ASHMOLEAN MUSEUM

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

ASHMOLEAN MUSEUM

U. D. Harden

Le collezioni archeologiche dell'Università di Oxford, riunite sin dal 1894 nell'attuale A. M. (costruito tra il 1841 e il 1894 su disegno del Cockerell, e ampliato poi in varie riprese), annoverano due tra le più antiche raccolte inglesi di antichità. Di queste l'una aveva avuto origine nell'Old A. Museum. Completato nel 1683, tale museo - il più antico della Gran Bretagna, e tra i più antichi d'Europa - consisteva essenzialmente nella miscellanea di curiosità (soprattutto esemplari di storia naturale), raccolta da John Tradescant senior (morto 1638) e da John Tradescant junior (1608-1662), e donata alla Università da Elias Ashmole. L'altra, e più cospicua, parte della collezione dell'Università, allogata nell'edificio del Cockerell fin dal 1888, e precedentemente ospitata in varie università, comprendeva gli antichi marmi lasciati da John Selden (morto nel 1654), le iscrizioni del fondo Arundel donate da Lord Henry Howard nel 1667, le statue della stessa raccolta Arundel donate da Enrichetta contessa di Pomfret nel 1755, e altri marmi ceduti nel 1683 da Sir George Wheler. Dopo un lungo periodo di incuria, durante il quale gli acquisti di antichità erano stati puramente occasionali, sia l'una che l'altra raccolta ebbero nel XIX sec. importanti accessioni. L'Old A. M. ricevette infatti da Sir Richard Colt Hoare nel 1829, importanti antichità inglesi provenienti dalla Douglas Collection, e notevole materiale sassone. La collezione di antichità classiche prese le mosse da un dono, offerto da Alessandro Castellani nel 1871, di piccoli oggetti, cui vennero presto ad aggiungersi, grazie alla donazione Christy (1874) e al lascito Henderson (1878), pregevoli vasi greci e bronzi classici. Nel frattempo le Gallerie dell'Università avevano ricevuto, nel 1855, la donazione Chambers Hall (comprendente bronzi greci e romani), e, nel 1874, la collezione di antichità classiche venduta dal Castellani. In occasione della riunione delle collezioni nell'edificio in cui tuttora si trovano, si aggiunse nel 1894 la ricca collezione Fortnum comprendente importanti antichità classiche. Da allora in poi le collezioni hanno ricevuto, dalle donazioni, dagli acquisti, e dagli scavi inglesi all'estero, un costante incremento, ed ormai ben pochi capitoli dell'archeologia del mondo antico non vi sono illustrati. Particolare importanza riveste il materiale relativo all'Egitto predinastico e protodinastico, ed al periodo meroitico del Sudan. Vi è inoltre una vasta ed eccellente collezione di sigilli del Medio Oriente; una pregevole collezione di bronzi del Luristan (Persia); ed alcuni reperti degli scavi di Kish, Gemdet Naṣr nella Mesopotamia meridionale, al-Mina, Sueida e Tell Ac̣ana presso Antiochia, Tell Brak e Deve Hüyük in Siria. La collezione minoico-cretese, che fuori della Grecia non ha rivali, è in massima parte dovuta all'opera di Sir Arthur Evans, e comprende una magnifica e veramente singolare raccolta di sigilli. Vi è pure una importante collezione di vasi greci, e di antichità anglosassoni (fra queste ultime il famoso "Alfred jewel"). La sezione preistorica è specialmente importante per la grande collezione di arnesi di bronzo e di pietra, curata da Sir John Evans (1823-1908), e donata da Sir Arthur Evans nel 1927.

Una vasta collezione di monete, infine, si estende a tutti i campi della numismatica.