ARDUINO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

ARDUINO

Raoul Manselli

Di origine lombarda, già "miles" della Chiesa ambrosiana, venne con altri suoi compagni d'arme a cercar fortuna nell'Italia meridionale, ove si pose al servizio dei Bizantini, che allora arruolavano mercenari latini per la conquista della Sicilia contro gli Arabi.

Accorto e spregiudicato, grazie anche alla sua conoscenza del greco, acquistò una posizione di preminenza presso Maniace, il comandante bizantino della spedizione, e fra i suoi stessi compagni d'arme. Pur avendo combattuto con molto valore contro gli Arabi, fu bastonato (secondo alcune fonti, dallo stesso Maniace, secondo altre, dal suo successore) per essersi fatto portavoce delle proteste dei Latini e specialmente dei Normanni, per l'ingiusta distribuzione del bottino. Lasciò perciò da solo la Sicilia, recandosi in Calabria e nelle Puglie, ove ottenne, nel 1040, da Michele Doceano, catapano d'Italia, il governo di parecchie città sulla linea di confine coi Longobardi, col titolo di topoterete della regione di Melfi.

Resosi conto del malcontento diffuso contro i Bizantini, nel 1041, col pretesto d'un viaggo a Roma, si recò presso i mercenari normanni, che avevano anch'essi, intanto, abbandonato la Sicilia, ritornando ad Aversa; poi si mise alla testa d'un vasto movimento insurrezionale antibizantino, stipulando un vero e proprio accordo con i capi normanni, i quali si impegnarono a dare ad A. metà di tutte le future conquiste.

A. fece allora entrare nel marzo 1041 trecento cavalieri normanni in Melfi, che divenne così la base dell'espansione normanna nei territori circonvicini. Dopo questa data le tracce di A. si perdono.

Amato di Montecassino (Storia de' Normanni, p. 96) racconta che nella divisione dei territori conquistati i Normanni diedero metà delle conquiste ad A.; ma è stato giustamente notato dagli storici che Amato, con tutta probabilità, ricorda l'impegno preso in precedenza dai Normanni piuttosto che confermare un fatto davvero avvenuto, perché egli stesso non parla più di A. dopo la conquista di Melfi.

Fonti e Bibl.: De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi ducis fratris eius, auctore Gaufrido Malaterra, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., V, I, a cura di E. Pontieri, passim; Amato di Montecassino, Storia de' Normanni, a cura di V. De Bartholomaeis, Roma 1935, in Fonti per la storia d'Italia, LXXVI, pp. 6, 7, 69, 72, 78, 82, 85, 96; J. Gay, L'Italie méridionale et l'Empire byzantin, Paris 1904, pp. 453-457, 581; F. Chalandon, Histoire de la domination normande en Italie et en Sicile, I, Paris 1907, pp. 91, 94-97, 102, 106; M. Schipa, Il Mezzogiorno d'Italia anterior. alla monarchia, Bari 1923, pp. 153 s.

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