SMAREGLIA, Antonio

Enciclopedia Italiana (1936)

SMAREGLIA, Antonio

Guido Maria Gatti

Compositore di musica, nato a Pola il 3 maggio 1845, morto a Grado il 15 aprile 1929. Siudiò dapprima a Vienna poi al conservatorio di Milano dove ebbe a maestro Franco Faccio. Giovane ancora divenne cieco. Dal 1921 alla morte insegnò composizione al Conservatorio Tarditi di Trieste.

Il suo saggio finale, il poema sinfonico Eleonora (1877) fu eseguito più volte in pubblico in importanti concerti. Indi si dedicò al teatro e scrisse successivamente le opere Preziosa (Milano 1879), Bianca da Cervia (ivi 1882), Re Nala (Venezia 1887), Il vassallo di Szigeth (Weimar 1889), Cornelis Schütt (Praga 1893; ritoccata e con il titolo I pittori fiamminghi rappresentata a Trieste nel 1928), Nozze istriane (Trieste 1895), La Falena (Venezia 1896), Oceàna (Milano 1902), Abisso (ivi 1914). In queste opere, e soprattutto nelle migliori di esse come Nozze istriane, si rivela un robusto temperamento drammatico e un sicuro orchestratore, dominato tuttavia dall'arte wagneriana e in genere tedesca. Scrisse inoltre un Inno a Tartini nel 1896 (per l'inaugurazione del monumento al violinista piranese) e melodie per canto e pianoforte.

Bibl.: A. Lualdi, Il musicista cieco: A. S., in Emporium, ottobre 1919; M. Smareglia, A. S. nella storia del teatro melodramm. it., Pola 1934.

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