RIMPATTA, Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 87 (2016)

RIMPATTA, Antonio

Vincenzo Farinella

RIMPATTA, Antonio. – Non si conoscono le date di nascita e di morte di questo pittore bolognese. La più antica notizia su di lui proviene da un rogito del notaio Gaspare Pontano datato 5 maggio 1500 e stipulato a Roma nel rione Ponte: tra i testimoni figurano i «magistris Iacobo et Antonio filiis Cristofori de Rimpactis de Bononia pictoribus» (Mazzalupi, in corso di stampa). Da questo documento si deduce non solo che Antonio Rimpatta in quel momento si trovava a Roma, ma anche che era figlio di Cristoforo e fratello di Jacopo Ripanda (v. la voce in questo Dizionario), il pittore bolognese che ricevette, probabilmente proprio in quell’anno, la commissione di decorare le sale di rappresentanza del palazzo dei Conservatori in Campidoglio.

Nel 1501 Antonio appose la propria firma sul polittico di suor Maddalena Mormile (o Mormina) per il convento domenicano dei Ss. Pietro e Sebastiano di Napoli, oggi conservato a Firenze nel Cenacolo di Fuligno (Ugolini, 1994, pp. 12-15; Leone de Castris, 2005; Ugolini, 2010, pp. 21, 34 cat. 7; Mosso, 2012, pp. 58-60); dipinto che costituisce la prima prova di un contatto con l’ambiente napoletano (anche se non sappiamo se l’opera, di grandi dimensioni, fu realizzata nella capitale del Regno o ivi spedita da Roma).

Nel 1509 Antonio si trovava a Napoli: il 22 agosto, infatti, «magister Antonius rimpacta de Bononia pictor» stipulò il contratto per la monumentale pala d’altare con Madonna e santi per la chiesa di S. Pietro ad Aram dei canonici regolari lateranensi (conservata dal 1821 nel Museo nazionale di Capodimonte). Il dipinto, stimato il 31 marzo 1511 (tra i nomi degli artisti collaudatori compare anche quello di «magister Pirrus Antonius de Manfreda de Bononia pictor», e cioè con ogni probabilità il pittore bolognese Antonio Pirri), venne saldato il 27 giugno dello stesso anno e consegnato in agosto (Filangieri, 1884, pp. 100-103; De Rinaldis, 1928, pp. 267 s., cat. 94; Alparone, 1986, p. 41; Leone de Castris, 1999, pp. 74-76 cat. 41). La cornice, intagliata da Giovanni da Nola, fu commissionata il 7 marzo 1511 (Filangieri, 1891, p. 171). Se, come ipotizzato (Zeri, 1992, p. 208), la figura giovanile di un laico in secondo piano all’estrema sinistra della pala dipinta costituisce l’autoritratto del pittore, allora Antonio potrebbe essere nato a Bologna intorno al 1475.

In un altro documento romano che può essere, ma solo ipoteticamente, messo in relazione con Antonio Rimpatta, risalente al 15 gennaio 1514, i maestri delle strade del Comune stabilirono la suddivisione delle spese per la costruzione di una cloaca tra vari proprietari di case del rione Ponte (Mazzalupi, in corso di stampa): tra i personaggi citati compare un «mastro Iacovo pentore», che è quasi certamente Jacopo Ripanda, e anche un Antonio, che potrebbe quindi essere suo fratello, rientrato a Roma dopo il soggiorno napoletano.

Ovviamente, se si accettasse questo documento, verrebbe a cadere la possibilità di identificare Antonio Rimpatta con quel fra Antonio da Bologna che entrò come converso, senza cioè prendere i voti, nel monastero olivetano di Napoli proprio nel 1511, quando venne conclusa la pala di S. Pietro ad Aram, ed è autore dell’Assunta nella cappella di S. Scolastica a Monte Oliveto Maggiore (Tempestini, 1981): un’ipotesi ritenuta «suggestiva ma non del tutto convincente» (Tumidei, 1988, p. 822), anche per l’indebita confusione con il gruppo di opere riferite al cosiddetto Maestro della Sacra Conversazione Setmani, caratterizzate da evidenti influssi lombardi e da una qualità nettamente più elevata.

Allo stato attuale degli studi risulta quindi più prudente mantenere aperta la possibilità di una coincidenza tra le personalità di Antonio Rimpatta, fratello di Jacopo Ripanda, attivo a Roma e Napoli tra il primo e il secondo decennio del Cinquecento, e di fra Antonio da Bologna, documentato in vari monasteri olivetani, da S. Michele in Bosco presso Bologna (dove è ricordato da Giorgio Vasari) a Monte Oliveto Maggiore e nuovamente a Napoli, dove morì tra il 1531 e il 1532. Il Maestro della Sacra Conversazione Setmani, autore di veri e propri capolavori che sembrano nati in Lombardia intorno all’anno 1500, come il dipinto eponimo e la Sacra Conversazione dell’Art Institute di Chicago, risulta invece un artista culturalmente e qualitativamente distinto: anche l’apertura sulla grafica di Rimpatta offerta da Giovanni Agosti (Disegni del Rinascimento in Valpadana, 2001, p. 173, cat. 28), in riferimento al bellissimo foglio di Francoforte con uno studio per la figura di s. Giuseppe, va piuttosto riferita al misterioso autore della Sacra Conversazione Setmani.

