BOLOGNARI, Arturo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)

BOLOGNARI, Arturo

Maria Pia Albanese

Nacque a Copenaghen il 25 genn. 1917 da Antonio e da Sofia Riis. Frequentò l'università di Catania dove si laureò in scienze naturali con lode il 19 giugno 1940. Fu allievo a Catania di B. Monterosso dal 1937 al 1940 e a Messina di F. Dulzetto di cui fu assistente ed aiuto dal 1948 fino al 1962 quando gli successe nella. direzione dell'istituto di zoologia e di anatomia comparata. Libero docente in zoologia nel 1954 ed in biologia generale, nel 1957 fu incaricato di istologia ed embriologia e di anatomia comparata nell'università di Messina. Nel 1962 fu chiamato dalla facoltà di scienze di questa università alla cattedra di istologia ed embriologia ma, conseguito l'ordinariato nel 1966, divenne titolare della cattedra di zoologia. Premio Lyons International nel 1960, conseguì il premio Marzotto per la medicina nel 1961 conferitogli per i suoi studi sulle cellule tumorali. Vicepresidente della Società italiana di biologia marina e presidente del Comitato nazionale dei parchi marini, fu socio di numerose società scientifiche e promotore nel 1954 della Società peloritana di scienze fisiche matematiche e naturali, di cui divenne presidente, e dell'annessa rivista Atti della Società peloritana di scienze fisiche, matematiche e naturali. Molteplici le sue iniziative: istituì nel 1965, il Centro universitario ricerca tumori (CURT) realizzato per promuovere la collaborazione di personalità scientifiche provenienti da campi di studio diversi alla ricerca delle cause che determinano l'attiva proliferazione delle cellule tumorali; fondò la Rivista di biologia normale e patologica.

Il B. morì a Messina l'8 ott. 1981.

Il B. fu scienziato eclettico che estese la sua ricerca in campi diversi quali la zoologia, la citologia, la biologia marina, l'oncologia. In A proposito della recente cattura di alcuni esemplari di Capodoglio (in Bull. de l'Inst. de océan. de Monaco, XI-VI [1949], pp. 1-43) rilevò i dati biometrici e fissò il rapporto numerico sessuale di questa specie; tentò anche di delinearne le modalità migratorie, avanzando l'ipotesi che il Capodoglio entri ogni anno in primavera nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra per uscirne in autunno. Studiò il cosiddetto corpo bianco dei Molluschi Cefalopodi (Lafunzione leucoformatrice e nefrocitaria del corpo bianco dei Molluschi Cefalopodi, in Atti del convegno dell'Unione zoologica italiana, Bergamo 1979, fasc. 53-55) e stabilì che esso svolge una funzione nefrocitaria oltre che quella globuligena. Altre ricerche di biologia animale del B. furono quelle sulla possibilità di inversione sessuale in Haliotis lamellosa, sulle variazioni quantitative di glutatione nelle cellule sessuali di Echinodermi prima e dopo la fecondazione, sull'attività secretoria di alcune cellule dell'ipotalamo negli Anfibi Anuri.

Ma gli studi più importanti, perché dettero l'avvio alla soluzione di fondamentali questioni di citologia, furono quelli sul nucleolo. In questo organulo il B. identificò due fasi funzionali principali, delle quali la prima, relativa alle ribonucleoproteine che nel nucleolo si autoduplicherebbero e poi si trasferirebbero nel citoplasma per le attività di sintesi, è in gran parte nota. Sulla seconda fase il B. poté solo ipotizzare che questa fosse da porre in connessione con la trasformazione del vitello proteico iniziale in vitello definitivo, con l'intervento dei nucleolini. È merito del B. avere dimostrato che nel nucleolo non esiste il nucleolonema, cioè quella struttura filamentosa avvolta a gomitolo, già descritta da C. Estable e M. R. Sotelo, ma esistono invece dei granuli altamente rifrangenti, cioè i nucleolini di T. H. Montgomery visibili in vivo e meglio osservabili con una tecnica di impregnazione con cloruro di platino, messa da lui a punto. Il B. ne precisò l'ultrastruttura come quella delle zone (o centri fibrillari) chiare osservabili al microscopio elettronico. Secondo il B., inoltre, i globuli di vitello si formerebbero in questo modo: le granulazioni ribonucleoproteiche formatesi nel nucleolo si trasferiscono nel citoplasma e, dopo aver subito delle modificazioni, si aggregano costituendo i globuli vitellini. Con ricerche compiute sugli ovociti di alcune specie di molluschi, impiegando i metodi di impregnazione metallica il B. poté osservare che, quando sono in corso i processi di sintesi proteica, attorno ai globuli di vitello in formazione appaiono delle zone annerite con aspetti vari, che definì "zone del Golgi" a carattere transitorio, da considerare come un aspetto particolare dell'apparato del Golgi.

Nel 1959 il B. rivolse la sua attenzione alle cellule tumorali allorquando, nel fare una revisione dei lavori sul nucleolo, esaminando il materiale più vario, si accorse che i nucleoli delle cellule tumorali potevano essere paragonati a quelli degli ovociti soprattutto per fenomeni collegati ad intense produzioni di ribonucleoproteine. Poiché queste negli ovociti servono alla formazione dei globuli vitellini, mentre nelle cellule tumorali ciò non accade, formulò l'ipotesi che il nucleolo, in conseguenza di fattori oncogeni, fosse il primo organulo a subire quelle alterazioni che poi caratterizzano la cellula neoplastica. Infatti, in seguito a stimoli di varia natura, anziché esservi una produzione controllata di ribonucleoproteine, se ne scatenerebbe una produzione incontrollata, con conseguenze su altri costituenti della cellula, in tal modo sollecitata ad accrescersi ed a moltiplicarsi.

