ARCHEOLOGIA

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

ARCHEOLOGIA (IV, p. 26)

Giovanni BERNIERI
Giovanni BECATTI
Carlo CECCHELLI

Archeolocia preistorica, (p. 26). - Per l'archeologia preistorica, v., in questa Appendice la voce preistoria e i paragrafi dedicati all'argomento nelle voci sui singoli stati e regioni principali.

Archeologia classica (IV, p. 30).

La scienza archeologica ha avuto notevole incremento, nel campo classico, in quest'ultimo decennio sia nel settore degli scavi, sia in quello degli studî; gli stessi eventi bellici, accanto a qualche distruzione, hanno reso possibili - come nel caso di Palestrina - nuove e importantì scoperte, mentre l'attività di protezione dei monumenti dalle offese belliche e quella di restauro dei monumenti offesi, ha posto nuovi, interessanti problemi. La notizia degli scavi e delle scoperte più importanti sarà data sotto gli esponenti dedicati, in questa Appendice, sia alle più importanti regioni (v. pertanto, ad es., italia; grecia; siria; palestina; cirenaica; tripolitania; algeria; tunisia; marocco; albania; bulgaria; romania; ungheria; svizzera; francia; inghilterra; spagna; portogallo; belgio; olanda; turchia); sia alle più notevoli località di scavo (v. per es. ostia; pompei; ercolano; roma; veio; palestrina; tarquinia; volsinii; atene; alessandria; cipro; coo; rodi; e anche, per gli scavi a Creta, cretese-micenea, civiltà).

Nel campo degli studî si nota un costante progresso per il più profondo senso storico ed estetico che li anima. Da un lato l'archeologo si allontana sempre più dallo studio puramente antiquario per guardare storicamente i problemi che i monumenti gli pongono, dall'altro si va accentuando la distinzione fra archeologia e storia dell'arte.

Mentre sempre più perfette si fanno le relazioni di scavo in cui tutti i dati e tutta la documentazione vengono accuratamente vagliati ed esposti, si vanno moltiplicando gli studî critici su argomenti di arte, e si continuano ad approntare i grandi corpora monumentorum che costituiscono i necessarî strumenti di lavoro scientifico accanto ai cataloghi critici dei musei. In questo campo va segnalato il nuovo Corpus delle pitture antiche scoperte in Italia, promosso da G. E. Rizzo, di cui sono già stati pubblicati XI fascicoli, mentre si sono pubblicati anche molti fascicoli del Corpus Vasorum Antiquorum e fra i cataloghi più notevoli quelli delle sculture dei musei di Berlino, delle sculture dei Magazzini Vaticani, dei sarcofagi nel Museo di Pretestato, del nuovo Museo Capitolino, della Raccolta Guglielmi del Vaticano, delle oreficerie del Museo di Napoli.

La critica d'arte antica richiede una complessa ricerca filologica e per la rarità di originali presuppone una classificazione tipologica e sistematica delle copie, uno sfruttamento anche di materiali secondarî, uno spoglio critico delle testimonianze letterarie, ricostruzioni e integrazioni per cui sono di grande aiuto i calchi in gesso.

Solo dopo questa prima fase filologica e archeologica, che per la sua complessità distingue appunto la storia dell'arte antica da quella medievale e moderna, si può affrontare l'analisi stilistica dell'opera d'arte, studiando storicamente la genesi della creazione artistica e penetrandone il valore poetico e universale.

Mentre il metodo furtwaengleriano di studio comparativo delle copie è andato perfezionandosi, si è sentito altresì il bisogno di avvicinarsi sempre più agli originali conservati e basare su questi i fondamenti del quadro della storia dell'arte antica che può ampliarsi con lo studio sia delle copie, sia dei prodotti di un artigianato artistico, spesso molto elevato nel mondo antico, che conservano i riflessi della grande arte perduta e servono a colmare le lacune della tradizione e a definire il gusto e il clima di un periodo.

Questo movimento storico ed estetico si è affermato specialmente in Germania e in Italia in quest'ultimo venticinquennio con tutta una corrente critica intensa che in Italia, muovendo dall'estetica crociana, ha fatto capo alla rivista La critica d'arte, mirando alla ricostruzione e valutazione della personalità degli artisti, mentre in Germania e in Austria si è volta soprattutto a problemi più generali e a quello della "struttura".

Nel campo dell'arte greca fra i risultati più interessanti di questo movimento estetico va ricordata la comprensione dei valori dell'arcaismo, l'analisi critica dei complessi originali di Olimpia, del Partenone e di Pergamo, mentre si è cercato di far luce sui molti problemi dell'ellenismo.

Un notevole perfezionamento è stato conseguito anche dagli studî sulla ceramica greca nella ricostruzione stilistica delle officine e dei ceramografi.

Nel campo dell'arte etrusco-italica si sono andati sempre meglio fissando i caratteri originali di questo linguaggio espressivo, chiarendo la diversa reazione verso l'insegnamento greco del sostrato indigeno nei varî periodi.

