ARDUINO di Valperga

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

ARDUINO di Valperga

Axel Goria

Fu vescovo di Torino dal 1188 al 1207. Una tradizione, che viene comunemente accolta, lo vuole discendente da un fratello di re Arduino, ma i nomi dei padre e della madre, che qualcuno gli attribuisce, sono del tutto inattendibili. Scarsa credibilità presenta anche la notizia secondo cui A. nel 1176 sarebbe stato compagno del cardinale Ubaldo, vescovo d'Ostia, in un'ambasceria inviata dal papa a Federico Barbarossa. E' certo comunque che fu eletto e consacrato vescovo di Torino nella prima metà del 1188, dopo che Milone di Cardano, chiamato nel dicembre del 1187 a reggere l'arcivescovato di Milano, ebbe rinunziato alla sede torinese. Uomo mite e conciliante, si trovò a dover fronteggiare la riottosità dei vassalli, duramente compressi dalla forte personalità del suo predecessore, il tentativo dei Comuni di Torino, di Chieri e di Testona di sottrarsi a ogni forma di controllo vescovile e di subentrare anzi al vescovo nei diritti giurisdizionali sul contado, e la minaccia di una ripresa dell'espansione sabauda con Tommaso I.

Il 7 ag. 1190, sotto determinate condizioni miranti a salvaguardare il dominio vescovile sulla località, restituì ai signori di Rivoli i loro beni allodiali, che erano stati sequestrati da Milone. Fra il 1191 e il 1193 fu in guerra con i più potenti e riottosi dei suoi vassalli, i signori di Piossasco. La pace, conclusa nel luglio del 1193, si risolse a quasi esclusivo vantaggio del Comune di Torino, che fece da mediatore e ottenne, in cambio, dal vescovo, di potersi servire in tempo di guerra dei castelli di Testona, di Rivoli e di Montosolo e di tutti gli altri dipendenti dalla Chiesa torinese. Il 25 sett. 1196 A. ottenne dall'imperatore Enrico VI la facoltà di rivendicare i feudi in qualsiasi modo alienati dal suoi vassalli senza il suo consenso, se gli interessati non avessero provveduto al riscatto entro sei settimane. Tra il 1198 e il 1199 scoppiarono nuove ostilità tra i signori di Piossasco e il vescovo; i primi furono appoggiati, oltre che dai signori di Cavour, dai Comuni di Chieri e di Testona, irritati per le concessioni fatte precedentemente dal vescovo al Comune di Torino, che si trovò naturalmente coinvolto nella lotta a fianco di Arduino. Pare che questi sia stato catturato e tenuto per qualche tempo prigioniero dai signori di Piossasco. Nell'ottobre del 1199 intervennero ad imporre la loro mediazione i Comuni di Asti e di Vercelli. La pace, dettata dai loro podestà e giurata da tutti gli interessati nei campi di Mairano, presso l'odiema Moncalderi, il io febbr. 1200, e ratificata nello stesso luogo il giorno seguente, fu poco favorevole al vescovo e al Comune di Torino, obbligati ad accettare buona parte delle rivendicazioni dei Chieresi e dei Testonesi. Lo stesso giorno il vescovo e il podestà di Torino dovettero promettere, promessa ribadita poi ancora il 30 marzo, che avrebbero reso giustizia al conte di Savoia " de his que contra episcopum et Comune Taurinense proponere voluerit "; ignoriamo però quali fossero le richieste del conte. Il 4 marzo 1204 i Comuni di Torino, Chieri e Testona strinsero tra di loro un patto di unione che implicitamente limitava la libertà dell'azione politica del vescovo. Non conosciamo le reazioni di Arduind. Pare però che egli abbia trascorso in pace gli ultimi anni. L'ultima notizia che si ha di lui è dei 7 giugno 1207.

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