Studioso dei problemi del mare dotò l'istituto di zoologia di due battelli, il o Colapesce" nel 1967, di circa 15 tonnellate, e l'"Algesiro Matteo" nel 1971, di circa 100 tonnellate, per ricerche idrologiche, planctoniche, microbiologiche e per lo studio della natura dei fondo marino e della pescosità in generale. Con il suo lavoro portò contributi notevoli soprattutto nel rilevare le gravi situazioni instauratesi sui fondali della Calabria meridionale e della Sicilia orientale a causa dell'inquinamento, della pesca intensiva e di frodo, alle quali auspicava si potesse ovviare con la creazione di zone di riposo biologico nei diversi compartimenti marittimi italiani.

Scritti principali: Sulla genesi degli elementi figurati del sangue dei Molluschi Cefalopodi. Nota preliminare, in Boll. di zool., XVII (1950), pp. 369-378; Dosaggio del glutatione negli spermatozoi di Paracentrotus lividus LK, in Arch. di scienze biol., XXXV (1951), pp. 67-73 (in coll. con G. Labruto), La localizzazione delle sostanze suffidriliche nel corpo bianco dei Molluschi Cefalopodi, in Rend. dell'Acc. nazionale dei Lincei, classe di scienze fis. mat. e nat., XIV (1952), pp. 329-332; Aspetti dell'ovogenesi di Aplysia depilans L., in Boll. di zool., XXI (1954), pp. 185-198; L'impiego del cloruro di platino per la rivelazione del nucleolonema, in Atti della Soc. peloritana di scienze fis. mat. e nat., III (1956-57), pp. 113-115; Le lamine respiratorie supplementari di Gonostoma denudatum Raf. (Teleo. Sternop.) e loro particolare vascolarizzazione, in Boll. di zool., XXIV (1957), pp. 265-274; Recenti vedute sulla struttura, sull'ultrastruttura, sullo stato fisico-chimico e sulle attività funzionali del nucleolo, in Archivio zool. ital., LIV (1959), pp. 53-139; Precisazioni sul nucleolonema, in Experientia, XVI (1960), pp. 307-309; Aggregation of Protein Particles in Tumor Cells, in Nature, 1961, pp. 358 ss.; Vedute attuali sul nueleolo e sull'ergastoplasma degli ovociti e delle cellule tumorali, in Atti della Soc. pelor. di scienze fis. mat. e nat., VII (1961), pp. 1-104; Significato della sintesi proteica indotta nella cellula neoplastica, in Zootecnica e vita, V (1962), pp. 3-9; Le zone del Golgi durante la vitellogenesi degli ovociti di Aplysia depilans L. (Moll. Gast. Opis), in Boll. di zool., XXXI (1964), pp. 501-506; Nucleolini in the Nucleolus Demostrated by Telemicroscopy, in Die Naturwissenschaft, LIII (1966), pp. 562 S. (in coll. con F. Cannata), Risultati delle pescate effettuate nel quadriennio 1967-70 nei mari della Calabria meridionale e della Sicilia orientale, in Boll. di pesca, piscicultura e idrobiologia, XXVI (1971), pp. 21-42; Characteristic of the Nucleolini Observed under the PhotonMicroscope, in Experientia, XXVIII (1972), pp. 554-556 (in coll. con M. Caminiti); I nucleolini delle cellule del tumore di Walker, in Atti dell'Acc. peloritana dei Pericolanti, classe di scienze fis. mat. e nat., LII (1972), pp. 123-128 (in coll. con M. L. Resta); Morphochemical Study on the Yolk Globules in the Growing Oôcytes of Maya Verrucosa Edw (Crustacea Brachyura), in Acia Histochem., XLVI (1973), pp. 195-201 (in coll. con M. P. Albanese Carmignani e G. Zaccone), Orientamenti sulla interpretazione della natura della cellula dei tumori in base agli studi sugli ovociti compiuti in venti anni (1953-1973) nell'istituto di zoologia dell'università di Messina, Messina 1974; Aspetti del nucleolo secondo considerazioni antiche e recenti, in Riv. di biol. norm. e patol., II (1976), pp. 27-68 (in coll. con M. P. Albanese Carmignani); Congetture sul significato funzionale dei nucleolini, ibid., IV (1978), pp. 13-40 (in coll. con M.P. Albanese Carmignani e I. Martini); Proposta di creazione di zone di riposo biologico lungo tutta la fascia costiera italiana, in Mem. di biol. mar. e ocean., IX (1979), pp. 35-47 (in coll. con G. Cavallaro e H. Manelli); I nucleolini: un mistero da chiarire nella vita della cellula normale e tumorale, in Atti dell'Acc. pelor. dei Pericolanti, classe di scienze fis. mat. e nat., LVIII (1980), pp. 5-17; The Role of the Nucleolus in Carcinogenesis, in Riv. di biol. norm. e patol., XII (1981), pp. 43-68.

Fonti e Bibl.: Le notizie sul B. derivano dai curricula vitae che egli preparava in occasione dei concorsi cui partecipava, in Università di Messina, facoltà di scienze, dipart. di biologia animale ed ecologia marina; M.P. Albanese, Commemorazione del prof. A.B., in Atti dell'Acc. pelor. dei Pericolanti, classe di scienze fis. mat. e nat., LXII (1984), pp. 5-30.

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