RAMPEGOLO, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

RAMPEGOLO, Antonio

Stefan Visnjevac

RAMPEGOLO, Antonio (Antonius Rampegolus de Janua, Antonius Rampegollis, Rampelogo, Rampazoli, Rampegoli). – Nacque molto probabilmente a Genova, tra il 1330 e il 1335 (più verosimilmente che non attorno al 1360 come sostennero gli eruditi agostiniani Elssius, Herrera e Ossinger).

Quanto al luogo, un manoscritto (Firenze, Biblioteca nazionale, cod. II.V.137) contiene questo explicit: «figurae fratris Antonii Rampicholli di Gancia», che suggerirebbe un diverso luogo di nascita, ma l’origine genovese resta la più probabile. Quanto alla data, la prima versione della sua opera più rilevante, le Figurae Bibliorum, è datata 1373 (ms. Uppsala C 121) e un Liber Figurarum attribuito a Rampegolo (anche se non nel manoscritto) è datato 1354 al suo interno (L’Aja, Koninklijke Bibliothek, ms. 71 G 57). Si tratta, per entrambi, di testi abbozzati con descrizioni molto sintetiche, il che suggerisce che fossero delle versioni iniziali. A giudicare dalla prima delle due opere, Rampegolo potrebbe essere nato attorno al 1355, ma se anche la seconda è in effetti opera sua, la data di nascita deve essere spostata molto indietro, forse intorno al 1330-1335. Quest’ultima datazione è supportata da una voce dell’inventario del 1360 della biblioteca del convento di Monticiano, vicino a Siena, che presenta «Item figure Rampigolli in tabulis rubeis». Infine, Giacomo Filippo Foresti da Bergamo nel suo Supplementum chronicarum (1483 circa) descrive l’ottima fama goduta da Rampegolo intorno all’anno 1355 («Declamator sui saeculi famosissimus et celeberrimus, etiam ipse haec tempora praedicando et docendo»).

Degli anni giovanili di Rampegolo non si hanno altre informazioni, né si sa quando esattamente sia entrato nell’ordine degli agostiniani. I primi possibili riferimenti certi provengono dai registri dei priori generali agostiniani di Roma. Nel mese di giugno del 1348, i «fr. Antonio ‹de› Ianua e fr. Petro de burgo Palleae, omnibus ord. Erem.», appaiono nell’elenco dei presenti al testamento di «d. Minonus q. Bombologni, not. civis bonon. de cap. S. Proculi». Se si tratta dello stesso Antonio da Genova, la data di nascita andrebbe collocata attorno al 1330. Nell’ottobre del 1357, il filosofo e teologo agostiniano Gregorio da Rimini permise che Ricardus de Ianua reintegrasse nella sua posizione, tra gli altri, un Antonius de Ianua, giudicato con un livello sufficiente di conoscenza del latino scritto.

Rampegolo fa poi la sua definitiva apparizione a Napoli, dove iniziò a insegnare qualche tempo prima del 1384 e dove fu magister, secondo il prologus dell’opera che egli compose mentre risiedeva presso lo Studium, il Figurae Bibliorum (Incipit liber figura, editus per magistrum Antonium fratrum ordinis Sancti Augustini heremitarum ut infra patet, ms. Uppsala C 162, f.1r).

Le Figurae Bibliorum sono l’opera più importante di Rampegolo. Il prologus è rivolto appunto ai suoi studenti presso lo Studium di Napoli, ai quali viene attribuita la richiesta dell’opera («Dilectionis vestre conferens postulata metuo non incongrue ne lictus inanis araverim», f. 1r). Disposte in ordine alfabetico per argomento (da abstinentia a xristus), le Figurae Bibliorum appartengono genericamente al genere dell’esegesi biblica e a quello delle raccolte di exempla (narrazioni spesso basate sulle Scritture, finalizzate a impartire un messaggio morale), ma si differenziano da queste ultime in quanto Rampegolo si concentrò sul fare luce sul vero, e più complesso, senso delle Scritture con modalità sì affini all’esegesi, accompagnate da esempi, o figurae, tratti dalla Bibbia stessa. Quanto all’utilizzazione, si potrebbe inserire l’opera nella varia tipologia dei materiali di predicazione utilizzati per la composizione dei sermoni (e probabilmente in questo senso fu in seguito utilizzata, dopo essere stata un testo per l’insegnamento), ma, a giudicare dalla dedica, l’origine risale alle lezioni di Rampegolo ai suoi studenti sull’esegesi delle Scritture rivolte a coloro che studiavano per diventare predicatori. Rampegolo vi espose anche le proprie interpretazioni personali insieme a quelle consolidate, e questo fatto fu all’origine, molti anni più tardi, dell’inserimento nell’Index Librorum Expurgatorius nel 1584 e nell’Index romano nel 1590. Le Figurae Bibliorum furono un testo di grande successo ed ebbero numerose edizioni a stampa nel tardo XV secolo e nel XVI secolo in Germania, in Francia e in Italia; stampate per la prima volta a Ulm nel 1475 da Johannes Zemer di Rutlingen, furono edite per l’ultima volta a Napoli nel 1848. A seguito del suo inserimento nell’Index, ne apparve una versione corretta a Colonia nel 1609 e nel 1617, seguita da un’altra ad Anversa nel 1667. Una curiosità è costituita dal fatto che le Figurae sono l’ultimo incunabulum che può essere definito tale, poiché Georgius Arrivabenus ne stampò un’edizione a Venezia il 31 dicembre 1500.