Dai documenti e dalle opere che gli studi, stimolati dal fondamentale saggio di Federico Zeri del 1963 (ripubblicato poi nel 1992), hanno saputo radunare intorno al nome di Antonio Rimpatta emerge il profilo di un artista di media qualità, girovago ed eclettico, formatosi in Emilia e in particolare nella Bologna di Francesco Francia, Lorenzo Costa e Giovanni Antonio Aspertini, attivo quindi nella Roma ‘umbra’ dei primissimi anni del Cinquecento dominata da Perugino, Pinturicchio e Antoniazzo Romano (ma quasi del tutto impermeabile allo stile all’antica che stava affermandosi in quegli anni in città, grazie anche alle imprese antiquarie del fratello Jacopo), e capace infine di portare precocemente nel Meridione d’Italia uno stile centroitaliano composito e aggiornato, sia pur timidamente, anche sulle primissime novità romane di Raffaello.

Fonti e Bibl.: G. Filangieri, Di un dipinto finora attribuito ad Antonio Solario, detto lo Zingaro, in Archivio storico per le province napoletane, IX (1884), pp. 91-103; Id., Documenti per la storia le arti e le industrie delle provincie napoletane, V. Indice degli artefici delle arti maggiori e minori, 1. Dalla lettera A alla lettera G, Napoli 1891, pp. 34, 171; A. De Rinaldis, Pinacoteca del Museo Nazionale di Napoli. Catalogo, Napoli 1928, pp. 267 s., cat. 94, tav. 28; V. Viale, Civico Museo Francesco Borgogna. I dipinti. Catalogo, Vercelli 1969, p. 68, cat. 98; A. Tempestini, Antonio da Bologna: uno o due?, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 1981, vol. 25, n. 3, pp. 341-354; M.G. Ciardi Dupré Dal Poggetto, A. R. nelle Marche?, in Urbino e le Marche prima e dopo Raffaello (catal., Urbino), a cura di M.G. Ciardi Dupré dal Poggetto - P. Dal Poggetto, Firenze 1983, pp. 286-289; T. Kustodieva, The St Sebastian by A. R., in Soobščenija Gosudarstvennogo Ėrmitaža (Reports of the State Hermitage Museum), 1985, n. 50, pp. 6 s., 55; G. Alparone, Proposte per Antonio Pirri, A. R. e Sebastiano Pisano nei musei napoletani, in Arte Cristiana, LXXIV (1986), 712, pp. 41-44; S. Tumidei, s.v. R., A., in La pittura in Italia. Il Cinquecento, a cura di G. Briganti, II, Milano 1988, pp. 822 s.; F. Zeri, A. R., in Id., Giorno per giorno nella pittura. Scritti sull’arte dell’Italia centrale e meridionale dal Trecento al primo Cinquecento, Torino 1992, pp. 207-209 (già in Bollettino d’Arte, s. 4, XLVIII (1963), 1-2, pp. 46-49); A. Ugolini, Per A. R., in Paragone, XLV (1994), 47-48 (535-537), pp. 11-25; P. Leone de Castris, in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte: le collezioni borboniche e post-unitarie, I, Dipinti dal XIII al XVI secolo, a cura di P. Leone de Castris, Napoli 1999, pp. 74-76, cat. 41; M. Calì, La pittura del Cinquecento, II, Torino 2000, pp. 583-586; Disegni del Rinascimento in Valpadana (catal.), a cura di G. Agosti, Firenze 2001, p. 173, cat. 28; P. Leone de Castris, in Perugino a Firenze. Qualità e fortuna d’uno stile (catal.), a cura di R.C. Proto Pisani, Firenze 2005, pp. 206-211, n. 52; A. Ugolini, A. R. e alcuni comprimari del peruginismo a Bologna, in Arte Cristiana, XCVIII (2010), 856, pp. 21-34; V. Mosso, Intorno ad A. R.: un rebus di primo Cinquecento, in Intrecci d’arte, 2012, n. 1, pp. 43-63; A. Ugolini, in San Sebastiano. Bellezza e integrità nell’arte tra Quattrocento e Seicento (catal., San Secondo di Pinerolo), a cura di V. Sgarbi - A. D’Amico, Ginevra-Milano 2014, pp. 62 s., cat. 11; M. Mazzalupi, I fratelli Rimpatta: novità biografiche dagli archivi romani, in La Roma di Raffaele Riario tra XV e XVI secolo: cultura antiquaria e cantieri decorativi. Giornata di studi..., Roma, Galleria nazionale d’arte antica-Palazzo Corsini... 2016, in corso di stampa.

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