NIGRISOLI, Antonio Maria

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013)

NIGRISOLI, Antonio Maria

Caterina Brandoli

NIGRISOLI, Antonio Maria. – Nacque a Ferrara alla fine del XV secolo da Ottaviano; l’identità della madre è sconosciuta.

Apparteneva a una famiglia illustre, che ricoprì ruoli nella corte estense e coltivò le lettere e la medicina lungo più generazioni. Il nonno Girolamo (morto nel 1478) compose un poema celebrativo per Isotta d’Este, figlia di Niccolò II (in Ferraro, 1968, pp. 67 s.); un Antonio fu ambasciatore a Firenze nel 1483; medici furono un fratello di Nigrisoli, Sigismondo, e, fra i discendenti, il celebre Francesco Maria (1649-1727); diverse donne fecero parte della corte come dame di compagnia.

Dal 1523 al 1534 fu al servizio di Alfonso I d’Este; nel 1535 accompagnò il nuovo duca Ercole II a Roma, insieme con altri gentiluomini, per rendere omaggio al neoeletto papa Paolo III, proseguendo poi per Napoli, dove si trovava l’imperatore Carlo V, reduce dall’impresa di Tunisi. Frequentò i circoli umanistici ferraresi, sebbene la sua partecipazione alle accademie cittadine degli Elevati e dei Filareti dovette essere marginale e non ne restano tracce evidenti. Ebbe comunque occasione di frequentare letterati di primo piano della corte, quali Ercole Bentivoglio e Bartolomeo Ricci, precettore dei figli di Ercole II, e personalità vicine alla cerchia di Celio Calcagnini, come Alberto Bendidio. Fu inoltre intimo di esponenti della nobiltà ferrarese, cognato di Ercole Trotti e in stretti rapporti con Giovanni Romei.

Dopo la morte della moglie Laura, avvenuta dopo il 1543, durante un soggiorno a Milano alla corte degli Sforza, gli fu offerto l’ufficio di segretario italiano e consigliere di Bona Sforza, figlia di Gian Galeazzo e Isabella d’Aragona, divenuta regina di Polonia in seguito al matrimonio con Sigismondo I. Tra il 1550 al 1555 risiedette perciò in Polonia (cfr. la lettera al duca Ercole II, in Mazzei, 2011, p. 483), accompagnato dai due giovani figli, uno dei quali, Ercole, rientrò a Ferrara dopo un anno per proseguire gli studi e si addottorò nel 1555 (Pardi, 1970, p. 171). Nel fervido ambiente culturale creato da Bona Sforza in Polonia, distinto per libertà e tolleranza, Nigrisoli fu apprezzato per le qualità diplomatiche e la formazione umanistica di alto livello. Mantenne un costante rapporto epistolare con la corte estense, in particolare con il duca Ercole II e probabilmente anche con Renata di Francia. Seguì in particolare alcune trattative matrimoniali che avrebbero dovuto legare gli Este alla Corona polacca, come la progettata unione tra Sigismondo Augusto, figlio di Bona Sforza, e la figlia di Ercole II e Renata di Francia Anna. L’ultima lettera nota inviata da Nigrisoli dalla Polonia, indirizzata a Ercole II, risale al marzo 1554 (Mazzei, 2011, p. 472). Non si hanno più sue notizie fino al rientro a Ferrara nell’autunno del 1555.

Secondo Baruffaldi (Morti illustri..., c. 173) morì nella città estense alla fine di marzo 1556 e fu sepolto nella chiesa di S. Nicolò.

Tradusse in versi sciolti i quattro libri delle Georgiche di Virgilio, la prima dopo la lontana riduzione in terza rima di Bastiano Foresi (1485). La prima edizione dell’opera, la cui redazione risaliva al 1532, uscì a Venezia nel 1543, presso Melchiorre Sessa, curata dall’umanista Fulvio Pellegrino Morato, letterato della cerchia di Renata di Francia, senza il consenso dell’autore, con il quale, tuttavia, Morato intratteneva rapporti amichevoli, come attesta la dedica a Ercole II. Nel 1552 fu pubblicata a Venezia presso Niccolò Bascarini una seconda edizione, questa volta rivista e approvata da Nigrisoli, con una lettera dedicatoria a Bona Sforza. Precedono la traduzione la lettera del nobile Prospero Provana al teologo francescano Francesco Lismanini, entrambi adepti della Riforma e conosciuti da Nigrisoli in Polonia, e sonetti di amici, tra cui Ercole Bentivoglio, celebrativi dell’opera.

