BARELLI, Armida

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)

BARELLI, Armida

Mario Casella

Nacque a Milano il 1º dic. 1882 da Napoleone e da Savina Candiani. Compiuti i primi studi nel capoluogo lombardo, dal 1895 al 1899 frequentò l'Istituto di Santa Croce di Menzingen (Svizzera), diretto da suore francescane e vi studiò il francese e il tedesco. A quegli anni risalgono anche gli inizi di una fervida e intensa devozione al Sacro Cuore, che, unitamente alla spiritualità francescana, avrebbe fortemente segnato l'itinerario spirituale della sua vita.

Nel 1909 frequentò, presso l'arcivescovado di Milano, un corso di cultura religiosa, e stabilì così rapporti di amicizia e di apostolato con personalità del mondo cattolico organizzato, specie intransigente (tra l'altro, conobbe Rita Tonoli, fondatrice della Piccola Opera per la salvezza del fanciullo, alla quale la B. aderì entusiasticamente). Ma decisivo ai fini della sua formazione religiosa e del suo impegno apostolico fu, nel 1910, l'incontro con il padre Agostino Gemelli. Entrò nel Terz'Ordine francescano e cominciò a collaborare, con traduzioni dal tedesco e dal francese, alla Rivista di filosofia neoscolastica. Contemporaneamente, conobbe il padre Arcangelo Mazzotti, futuro arcivescovo di Sassari, che divenne sua guida spirituale.

Scoppiata la prima guerra mondiale, la B. suggerì al Gemelli l'idea della consacrazione dei soldati al Sacro Cuore. Per attuare tale idea fu costituito, nel 1917, un comitato presieduto dal Gemelli con il Mazzotti e il conte Ernesto Lombardo nelle vesti rispettivamente di vicepresidente e di cassiere e con la B. in quella di segretaria.

Nel gennaio 1918 quando il padre Gemelli fondò l'editrice Vita e pensiero, affidò alla B. il compito di cassiera. Nell'ottobre di quello stesso anno, dopo che già il cardinal Ferrari l'aveva incaricata di dar vita nel Milanese ad un'associazione giovanile femminile parallela a quella maschile già esistente da tempo, venne nominata da Benedetto XV vicepresidente dell'Unione donne cattoliche, con il compito di fondare e di diffondere in tutta Italia la Gioventù femminile cattolica italiana. Sotto la sua guida (1919-1946), questa si diffuse in tutte le diocesi e in larghissima parte delle parrocchie italiane, raggiungendo, nel 1942, 1.164.388 socie.

Come fucina di idee e di formazione del personale direttivo della Gioventù femminile, venne ideato il Pio Sodalizio delle missionarie della regalità di Cristo, un sodalizio di donne laiche interamente votate all'apostolato nella società, la cui regola venne stilata in Assisi nell'agosto del 1919.

Fondata ufficialmente il 19 novembre di quello stesso anno, l'istituzione, che inizialmente contava dodici aderenti, toccò le centoventi seguaci nel 1929, le cinquecento nel 1933, oltrepassò le mille nel 1942 e le duemila nel 1951. Più che sulla quantità, la B. puntava sulla qualità. Diceva infatti alle sue "missionarie": "Non preoccupatevi di trovare nuove sorelle, non cercate di suscitare vocazioni al nostro Sodalizio, perché le vocazioni le crea Iddio e non le creature"; e ancora, nel 1930: "Non abbiamo bisogno di gran numero, ma di veri apostoli" (G. Rumi, Dalle carte di A. B. …, in A. B. nella società italiana, pp. 39 s.).

L'importanza di questo Pio Sodalizio fu enorme non solo per la Gioventù femminile di azione cattolica, ma anche per altre iniziative legate al nome della B.: raccolta di offerte per l'Università cattolica e per le missioni, consacrazione dei soldati al Sacro Cuore, ecc. Al suo interno fu ideata e nacque, nel 1928, l'Opera della regalità, che ebbe in seguito un ruolo importante nella formazione e nella diffusione di una sensibilità liturgica-nelle parrocchie (Paolo VI, il 9 febbr. 1966, le riconobbe un "particolare merito nella riforma liturgica" scaturita dal concilio ecumenico Vaticano II: cfr. A. Fiecconi, Appunti per una storia dell'Opera della regalità dal 1929 al 1943, in L'opera di A. B. …, p. 83).

Nel 1919-1920, unitamente al padre Gemelli, a monsignor Olgiati e a Vico Necchi, la B. partecipò alla progettazione e alla fondazione dell'Università cattolica del Sacro Cuore: di essa la B. fu, dall'inizio e fino alla morte, attiva cassiera. Tra le iniziative da lei promosse per alimentare le finanze della Cattolica figura l'annuale "giornata universitaria", che fu celebrata per la prima volta in tutte le parrocchie nel 1923 con l'esplicita autorizzazione e l'autorevole incoraggiamento di Pio XI.

