Assiri

Enciclopedia Dantesca (1970)

Assiri

Vincent Truijen

Popolo stabilito in Mesopotamia e il cui centro fu la città di Ninive presso il Tigri. Questo popolo, dal 2000 circa al 600 a. C., giocò un grosso ruolo nel Medio Oriente e nella storia del popolo d'Israele. D. ne parla, in Mn II VIII 3, come di uno dei grandi regni precedenti l'Impero romano, ma incapace, a differenza di quest'ultimo, di fondare un regno stabile. La propria conoscenza degli A., oltre che dalla Bibbia, D. la deriva dalla Cronaca di Eusebio di Cesarea tradotta da Girolamo, e soprattutto da Paolo Orosio, di cui cita la Historia adversus paganos, che durante il Medioevo servì da manuale di storia antica. Con l'ausilio di queste fonti D. spiega le allusioni trovate negli autori classici e cristiani, tra i quali cita Ovidio (Met. IV). È evidente che una tale conoscenza è assai vaga e in parte basata su delle leggende. Una conoscenza veramente storica degli A. la si è acquisita dopo il ritrovamento in scavi in Mesopotamia di documenti scritti e soprattutto dopo esser pervenuti alla decifrazione della scrittura cuneiforme. La loro storia viene divisa in tre periodi : impero antico (XIX e XVIII secolo a.C.); impero medio (inizi del XIV secolo fino al 721 a.C.), durante il quale viveva la regina Semiramide che D. afferma essere sposa di Nino; infine l'impero nuovo (dal 721 alla caduta dell'impero e alla presa di Ninive da parte dei Babilonesi, nel 612 a.C.), epoca in cui le relazioni col popolo d'Israele sono numerose (in Pg XII 53, D. menziona il re Sennacherib ucciso dai figli; cfr. Is. 37, 38). Tanto Sennacherib che gli A. in generale sono citati da D. come esempi di orgoglio punito : quello degli A. lo fu mediante la disfatta di cui parla la Bibbia (cfr. la profezia di Nahum); quello di Sennacherib mediante il suo assassinio (Pg XII 58-60, ove sulla fede del libro di Giuditta, anche Oloferne è considerato come un generale assiro: Mostrava come in rotta si fuggiro / li Assiri, poi che fu morto Oloferne; e cfr. anche vv. 52-54). In If V 58-60, parlando del regno di Semiramide, D. mostra di sapere almeno approssimativamente ove si trovava l'impero degli A.; ma può darsi che D. confondesse, come altri del suo tempo, la Babilonia assira con quella egiziana. E allorché in Pg XXXIII 118 nomina il Tigri, D. pensa ai fiumi del Paradiso di cui parla il primo capitolo della Genesi. Da tutto ciò risulta che la conoscenza degli A. da parte di D. è quella del suo tempo. Tutto ciò che egli dice degli A. lo dice attenendosi al senso letterale, senza ricorrere all'allegoria tanto gradita agli scrittori del tempo.

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