. Elpidio, nelle Marche. Nel 1358 il generale dell'Ordine Gregorio da Rimini gli concede di vendere alcuni possedimenti in pagamento di certi libri. L'anno seguente il nuovo generale Matteo d'Ascoli lo colloca come studente nel convento di Rimini. Nel 1383, già maestro in teologia, appare come reggente dello Studio agostiniano presso la Curia romana e, nello stesso anno, fu scelto tra i padri vocali per il capitolo generale di Ferrara, che, però, allora non si celebrò più. Nel 1384 il generale Bartolomeo da Venezia si servì di A. per sistemare le cose della provincia agostiniana napoletana, del convento e dello studentato di S. Agostino alla Zecca in Napoli. Qui fu reggente fino al dicembre del 1385, quando di nuovo venne chiamato a reggere lo studio presso la Curia romana. Nel medesimo anno partecipò in maggio al capitolo generale di Strigonia, in Ungheria, e in agosto fu mandato a riassettare la comunità agostiniana di Ascoli, nelle Marche. Il suo nome appare per l'ultima volta nei registri dell'Ordine nel mese di agosto del 1386. Non sappiamo quando sia morto.

Della traduzione in volgare del De claris mulieribus del Boccaccio, già stesa e divulgata nel 1370 e unico suo lavoro letterario a noi noto, si ebbe una riduzione in fiorentino da parte di Niccolò Sassetti, di professione mercante; tale riduzione, data alle stampe a Venezia nel 1506 da Vincenzo Bagli, fu da quest'ultimo fatta credere come opera propria. A. Hortis e L. Torretta hanno ristabilito la paternità di A. circa il volgarizzamento del De claris mulieribus, mediante un'analisi stilistica sia con la traduzione contemporanea dell'Albanzani, sia con quella del Bettussi (prima metà del sec. XVI). Per quanto concerne la purezza della lingua e il fraseggiare, l'opera di A. può competere con quella dell'Albanzani, meno vivace, anche se più attento e più meticoloso nella traduzione, che l'agostiniano preferisce invece talvolta semplificare in quei passi dove il testo boccaccesco presenta qualche difficoltà.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generalizio agostiniano, Dd 1, 25 e 248; Dd 2, 5-5' - 22' - 25-26 - 38 - 46' - 60' - 64 - 65 - 96' - 98' - 101; Documenti in Analecta Augustiniana, V(1913-1914), pp. 59-61, 147-149, 169-171, 314; XVII (1939-1940), p. 554; XIX (1943-1944), p. 105; A. Hortis, Studi sulle opere latine del Boccaccio, Trieste 1879, pp. 931 s.; L. Torretta, Il Libro De claris mulieribus, in Giorn. stor. d. letter. ital., XXXIX(1902), pp. 252-292, XL, (1902), pp. 35-65; D. Perini, Frate A. da S.Elpidio, in Bollett. stor. agost., III (1927), pp. 44-51; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III, coll. 785 (ove A. viene erroneamente indicato come francescano).

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