Di fronte al fascismo mantenne un atteggiamento improntato a distinzione (non prese mai la tessera del Partito nazionale fascista) e a collaborazione; una collaborazione, però, sempre finalizzata a scopi e a prospettive rigorosamente religiosi. Durante la guerra d'Etiopia, in contrasto con M. Rimoldi - presidente dell'Unione donne cattoliche - promosse nuovamente la consacrazione dei soldati italiani al Sacro Cuore. Un'iniziativa consimile incontrò nel 1940 l'opposizione del governo. Durante il ventennio fascista, come anche nel secondo dopoguerra, la sua azione fu costantemente volta ad assicurare una presenza cristiana nella società civile. Scrisse nel 1945: "La nostra grande e assillante preoccupazione è quella di cooperare con tutte le nostre forze, perché l'Italia nostra ed il mondo intraprendano un orientamento sociale e morale su basi cristiane" (G. Rumi, Dalle carte di A. B. …, in A. B. nella società ital., p. 47). Pur con qualche iniziale incertezza, appoggiò la Democrazia cristiana, e si batté per l'unità politica dei cattolici (nel marzo del 1947 si oppose al progetto di Gedda di riunire cattolici con indipendenti e qualunquisti, nel timore che l'operazione potesse dividere le forze cattoliche e favorire l'ascesa al potere delle forze di sinistra).

Nel 1946 lasciò la presidenza della Gioventù femminile per assumere, sempre in seno all'Azione cattolica, la carica di vicepresidente generale. In tale veste, la B. ristrutturò i rami femminili dell'associazione ed organizzò, a partire dalla primavera del 1947 e unitamente a Giuseppe Lazzati e ad Emilio Colombo, le "missioni religioso-sociali". Tali missioni, che si avvalsero dell'opera di centinaia di "missionari" laici, si svolsero in tutta Italia, ma specialmente nelle zone ritenute più bisognose di una catechesi religiosa e civile: nel solo periodo compreso tra il marzo del 1947 e il marzo del 1948 se ne tennero, soprattutto nell'Italia meridionale, circa trecento. La sua preoccupazione - sul piano politico - fu quella di fare propaganda contro l'astensionismo e per il raggiungimento del 51% dei voti per la Democrazia cristiana.

Nell'estate del 1949, la B. avvertì i primi sintomi del male (paralisi bulbare progressiva), che nel breve volgere di pochi anni l'avrebbe portata alla morte. Morì a Milano il 15 ag. 1952. Sul suo conto è in corso il processo di beatificazione.

Scritti principali: Il movimento femminile cattolico in Italia, Milano 1927; Tre sorelle. Istituzioni, direttive e doveri delle presidenti dei Circoli della GFCI, ibid. 1931; Una questione femminile: la moda corretta, ibid. 1932; La preparazione della giovane al matrimonio, ibid. 1945; La sorella maggiore racconta. Storia della Gioventù femminile di Azione cattolica dal 1918 al 1948, ibid. 1948 (2ª ediz., a cura di L. Crippa, ibid. 1981); La nostra storia, Monza 1952.

Fonti e Bibl.: Oltre alla voce dedicata alla B. da L. Rozza nel Diz. stor. del movimento cattolico in Italia, a cura di F. Traniello e G. Campanini, II, I protagonisti, Casale Monferrato 1982, pp. 30-33, e alle voci che nello stesso Dizionario sono dedicate all'Università cattolica (I, 1, pp. 264-272), all'Azione cattolica italiana (ibid., pp. 180-191) e al Movimento cattolico e questione femminile (ibid., I, 2, pp. 96-111), e alla bibliografia ivi citata, si vedano: AA.VV., A. B. nella società italiana, Milano 1983 (contributi di G. Rumi, M. Poma, P. Zerbi); AA.VV., L'opera di A. B. nella Chiesa e nella società del suo tempo, Roma 1983 (contributi di G. Rumi, P. Gaiotti De Biase, M. Casella, A. Fiecconi, E. Preziosi, C. DauNovelli, M. Mariotti, L. Gaggioli, V. Marcon). Tra le opere più recenti dedicate alla storia dell'Azione cattolica, ci limitiamo a ricordare qui: R. Moro, La formazione della classe dirigente cattolica (1929-1937), Bologna 1979, pp. 350, 359, 364; G. Rumi-A. Majo, Il cardinale Schuster e il suo tempo, Milano 1978, passim; AA.VV., Chiesa, Azione cattolica e fascismo nell'Italia settentrionale durante il pontificato di Pio XI (1922-1939), a cura di P. Pecorari, Milano 1979, passim; M. Di Giorgio-P. Di Cori, Politica e sentimenti: le organizzazioni femminili cattoliche dall'età giolittiana al fascismo, in Riv. di storia contemporanea, IX (1980), pp. 337-371, passim; R. Moro, Azione cattolica, clero e laicato di fronte al fascismo, in Storia del movimento cattolico in Italia, a cura di F. Malgeri, IV, Roma 1981, pp. 87-377, passim; C. Dau Novelli, Note di ricerca sul problema femminile nel mondo cattolico, in De Gasperi e l'età del centrismo (1947-1953), a cura di G. Rossini, Roma 1984, pp. 295-312, passim; M. Casella, L'Azione cattolica alla caduta del fascismo. Attività e progetti per il dopoguerra (1942-1945), Roma 1984, passim.

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