Arezzo

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Comune della Toscana (384,7 km2 con 98.259 nel 2020), capoluogo di provincia. La città è situata a 296 m s.l.m., al margine meridionale di un’ampia conca appenninica che nella sua parte settentrionale è lambita dall’Arno e attraversata dal canale maestro della Chiana. A. è costituita da due parti, una più antica in pendio, in gran parte ancora cinta dalle mura medicee, e una più moderna tra il vecchio centro e la ferrovia, oltrepassata a sua volta dalla più recente espansione urbana, che interessa comunque anche una direttrice N-O. Il capoluogo, tradizionale distretto dell’industria toscana, ha visto processi di specializzazione e riqualificazione manifatturiera e terziaria, soprattutto mediante l’intervento di nuove funzioni di intermediazione finanziaria e commerciale in alcuni tipici cicli di lavorazione, in particolare nel ramo dell’oreficeria altamente specializzata. La vicinanza di grandi mercati (Bologna, Firenze e Roma) e il sistema di comunicazioni, imperniato sull’Autostrada del Sole e sulla ferrovia Roma-Firenze, hanno contribuito all’affermazione nel settore secondario, che non ha tuttavia annullato le antiche tradizioni artigianali.

Storia

Parte della dodecapoli etrusca, A. fu avversaria di Roma nel 4° e 3° sec. a.C., poi sua alleata contro i Galli e nella lotta contro Annibale; divenne municipio al tempo della guerra sociale e colonia sotto l’Impero. Era celebre per la produzione di mattoni e di ceramica ( vasi aretini, a vernice rossa). Nel Medioevo l’espansione del Comune fu fermata da Firenze (battaglia di Campaldino, 1289), alla quale dopo essere stata preda delle compagnie di ventura di fra’ Moriale, Giovanni Acuto e Alberico da Barbiano, fu infine venduta (dal capitano di ventura Enguerrand de Coucy) nel 1384.

Monumenti

Dell’età medievale rimangono la pieve di S. Maria (sec. 12°-13°; polittico di P. Lorenzetti, 1320); la cattedrale (iniziata nel 1277); la chiesa gotica di S. Francesco, con il celebre ciclo della Leggenda della Croce (1452-66) di Piero della Francesca; S. Domenico (1260-65; crocifisso di Cimabue). La città medievale, tuttavia, fu in buona parte cancellata dall’intervento mediceo: la piazza del Comune (od. piazza Grande) fu ridisegnata da G. Vasari con la realizzazione delle Logge, mentre emblema del potere militare dei Medici è la fortezza dei Sangallo (1538). Del sec. 16° sono le chiese della Ss. Annunziata e di S. Maria in Gradi, oltre alla decorazione ad affresco eseguita da Vasari per la sua stessa abitazione (1540-48).

Provincia di A. (3233 km2 con 339.172 ab. nel 2020).

È la provincia più orientale della Toscana, divisa fra 36 comuni. Si distende sul Casentino, su parte del Valdarno, della Val di Chiana, della Val Tiberina e sulle alte valli dei fiumi Marecchia e Foglia. La popolazione ha registrato un costante incremento, presentando tuttavia un andamento differenziato fra le varie subaree del territorio, in funzione di molteplici dinamiche di evoluzione funzionale. La crescita demografica ha interessato soprattutto i centri minori, sulla base di processi di integrazione di funzioni agricolo-residenziali, manifatturiere e turistiche di impronta recente e tuttavia in buona misura legate alle tradizioni socioculturali locali. Le vicende di ridistribuzione della popolazione si uniformano al riassetto dell’economia locale: alle tradizioni agricole dell’intero territorio provinciale si sono, infatti, sovrapposte e interconnesse attività turistiche e industriali, in particolare nel Casentino e nella Val Tiberina, promuovendo uno sviluppo crescente di queste aree. San Giovanni Valdarno, Montevarchi e Sansepolcro si confermano come i principali poli dell’industria nei settori metalmeccanico (in cui le esportazioni hanno registrato forti incrementi), tessile-abbigliamento, alimentare e arredamento. Il movimento turistico si conferma in aumento (soprattutto per quel che riguarda l’agriturismo), grazie alla rivalorizzazione delle locali attrattive artistiche, paesaggistiche e culturali.

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