Arpione

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Arma da caccia (detta anche fiocina) usata specialmente contro i mammiferi acquatici e i grossi pesci.

Nelle forme più primitive, diffuse nel Paleolitico superiore dell’Eurasia, è costituito da un’asta uncinata o seghettata all’estremità. Tali a. sono ancora oggi usati da popolazioni a economia di caccia primitiva. Presso gli Inuit e altri popoli artici, l’a. si compone di un’asta di legno, un pezzo intermedio articolato all’asta e la testa (con punta di selce o d’osso, un tempo, ora di ferro) mobile e provvista di una lunga corda tenuta dal pescatore.

L’a. moderno è un attrezzo di ferro, uncinato e ritorto, cui è legato un lungo cavetto, leggero e resistente, di fibra vegetale o artificiale (nailon). Nella caccia di grandi cetacei è lanciato come un proiettile con appositi cannoncini, ha speciale forma ed elevata massa (60-70 kg) e carica esplosiva (in tale particolare impiego l’a. è detto anche rampone). Nella pesca subacquea è munito di una o più punte, con alette mobili o fisse, ed è lanciato da un apposito fucile. L’a. è usato anche nelle manovre di collegamento di fortuna fra navi o fra nave e terra in caso di sinistro.

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