ARMONIA PRESTABILITA

Enciclopedia Italiana (1929)

ARMONIA PRESTABILITA

Giuseppe Carlotti

. È un concetto fondamentale del sistema di Leibniz, che si propone di risolvere il problema dei rapporti fra l'anima e il corpo rimesso in discussione dalla scuola cartesiana, da quando Cartesio aveva distinto le sostanze in due classi, res cogitans e res extensa, e, affermando il principio della conservazione del movimento, aveva escluso la possibilità di un influsso dell'anima sul corpo e viceversa.

Il problema ha per Leibniz due aspetti, uno empirico e uno metafisico. Dal punto di vista empirico, egli nega, con Cartesio, che l'anima e il corpo possano agire l'uno sull'altro, e sostiene che tanto i movimenti del corpo quanto le percezioni dell'anima, per un'armonia che Dio ha prestabilita sin da quando ha concepito e creato l'universo, si realizzino in modo che, pur seguendo due serie di leggi affatto diverse (il corpo le leggi del meccanismo, l'anima le leggi della finalità), si corrispondano perfettamente, come due orologi ben costruiti che segnano la medesima ora. Dal punto di vista metafisico, il problema si risolve in quello dei rapporti fra le monadi. Infatti Leibniz nega alla materia, e perciò al corpo, la natura di sostanza, perché la sostanza, dovendo essere necessariamente attiva e semplice, non può essere che inestesa e immateriale. Il corpo è invece un complesso di sostanze immateriali - monadi - organizzate sotto una monade dominante, l'anima, che dà loro l'unità e ne costituisce il centro. Ma ogni monade esplica la sua attività mediante la percezione, che è espressione della molteplicità nell'unità, e questa molteplicità importa l'esistenza delle altre monadi; il concetto di ciascuna monade richiede perciò quello di tutte le altre: Dio, cioè, somma sapienza, nel concepire e creare ogni monade, ha riguardo all'insieme di cui essa deve far parte, e ve l'adatta in modo che ciascuna venga a prendere esattamente il posto che le compete. Ogni monade pertanto è come la realizzazione di un punto di vista determinato, da cui Dio ha guardato, per così dire, l'universo, ed esprime questo universo stesso dal proprio punto di vista; ed è attiva, in quanto è causa finale, nella mente divina, di tutte le altre; passiva, in quanto è destinata ad adattarsi a tutte le altre nell'organismo dell'universo. Ogni monade avrà dei rapporti con tutte le altre, e in particolare con quelle a cui è più direttamente legata; cosicché la monade dominante di qualsiasi corpo organico esprime meglio l'universo in rapporto a quel gruppo di monadi inferiori, che ne costituiscono appunto il corpo, e queste a loro volta esprimeranno l'universo più chiaramente dal punto di vista della loro monade dominante, o anima. V'è così una mirabile armonia fra tutte le monadi già sin da quando esse, come puri possibili, furono oggetto dell'intelletto divino, che concepiva il migliore dei mondi possibili, e questa armonia si realizza poi quando, per effetto della volontà buona del creatore, i possibili passano all'esistenza, e nel mondo sensibile si manifesta come azione e passione reciproca - apparente - dell'anima e del corpo degli esseri organici.

La dottrina dell'armonia prestabilita è trattata nei suoi varî aspetti in quasi tutte le opere filosofiche di Leibniz, ma in modo più diretto nelle seguenti: Système nouveau de la Nature, in Journal des Sav., 27 giugno e 24 luglio 1695 (ripubblicato in Die philosophischen Schriften von G. W. Leibniz, ed. C. J. Gerhardt, Lipsia 1875-90, IV, p. 477), Eclaircissement du nouveau système de la communication des Substances, in Journal des Sav., 2 e 12 aprile 1696 (Phil. Schr., ed. cit., IV, p. 493); Eclaircissement des difficultés que M. Bayle a trouvées, ecc., in Hist. des Ouvr. des Sav., luglio 1698, p. 329 (Phil. Schr., ed. cit., IV, p. 517); Réponse aux Réflemons contenues dans la 2éme ed. du Diction. de M. Bayle; art. Rorarius, in Hist. crit. de la Répub. des Lettres, 1702, XI, p. 78 (Phil. Schr., ed. cit., IV, p. 554); Considérations de M. L. sur les Principes de Vie et sur les Natures Plastiques, in Hist. des Ouvr. des Sav., maggio 1705, p. 222 (Phil. Schr., ed. cit., VI, p. 539); Monadologie (Phil. Schr., ed. cit., VI, pp. 607, §§ 56-62, 78-81); Principes de la Nature et de la Grâce (Phil. Schr., ed. cit., VI, p. 598, § 3); Discours de Métaphysique (Phil. Schr., IV, p. 427, §§ XIV e XXXIII), Essais de Théodicée (Amsterdam 1710; Phil. Schr., ed. cit., VI, p. 21 segg.: Pref. passim e §§ 22, 59, 60, 61, 66, 120, 124, 130, 214, 241, 243, 275, 340, 345 segg., 353,354, 355, 358, 360, 400, ecc.); infine, la corrispondenza con Arnauld (Phil. Schr., II, p. 3 segg.) e quella con Clarcke (Phil Schr., VII, p. 347)

Bibl.: H. Sommer, De doctrina, quam de harmonia praestabilita Leibn. proposuit, Gottinga 1866; R. Eisler, Kritische Untersuchung des Begriffes der Weltharmonie u. seiner Anwendungen bei Leibniz, Berlino 1895; N. Zymalkowski, Die Bedeutung d. prästabil. Harmonie im Leibnizschen Systeme, Berlino 1905. Cfr. inoltre, in generale, la bibliografia data alla voce leibniz.

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