In data anteriore al 28 aprile 1384, Rampegolo era stato ordinato dal priore generale Bartolomeo da Venezia, secondo un documento dei registri dei Priori generali di Roma, tramite il quale gli era stato conferito il privilegio di celebrare la messa a Genova («confirmamus gratiam factam fratri Antonio de Janua per nostrum predecessorem M. N. de eundo Januam cantatum missam apud suos progenitores», Roma, Archivum generale Ordinis S. Augustini, Dd 2, f. 14v). Tuttavia, vi sono indicazioni che questo atto non fosse che la conferma di un privilegio già conferito e che Rampegolo fosse stato effettivamente ordinato sacerdote in un periodo precedente. A Padova, Rampegolo non cominciò il suo cursus fino al 1388, secondo un altro documento del 24 maggio dello stesso anno («concessimus licentiam fratri Antonio de Janua, ut suos cursus incipere et perficere possit in conventu Paduano, secundum quod sue discretioni videbitur expedire», Roma, Archivum generale Ordinis S. Augustini, ms. Dd 3, f. 65r). Anche nell’agosto del 1389 Rampegolo si trovava a Padova, dove gli era stato affidato il compito di tenere due letture pubbliche per gli studenti del convento assieme a Paolo Francesco da Venezia («ordinamus in conventu Paduano, ut frater Antonius de Janua et Paulus Francischus de Venetis duas publice legant studentibis lectiones», ibid., f. 116v). Nel novembre del 1389 Rampegolo ottenne il permesso di sostenere gli esami per divenire lettore di fronte al maestro reggente di Bologna («concessimus fratri Antonio de Janua, ut communi examine previo possit sub suo magistro regente Bononie gradu lectorie insigniri», ibid., f. 119v). Nel 1390 fu poi nominato lettore dello Studium degli agostiniani a Genova, dove sostituì il noto predicatore Simone da Cremona («precepimus magistro Simoni de Cremona sub pena nostre inobedientie, quod si frater Michael de Albengana renuntiavit lectorie conventus de Janua et ibidem posuit pro lectore fratrem Antonium de Janua», ibid., f. 131v). Rampegolo fu inoltre lettore a Bologna, secondo un documento rogato in sua asssenza e datato aprile 1393; presumibilmente risiedeva presso il convento di Genova («concessimus licentiam fratri Antonio de Janua lectori conventus Bononiensis eundi cum uno socio ad suam provinciam et conventum in eisdemque manendum, quantum sue videbitur discretioni. Nolentes ut propter suam diuturnam absentiam a dictu conventu de Bononia privationem lectorie, celle vel gratiarum quarumcumque incurrere debeat quovis modo. Idem volentes de suo socio, si studens fuerit, ut nec studio nec cella privari debeat propter similem absentiam de nostra gratia speciali», ibid., f. 182r).

Tritemio definisce Rampegolo iuris canonici professor, ma di questo titolo non si trovano altri riscontri in alcuna fonte. Inoltre, secondo quanto riportato dal medesimo Tritemio e da Antonio Possevino, da Crusenius e altri, avrebbe partecipato nel 1414 al Concilio di Costanza come rappresentante del suo ordine e del convento di Genova. In tale occasione si dice abbia tenuto delle prediche avversando gli insegnamenti di Jan Hus; ma nella Collectio conciliorum di Mansi non c’è menzione di lui.

Le fonti indicano la sua morte intorno all’anno 1422.

Oltre alle Figurae Bibliorum, diverse opere sono attribuite a Rampegolo. Una Biblia Aurea, o Compendium Bibliae, è spesso elencata come una sua opera distinta, ma Adolar Zumkeller ha evidenziato la somiglianza della struttura e del contenuto di quest’opera con le Figurae Bibliorum, di cui in effetti sembra essere una versione abbreviata. Un’altra opera, il ciclo di prediche quaresimali De pugna spirituali, ha una paternità contestata. Il ms. Bordeaux 267 cita Rampegolo come l’autore, ma molti altri indicano Agostino da Urbino; e il ms. München BstB Clm 23799 lo attribuisce a Frater Bartholomaeus. Una terza breve composizione, che si legge nel ms. Uppsala C 121 accanto alle Figurae Bibliorum, dal titolo De potestate remittendi peccata, che riprende in grossa parte alcune sezioni del De Sacramentis di Ugo di San Vittore, potrebbe anch’essa appartenere a Rampegolo. Infine, Zumkeller indica una Mantissa in librum figurarum moralem trovata in due manoscritti contenenti le Figurae Bibliorum, ma osserva che il suo autore non è identificabile con sicurezza.

