ATENOLFO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 4 (1962)

ATENOLFO (Atenulfo, Atinolfo, Adenolfo, Adenulfo)

Nicola Cilento

Nacque da Landenolfo, gastaldo di Teano, e fu nipote di Landolfo il Vecchio, gastaldo di Capua (815-843), che era stato l'iniziatore di una numerosa dinastia, ricca di molte propaggini, di gastaldi e conti di Capua e poi di principi di Capua-Benevento.

Dopo la morte dello zio Landolfo, vescovo e conte di Capua (862-879), il quale, legandosi a Ludovico II prima e successivamente a Giovanni VIII, aveva salvato l'integrità della contea attribuendole una funzione preminente fra i piccoli stati della Campaniá, i nipoti di lui, che egli era riuscito a tenere a freno, si combatterono accanitamente per la successione (879-887) in un periodo aggrovigliato nel quale, a fianco dei vari contendenti, intervennero tutti gli stati della Campania, papi, imperatori, saraceni, guideschi di Spoleto, bizantini, in un oscuro labirinto di leghe e controleghe.

Appunto nel volgersi di questi anni A., gastaldo di Calvi, esce dall'ombra e, con politica avveduta, sì adopera a trarre la contea di Capua da questa torbida fase della sua vita. Egli, in un primo tempo, si lascia attirare dal duca-vescovo Atanasio, di Napoli, il quale per qualche tempo è arbitro delle vicende politiche della Campania e da lui ottiene "ut adiuvaretur singulariter fieri comes in Capua". Con un ardito colpo di mano, il 7 genn. dell'887, riesce a disfarsi dei fratelli e dei cugini e a porre fine alle contese domestiche. Il nuovo conte di Capua non si arrestò nella ascesa e si rivolse contro l'afleato di ieri, il duca Atanasio di Napoli, che occupava la "Liburia", la fertile zona da tempo contesa fra Napoli e Capua. Battuto Atanasio nella battaglia di S. Carzio sulle rive del Clanio (888), nella zona aversana, A. riuscì a imporre il suo primato sui principati longobardi di Benevento e Salemo, sugli altri stati campani, e a difendersi dall'espansione bizantina.

La potenza di A. contrasta con la decadenza degli altri principati longobardiSalerno è infatti entrata nell'orbita bizantina, mentre a Benevento le continue lotte di palazzo hanno impedito l'affermazione di una dinastia, finché subisce la dominazione diretta dei Bizantini (891-94) e poi quella di Guido IV di Spoleto (895-97). Il nuovo principe Radelchi II, imposto dalla sorella, l'imperatrice Ageltrude (aprile 897), con le sue rappresaglie contro le più potenti casate beneventane si privò del naturale sostegno per mantenere il suo potere: fu così che molti esuli trovarono accoglienza presso A. e lo sollecitarono a impadronirsi di Benevento. Il colpo fu attuato nel gennaio del 900 e A. fu acclamato principe in S. Sofia di Benevento. Si realizzava così, sotto una sola dinastia, che faceva capo ad A., l'unità Capua-Benevento, la quale si sarebbe mantenuta per quasi tutto il secolo X. L'ascesa di A. non fu però senza contrasti, provocati dai bizantini che tentarono. di riprendere la città: uno dei figli di A. cadde vittima di un loro colpo di mano. Più grave fu la congiura che si organizzò contro A. intorno al vescovo di Benevento, Pietro: ma anche di essa il nuovo principe ebbe ragione e Pietro fu costretto ad esulare a Salerno.

Nei dieci anni del suo principato l'azione più notevole di A. fu la lotta contro i Saraceni del Garigliano che egli attaccò, con il solo aiuto degli Amalfitani e senza successo, nel 903. Si diede poi a preparare una seconda e più decisiva spedizione, mando una forte coalizione di città della Campania e sollecitando l'aiuto dei bizantini, nei confronti dei quali aveva modificato il suo precedente atteggiamento. Venne a morte nel 910, quando il figlio Landolfo I, che si era associato nel principato, rientrava da Costantinopoli, dove era stato inviato dal padre per ottenere la partecipazione imperiale nella impresa contro la colonia del Garigliano.

Ad A. Eugenio Vulgario, poeta vissuto fra l'887 e il 928, dedicò un carme amebeo, nel quale, con astrusi artifici retorici, ne celebrava le virtù.

Fonti e Bibl.: Erchemperti Historia Langobardorum Beneventanorum, a cura di G. Waitz, in Mon. Germ. Hist., Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum, Hannoverae 1878, pp. 256 ss.; Catalogus comitum Capuae, ibid., pp. 499 S.; Poetae Latini aevi Karolini, a cura di P. de Winterfeld, ibid., IV, 1, Berolini 1899, p. 472; Chronicon Salernitanum, a cura di U. Westerbergh, Stockholm 1956, pp. 160 ss.; M. Schipa, Il Mezzogiorno d'Italia anteriormente alla monarchia, Bari 1923, pp. 103 ss.; N. Cilento, Le condizioni della vita nella contea longobarda di Capua nella seconda metà del IX secolo, in Riv. stor. ital., LXIII (1951), pp. 437 ss.; Id., La cronaca dei conti e dei principi longobardi di Capua..., in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il M. E., LXIX (1957), pp. 1 ss, 47-52.

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