NIBBY, Antonio

Enciclopedia Italiana (1934)

NIBBY, Antonio

Giuseppe Lugli

Studioso di topografia e d'antichità romane e particolarmente del Lazio antico, nato a Roma il 4 ottobre 1792, morto ivi il 29 dicembre 1839. Non ancora trentenne fu nominato professore di archeologia nell'università romana e dalla cattedra dettò un libro di ermeneutica archeologica che si consulta ancora con profitto. Di salute malferma, sottopose il suo corpo a un lavoro lntenso, specialmente nelle lunghe escursioni nella Campagna Romana. La sua breve vita fu assai feconda per la scienza archeologica e a lui spetta il merito d'aver gettato le basi della topografia monumentale, studiata sul terreno, con occhio abilissimo e con piena conoscenza delle fonti classiche.

In collaborazione con sir William Gell, topografo inglese di notevole valore, egli redasse giovanissimo una carta dell'antico Lazio, stampata poi in Roma nel 1827, e a commento pubblicò dieci anni più tardi l'opera: Analisi storico-topografico-antiquaria della carta dei Dintorni di Roma (Roma 1837, voll. 3), ristampata in edizione postuma nel 1848-49; prima di questa egli aveva già pubblicato un libro di grande interesse col titolo: Viaggio antiquario ne' contorni di Roma (Roma 1819). Il N. si occupò anche della città, della quale trattò in un'opera fondamentale: Roma nell'anno 1838 (Roma 1838-41) in voll. 4, di cui due per la parte antica e due per la parte moderna. Se la prima parte è oggi antiquata per gli scavi compiuti e per il progresso degli studî archeologici, la seconda resta ancora notevole, e così pure le linee generali dell'opera che si può definire quanto di meglio sia stato scritto su Roma nella prima metà del secolo scorso. L'opera aveva avuto precedentemente un'edizione in forma ristretta col titolo: Itinerario di Roma (Roma 1826, voll. 2). Il N. è inoltre autore di numerosi saggi inseriti per la maggior parte nelle Dissertazioni dell'Acc. romana di archeologia (Roma 1821 segg.) e di libri di minor mole tra cui vanno ricordati quelli sulle Mura di Roma (ivi 1820), sugli Orti Serviliani (ivi 1833), sul Foro Romano e la Via sacra (ivi 1819), sul Tempio della Pace (ivi 1819), per il quale ultimo sostenne giovanissimo una vivace polemica con C. Fea, allora di grande autorità in materia; il tempo ha confermato pienamente le ragioni del Nibby.