I primi bibliografi agostiniani moderni concordano sul fatto che Rampegolo fosse un predicatore noto e rispettato nel suo tempo, ma nessuno dei suoi sermoni sembra sia giunto fino a noi (a meno che il De pugna spirituali non possa essere definitivamente attribuito a lui). Thomas de Herrera sosteneva di aver visto un manoscritto di sermoni quaresimali di Rampegolo in casa di Fulgentius Baldanus, Ordinis Eremitanum Sancti Augustini. Giacomo Filippo Foresti da Bergamo attesta anche complurima Sermonum opuscula, anch’essi tutti perduti; infine, il ms. Cgm. 688, ff. 1r-20r (c. 1466) della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera inizia: «Incipiunt theumata sermonum collecte ex libro fr. Anthonii de ord. S. Aug.», ma si tratta di un lavoro redatto da un autore anonimo che ha utilizzato alcuni estratti delle Figurae Bibliorum di Rampegolo, attestandone così l’utilizzo più tardo per la composizione di sermoni.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivum generale Ordinis S. Augustini, Regesta RR.PP. Gregorii Ariminensis et Matthaei Asculani 1357-1360 (Dd 1); Regestum R. P. Barth. de Venetiis 1384-1387 (Dd 2); Dd 3; Uppsala, Universitet Bibliotek, ms. C 162; München, Bayerische Staatsbibliothek, mss. Cgm. 688, ff. 1r-20r; Clm 17289; Clm 23799; Clm 23819; Clm 26904. J. Trithemius, Liber de Ecclesiasticis Scriptoribus, Basileae 1494, p. 172, n. 745; J. Philippus de Bergamo, Supplementum Chronicarum, XIII, Venezia 1513, p. 254; C. Gessner, Biblioteca Universalis, Zurich 1545, p. 58v; J. Pamphilo, Chronica Ordinis Fratrum Eremitarum Sancti Augustini, Roma 1581, p. 72; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna. Parte seconda (1598; edizione pubblicata nel 1657), ad annum 1414.

A. Possevino, Apparatus sacer ad scriptores Veteris et Novi Testamenti, I-II, Colonia 1608, I, p. 96; N. Crusenius, Monasticon Augustinianum, Monaco 1623, III, 23, p. 166; T. de Herrera, Alphabetum Augustinianum, I-II, Madrid 1644, I, p. 53; P. Elssius, Encomiasticon Augustinianum, Bruxelles, 1654, p. 77; R. Soprani, Li Scrittori della Liguria, Genova 1667, pp. 38-40; J.F. Ossinger, Bibliotheca Augustiniana, Ingolstadt-Augsburg 1768, p. 732 s.; L. Hain, Repertorium Bibliographicum, Stoccarda 1837, n. 13677-13690; A. Zumkeller, Antonius Rampegolus, in Lexikon für Theologie und Kirche, I, Freiburg 1930, p. 675; D. Perini, Bibliographia Augustiniana, I-II, Firenze 1931, II, pp. 111-113; F. Stegmüller, Repertorium Biblicum Medii Aevi, Barcelona 1950, II, pp. 125 s.; D. Gutierrez, Rampegolo, in Enciclopedia cattolica, X, Roma 1953, col. 517; D. Gutierrez, De Antiquis Ordinis Eremitarum Sancti Augustini Bibliothecis, in Analecta augustiniana, XXIII (1954), p. 220; E. Ypma, Le “De Pugna Spirituali” est-il l’œuvre d’Augustin d’Urbin?, in Augustiniana, X (1960), pp. 238 s.; A. Zumkeller, Manuskripte von Werken der Autoren des Augustiner-Eremitenordens in mitteleuropäischen Bibliotheken, Würzburg 1966, p. 62-65, n. 115-118; C. Piana, Studenti agostiniani a Bologna negli anni 1381-86, in Analecta augustiniana, XL (1977), p. 86; E.L. Saak, The Figurae Bibliorum of Antonius Rampegolus, O.E.S.A. (1360 ca.-1422 ca.), in Via Augustuni: Augustine in the Later Middle Age, Renaissance and Reformation. Essays in honour of Damasus Trapp O.S.A., a cura di H.A. Oberman - F.A. James, III, Leiden-New York 1991, pp. 19-41; M. Milway, Forgotten best-sellers from the dawn of the Reformation, in Continuity and change: the harvest of Late-Medieval and Reformation history, a cura di R.J. Bast - A.C. Gow, Leiden 2000, p. 122; E.L. Saak, High way to heaven: the augustinian platform between Reform and Reformation, 1292-1524, Leiden 2002, pp. 529-535, 594, 596 s., 605, 615-618; Science and faith between observance and censorship/Scienza e Fede tra osservanza e censura, a cura di V. Bonani - M.L. Siragusa, Chicago 2007, p. 164.

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