ARLON

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

ARLON (Orolaunum Vicus)

J. Mertens

Nelle Ardenne, poco a N delle sorgenti della Semois, sorge una collina in forma di basso tronco di cono, che domina la pianura circostante. È l'acropoli dell'Orolaunum romano, mentre il vicus propriamente detto si stendeva più a S, ai piedi del colle; le grandi strade non passavano attraverso l'interno della città, la cui posizione elevata ne rendeva molto difficile l'accesso.

Situata sulla grande via romana Treviri-Reims, nel punto stesso in cui questa incrociava un'altra strada che andava verso N, attraverso le Ardenne, il vicus partecipa della vita delle metropoli come Metz, Tongres, Treviri e Reims. Già dal I sec. d. C., A. era un mercato fiorente e divenne, dopo Treviri, la città più importante del paese dei Treviri. Le ricche necropoli a 5 della città, che risalgono all'inizio della nostra èra e ai secoli II e III, ne sono la testimonianza. Questo primo agglomerato non aveva una cinta di mura. Solo dopo le invasioni del 275-276 e probabilmente al principio del IV sec. (cfr. Neumagen) la città è chiusa in una cinta fortificata ed è fornita di un castellum; la collina su cui si trova la città moderna viene a quell'epoca circondata da una cinta ovale di circa m 300 × 225, che segue all'incirca la stessa curva di livello; la superficie intra muros superava di poco i 5 ettari. Fino ad oggi non sono state trovate tracce sicure delle porte e neppure delle vie principali. Già note nel Medioevo, le mura sono state esaminate nei particolari durante i recenti scavi: hanno uno spessore che varia dai 3 ai 4 m e l'altezza raggiunge in parecchi punti i 10 m; sono stati pure ritrovati resti di torri semicircolari, sporgenti verso l'interno; è probabile che avessero pianta interamente circolare, anche verso l'esterno; questa parte sarebbe in seguito scomparsa per via delle costruzioni medievali. Le fondazioni delle mura erano riempite di grossi blocchi riadoperati, provenienti da varî monumenti funerarî e da altre costruzioni pubbliche e private; i numerosi rilievi e iscrizioni recuperati dalla base del muro sono della più grande importanza per la conoscenza dell'arte romana provinciale.

In elevazione le mura sono costruite di pietre più piccole annegate nella malta, con filari di mattoni in apparato piccolo e regolare.

Ancora nel IV sec. una gran parte dell'agglomerato si trovava al di fuori delle mura; a S-E della città sono stati trovati i resti di terme pubbliche con ipocausti e piscine e i resti di una piccola basilica cristiana del IV sec.; nelle fondazioni furono reimpiegate pietre funerarie che stanno a indicare che queste costruzioni sono di epoca tarda.

Bibl.: H. van de Weerd, Inleiding tot de Gallo-romeinsche Archaeologie der Nederlanden, Anversa 1944, pp. 75-76 e 48-49; J. Vannerus, Trois villes d'origine romaine dans l'ancien pays de Luxembourg-Chiny, in Bull. Acad. Belgique, XXI, 1935, pp. 163-175; J. Breuer, Le strade romane nel Belgio, Roma 1938, pp. 21-22; P. Goessler, in Pauly-Wissowa, XVIII s. v. Orolaunum; A. Geubel, A.-la Romaine, in Revue Générale Belge, LI, 1950, pp. 455-461; J. Breuer, La Belgique romaine, Bruxelles 1944, pp. 72, 120; C. Dubois, Orolaunum. Bibliographie et documents sur l'A. romain, in Annal. Inst. Archeol. Luxemb., LXXVII, 1946, p. 70 ss.; A. Geubel, Les fouilles d'A. en 1936, in Antiquité Class., VI, 1937, p. 303 ss.; A. Bertrang, Histoire d'A., Arlon 1940; A. Bertrang, Les nécropoles gallo-romaines à Arlon, in Parcs nationaux, VIII, 1953, pp. 86-88; J. Breuer, le Sous-sol archéologique et les Remparts d'Arlon, in Parcs nationaux, VIII, 1953, pp. 98-103.