FERRINI, Antonio Romolo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)

FERRINI, Antonio Romolo

Raoul Meloncelli

Scarse e lacunose sono le notizie biografiche relative a questo contraltista evirato, nato a Roma intorno al 1670. Nulla sappiamo sulla sua formazione musicale, che comunque si ipotizza particolarmente accurata se nel 1691 il F. era già conosciuto tanto da essere scritturato dal teatro di Pratolino del granduca di Toscana, al cui servizio fu da questo momento sino almeno alla fine del sec. XVII. Lacunose sono le notizie sugli inizi della sua carriera, che comunque lo vide esibirsi in vari teatri italiani per lo più in ruoli femminili secondo le consuetudini del tempo e in ossequio alle prescrizioni di Innocenzo XI che, precludendo alle donne la possibilità di recitare in pubblico, imponeva l'utilizzazione costante dei castrati sulle scene dei teatri romani e nei territori dello Stato pontificio.

Durante la stagione di carnevale del 1694 il F. si esibì al teatro Tordinona di Roma, ove interpretò con successo il ruolo di Romilda ne IlXerse di G. Bononcini. In questa occasione fu costretto a replicare più volte le sue arie tanto da pregiudicare la sua emissione vocale e mettere in forse la sua partecipazione alle recite successive, che, iniziate il 25 gennaio, si protrassero sino al 23 febbraio.

Nella stessa stagione il F. interpretò il ruolo di Marzia nel Tullio Ostilio, ancora di Bononcini, e fu poi a Bologna, ove il 15 maggio 1695 al teatro Malvezzi cantò nel Nerone fatto Cesare di G. A. Perti, in cui sostenne con rinnovato successo il ruolo di Tigrane; sempre al teatro Malvezzi, nell'estate del 1697, fu chiamato a sostituire G. F. Grossi, detto Siface, un altro celebre contraltista, morto assassinato pochi giorni prima della rappresentazione del Perseo, un pasticcio di diversi autori in cui il F. interpretò il ruolo di Aglante.

Particolarmente ammirato, oltre che per il virtuosismo vocale, per l'aspetto fisico assai gradevole dalle fattezze decisamente muliebri, così fu descritto da F. Raguenet, che ebbe modo di ammirarlo nel 1698, forse in occasione di una tournée francese: "Habillé en princesse persane, comme il était, avec le turban et l'aigrette, il avait un air de reine et d'impératrice, et l'on n'en a peut-être jamais vu une plus belle au monde, qu'il ne paraissait sous cet habit" (in Barbier, p. 138).

Ancora al teatro romano di Tordinona fu chiamato ad interpretare il ruolo di Penelope in Penelope la casta di Perti (25 genn. 1696), cui nel febbraio dello stesso anno fece seguito l'opera IlFurio Camillo, sempre di Perti, in cui sostenne il ruolo di Lidia. Successivamente, dopo essere apparso in vari teatri della penisola e d'Europa, tra cui probabilmente Parigi, passò al servizio degli Asburgo, prima di Leopoldo I e poi di Giuseppe I; trasferitosi a Vienna intorno al 1700, riscosse il primo successo ne I decemviri di A. Scarlatti; secondo quanto riferito dallo Schmidl, per il suo servizio presso la corte gli venne corrisposto uno stipendio mensile di 120 fiorini. Fu attivo presso la corte imperiale di Vienna sino al 1ºapr. 1711, allorché venne pensionato.

Si ignora se abbia continuato ad esibirsi in teatri viennesi dopo tale periodo ma è probabile comunque che si sia stabilito definitivamente nella capitale austriaca, come sarebbe testimoniato da una lettera inviata a Bologna in data 16 genn. 1732 e indirizzata a P. F. Tosi (Lettere scritte da P. F. Tosi e ad esso dirette, conservate nella Bibl. del Civico Museo bibliogr. musicale di Bologna, Mss. autogr. n. 37).

Morì a Vienna dopo il 1732.

Il F. appartiene alla schiera di evirati che sino alla fine del secolo XVIII si esibirono sulle scene dei maggiori teatri europei, in cui si affermarono come i più qualificati esponenti del belcantismo italiano. Dotato di una tecnica di prim'ordine e di ragguardevoli doti espressive, come sarebbe testimoniato dal fatto di essere stato chiamato a sostituire il celeberrimo Siface, fu particolarmente apprezzato in ruoli di bravura, dotato di ottime qualità mimiche e di un elegante stile di canto.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Avvisi di Roma, b. 70; G. Gaspari, Catal. del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 148; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII, Bologna 1888, pp. 125, 129, 374; F. Clementi, Il carnevale romano, Roma 1899, p. 555; A. Cametti, Il teatro di Tor di Nona e poi Apollo, Tivoli 1938, pp. 356 ss.; A. Ademollo, I teatri di Roma nel secolo decimosettimo, Roma 1969, pp. 183 s., 186; S. Franchi, Drammaturgia romana, Roma 1988, pp. 669, 672, 700, 703; P. Barbier, Histoire des castrats, Paris 1989, p. 138; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 220; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 301; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 227.

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