ASSALONNE

Enciclopedia Italiana (1929)

ASSALONNE (ebraico 'Abhšalōm; in III [I] Re, XV, 2, 10 'Abhīšalōm; i Settanta 'Αβεσσαλώμ; Vulgata Absalom)

Giuseppe Ricciotti

Terzo figlio di David (v.) (II Re [Samuele], III, 3). Era di bellissimo aspetto; e, come mostra la sua storia II Re [Sam.], XIII-XVIII, di mente svegliata e intraprendente, disamorato verso i suoi familiari e ambizioso, vendicativo e crudele. Il suo primo atto ricordato è l'uccisione di Amnon, primogenito di David (fratellastro di A.), compiuta premeditatamente e con inganno per vendicare la sorella Tamar violata da Amnon. Dopo ciò, A. fuggì presso Tolmai re di Gessur, suo suocero, rimanendovi tre anni; di lì poté ritornare presso il padre a Gerusalemme, ma per altri due anni fu escluso dalla corte. Trascorsi quattro anni (non quaranta, come per errore grafico è detto in II Re [Sam.], XV, 7) dalla riconciliazione totale col padre, tradusse in atto la ribellione a mano armata che da molto tempo egli andava preparando contro di lui per togliergli il trono, e che fu favorita dalla non mai sopita rivalità fra le tribù del nord (Israele) e del sud (Giuda: v. ebrei: Storia). All'improvviso annunzio della rivolta, David, impreparato, fuggì da Gerusalemme: A. occupò la città e prese possesso dell'harem patermo (v. achitofel); più tardi però, scontratosi il suo esercito con quello che il padre aveva frattanto radunato, il figlio fu sconfitto. Nella fuga A., cavalcando su un mulo, s'impigliò con la testa ai rami d'una folta quercia, cosicché, sfuggita la cavalcatura da sotto, A. rimase sospeso all'albero; ivi fu trafitto da Ioab, generalissimo di David. Il testo biblico non sembra confermare l'interpretazione tradizionale, secondo la quale A. sarebbe rimasto preso ai rami della quercia per causa della sua capigliatura, famosa per la sua abbondanza, ch'egli portava svolazzante sulle spalle (II Re [Sam.], XV, 26). Il padre vincitore, che aveva dato l'ordine di risparmiare il figlio ribelle, sentì profondo cordoglio quando gli fu recata la notizia della morte di lui.

Da II Re [Sam.], XVIII, 18, sappiamo che A. aveva innalzato per sé ancora vivente "una stele che sta nella Valle del Re"; da XVIII, 17 sappiamo però che il suo cadavere fu gettato in una fossa nel bosco e ricoperto con un mucchio di pietre. La stele di A., che, secondo Giuseppe Flavio (Ant. Iud., VII, 10, 3), distava due stadî da Gerusalemme, non è certamente l'edificio chiamato oggi Tomba di Assalonne e situato a oriente di Gerusalemme nella valle del Cedron, fra la tomba di Iosafat poco più a nord e quella di S. Giacomo più a sud.

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