Aracne

Enciclopedia Dantesca (1970)

Aracne (Aragne)

Clara Kraus

La leggenda di A. è diffusamente narrata da Ovidio (Met. VI 5-145): nata in Lidia, a Ipape, presso il monte Tmolo, e figlia di un tintore, Idmone, A. è una tessitrice famosa; accecata da superbia, osa sfidare a gara la stessa Pallade, sua maestra, che alla fine della contesa la percuote mal sopportando la sua straordinaria abilità. Per non sopravvivere all'umiliazione A. si impicca; ma il tentato suicidio rimane senza esito, perché la dea mantiene in vita la fanciulla e la trasforma in ragno. L'eccellenza di A. nell'arte della tessitura è ricordata in If XVII 18; evidente è la derivazione dalla fonte ovidiana in Pg XII 43-45 O folle Aragne, sì vedea io te / già mezza ragna, trista in su li stracci / de l'opera che mal per te si fé, ove A. è presentata come settimo esempio di superbia punita, nel momento in cui si sta trasformando in ragno, quando è ancora tanto partecipe della natura umana da poter manifestare il proprio dolore.

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