Un notevole impulso hanno avuto gli studî sull'arte romana in quest'ultimo decennio con un approfondimento critico dei monumenti e degli aspetti più significativi dalla sua genesi alla sua formazione (pittura, ritratto, rilievo storico, sarcofagi), alla corrente del tardo impero, di cui si è messo in risalto il contenuto espressionistico e astratto.

Gli studî più recenti mostrano inoltre una ricostruzione sempre più ampia e profonda dell'ambiente storico e spirituale in cui l'opera d'arte si è maturata, una definizione del gusto artistico del tempo; l'arte antica è cioè vista nella sua storicità.

Bibl.: Per la bibliografia particolare v. soprattutto le voci grecia: Arte e roma: Arte, in questa App. Sulla disciplina archeologica, fra i manuali più recenti, vanno ricordati quelli di B. Pace, Introd. allo studio dell'archeol., Napoli 1939, e di P. E. Arias, Archeologia: avviamento allo studio stor. dell'archeol. classica, Catania 1943. Si è fondata a Roma l'Associazione internazionale per l'archeologia classica, che pubblicherà un bollettino annuale dal titolo Fasti Archeologici (il vol. I in corso di stampa), contenente una completa bibliografia e notizie informative su tutta l'attività scientifica e di scavo dal campo preistorico fino al cristianesimo.

Archeologia cristiana (p. 33).Gli indirizzi più recenti negli studî di archeologia cristiana con la più approfondita indagine nel campo della storia del cristianesimo e della patristica, mirano oramai a meglio ricercare i valori simbolici e mistici delle immagini e delle stesse forme architettoniche ritornando, ma con oculatezza, a quel concetto di F. Piper che si assommava nella definizione di "teologia monumentale". Non si dovrà naturalmente porre in dipendenza dall'idea religiosa la constatazione obiettiva; ma dovrà farsi in modo che documenti e monumenti s'illuminino a vicenda, col sussidio anche di quella indagine comparata storico-religiosa che tanto felicemente fu iniziata. da F. J. Dölger, di recente scomparso (1940). L'attività di scavo, limitata nel campo cemeteriale (v. roma, in questa App.), è stata più vasta nel campo basilicale (v. basilica, in questa App.).

Nel campo degli studî si ricorda del Dölger (insieme a H. Lietzmann, Th. Klauser ed altri) un dizionario comparato di antichità cristiane ed esterne al cristianesimo (Reallexikon für Antike und Christentum, Lipsia 1939). Purtroppo non ne sono usciti che i primi cinque fascicoli a causa della guerra, che ha troncato pure la serie Antike und Christentum che lo stesso autore redigeva integralmente e pubblicava in fascicoli (se ne eccettui uno intitolato Pisciculi, dove trovansi contributi di varî studiosi per il sessantesimo del Dölger, nel 1939). Fra i più recenti manuali di archeologia cristiana si può citare quello di René Aigrain (Parigi s. d. ma 1941), in alcune parti aggiornato, in altre sensibilmente arretrato. Un volumetto sullo stile bizantino è dovuto a Paul Lemerle, lo scavatore delle basiliche bizantine a Filippi in Macedonia. Profonda attività nel campo dell'archeologia e della storia dell'arte va svolgendo Andrea Grabar, un bulgaro naturalizzato francese. Egli ha pure iniziato (1945) una rivista: Cahiers archéologiques fin de l'Antiquité et Moyen Âge. Un Builletin di studî bizantini è nato nel 1946 ad opera di un istituto per tali ricerche, diretto da Th. Whittemore, americano, cui si deve una nuova indagine sui mosaici di S. Sofia di Costantinopoli.

Scomparsi di recente mons. Joseph Wilpert (nel 1944), autore di opere fondamentali sui monumenti paleocristiani, e mons. Johann Peter Kirsch (nel 1941), fondatore del Pontificio Istituto di archeologia cristiana, storico della Chiesa ed archeologo, si vanno affermando nuove forze: mons. L. de Bruyne, nuovo direttore dell'anzidetto istituto di archeologia cristiana, il p. Antonio Ferrua, che ora (scomparso mons. Carlo Respighi, allievo di G. B. de Rossi) presiede la Pontificia Commissione di archeologia sacra (il F. ha pubblicato, tra l'altro, nel 1942, una splendida edizione degli Epigrammata Damasiana). Si aggiunga che nel 1945, scomparso H. Leclercq, già direttore e redattore del Dictionnaire d'Archéologie chrétienne et de Liturgie (l'altro direttore don F. Cabrol era morto da tempo), l'opera è stata ripresa, per curarne gli ultimi fascicoli redatti dal L., da H. Marrou (l'ultimo fasc. 142-143 comprende la voce Rome).

Bibl.: G. Ferretto, Note storico-bibliografiche di archeologia cristiana, Città del Vaticano 1942.

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