Rispetto alla prima edizione, che conteneva rime composte a partire dal 1534, nella seconda compaiono scritti eruditi di materia astrologica: l’Epilogo de’ venti descritti nella Georgica, il Particolare et breve epilogo de’ segni descritti da Vergilio nel primo libro della Georgica, onde si può giudicare tutte le qualità dei tempi, il Lunario et ephemeride dei XII mesi de l’anno, perpetuamente, Regola per poter bene intendere l’Ephemeride soscritta et la cagione tal volta del variar suo, i Pronostici de i toni di non poca admonitione et avedimento universale, indicatori della prosperità o delle sciagure che possono verificarsi sulla terra. Il volume accoglie anche le rime di Nigrisoli, alcune delle quali già presenti nella prima edizione e risalenti a parecchi anni prima. Trattano temi diversi: l’amore, nei componimenti in morte della moglie Laura, di evidente impronta petrarchesca; il disprezzo dei beni terreni (nella terza rima Sogno la falsità delle illusioni umane si lega all’apparizione di Apollo, emblema dell’ispirazione poetica); la religione (una Orazione a Dio nel metro della canzone posta alla fine del volume e sonetti sulla Passione); la politica (la canzone SvegliatiItalia, hormai, svegliati e mira); l’encomio cortigiano (una canzone per la nascita di Alfonso II d’Este; una dedicata a Laura Eustochia Dianti per la morte del suo amante Alfonso I; un componimento in morte dell’Ariosto). Una scelta di poesie di Nigrisoli fu inclusa ne Il secondo volume delle rime scelte di diversi eccellenti autori, II, Venezia, G. Giolito, 1564, pp. 595-599.

Fonti e Bibl.: Ferrara, Biblioteca comunale, cl. I, 526, n. 94 (testamento di Sigismondo Nigrisoli, 1551); Antonelli, 202: [G. Baruffaldi jr], Notizie delle Accademie ferraresi (1787), cc. 9, 18; 340: G. Baruffaldi sr e jr, Compendio dei personaggi per qualche titolo illustri, i quali sono sepolti nelle chiese di Ferrara dall’anno 1485 al 1698…, ad nomen; ibid.: G. Baruffaldi, Morti illustri di Ferrara, cc. 173, 170; B. Zambotti, Diario ferrarese dall’anno 1476 sino al 1504, a cura di G. Pardi, Bologna 1934 (R.I.S, XXIV, p. 50); M.A. Guarini, Compendio historico dell’origine, accrescimento e prerogative delle chiese, e luoghi pii della città, e diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, p. 263; F. Argelati, Biblioteca degli volgarizzatori, IV, Milano 1767, pp. 179-182; G. Baruffaldi, Rime serie e giocose opere postume dell’arciprete Baruffaldi, I, Ferrara 1786, pp. 99 s., 256 s.; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, I, Ferrara 1804, p. 88; L. Cicognara, Continuazione delle memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara 1811, f. 1, pp. 163-165; G. Campori - A. Solerti, Luigi, Lucrezia e Leonora d’Este, Torino 1888, pp. 153-156; E. Percopo, I sonetti faceti di Antonio Cammelli, Napoli 1908, pp. 69, 654; G. Ferraro, Alcune poesie inedite del Saviozzo e di altri autori, Bologna 1968, p. 67 n. 1; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo studio di Ferrara nei sec. XV e XVI, Bologna 1970, p. 171; N. Pirrotta, Musica tra Medioevo e Rinascimento, Torino 1984, pp. 186 s., 188 n. 15; R. Pasi, I Nigrisoli: storia di una famiglia che esercita la medicina da cinque secoli, Ravenna 1986, pp. 25, 27, 29 s.; R. Mazzei, Alle origini dell’immagine di Cracovia come città di esilio. Il ferrarese A.M. N. alla corte di Bona Sforza (1550-1555), in Rivista storica italiana, CXXIII (2011), pp. 461-509.