Roy, Arundhati

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Scrittrice indiana (n. Shillong 1961). Originaria del Kerala, si è trasferita a 16 anni a Delhi, dove ha conseguito la laurea in architettura. Ha ottenuto successo internazionale e il prestigioso Booker Prize con il romanzo d'esordio The God of small things (1997, trad. it. 1997), storia di una famiglia e di un amore socialmente inaccettabile che illustra il conflitto lacerante tra il processo di modernizzazione dell'India e le sue radicate tradizioni. Ha poi volto la propria attività dalla narrativa alla saggistica politicamente impegnata, divenendo una figura di riferimento per il movimento no global. In libri come War talk (2003, trad. it. 2003) e An ordinary person's guide to empire (2004, trad. it 2006) ha infatti analizzato alcuni tra i più dibattuti temi contemporanei, dal divario tra Oriente e Occidente alle minacce della globalizzazione economica, dallo spreco delle risorse energetiche alla critica al neoliberismo. Tra le sue opere successive: The strange case of the attack on the Indian Parliament (2006; trad. it. 2007); Listening to grasshoppers. Field notes on democracy (2009; trad. it. 2009); Broken Republic (2011; trad. it. In marcia coi ribelli, 2012); Walking with the Comrades (2011; trad. it. Nella giungla con i compagni: incontri con i guerriglieri nell'India centrale, 2011); Capitalism. A ghost story (2014; trad. it. 2015); Things that can and cannot be said. Essays and conversations (con J. Cusack, 2016; trad. it. 2016); The ministry of utmost happiness (2017; trad. it. 2017); la raccolta di saggi Azadi. Freedom. Fascism. Fiction (2020; trad. it. 2020).

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