HORTIS, Attilio

Enciclopedia Italiana (1933)

HORTIS, Attilio

Mario Menghini

Patriota e storico, nato a Trieste il 13 marzo 1850, morto ivi il 23 febbraio 1926. Fece gli studî dapprima nel ginnasio tedesco, ov'ebbe a maestro Robert Hamerling (v.), poi (1863) in quello italiano diretto da Onorato Occioni. Nel 1866, scoppiata la guerra contro l'Austria, il padre, tra i più operosi capi del movimento patriottico triestino, dovette cercar protezione contro le vendette austriache oltre il confine, e il figlio sedicenne lo seguì in Lombardia. Tornato a Trieste, s'inscrisse poco dopo ai corsi di giurisprudenza e di lettere nell'università di Padova, laureandosi nel 1871; e l'anno dopo frequentò quella di Graz. Nominato nel 1873 direttore della biblioteca civica di Trieste, nel 1874 pubblicò il primo saggio dei suoi studî di critica letteraria, intitolato: Scritti inediti di F. Petrarca, seguito subito dopo dal Catalogo delle opere di F. Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste, felici inizî d'una serie di trattazioni di storia e di critica letteraria, delle quali la più importante fu quella intitolata: Studi sulle opere latine del Boccaccio con particolare riguardo alla storia dell'erudizione del Medioevo e alle letterature straniere (Trieste 1879), poderoso volume che la critica si meravigliò fosse dovuto a un giovine non ancora trentenne. Animato da sentimenti patriottici, l'H., sebbene assiduamente occupato nei suoi studî, diede opera politica per la difesa dell'italianità di Trieste e di tutta la Venezia Giulia nelle adunanze della Pro Patria e della Lega Nazionale; e ancor più ne diede quando (1897) fu eletto deputato per Trieste al parlamento di Vienna, in cui il suo primo discorso (13 maggio 1897), "che fu una chiara impostazione della genesi e degli sviluppi della lotta fra Italiani e Slavi nella Venezia Giulia", suscitò grande impressione anche fra i suoi avversarî. Mirabili furono pure gli altri discorsi: dopo le luttuose giornate del febbraio 1902; per il divieto dato dal governo austriaco di trasportare a Trieste le ceneri di Giuseppe Revere (7 marzo 1900); contro i provvedimenti di rigore che avevano improvvisamente sottratto al comune di Trieste l'esercizio delle "attribuzioni delegate" (1906); e quelli specialmente per protestare contro la sistematica opposizione d'istituire in Trieste un'università italiana.

Scoppiato il conflitto mondiale, egli rimase nella sua città nativa fino al maggio 1915. Recatosi allora a Roma, il 24 maggio condusse al re la deputazione delle terre irredente, ma si tenne poi appartato da pubbliche dimostrazioni, preferendo aiutare col suo consiglio e prodigarsi in ogni generosa iniziativa a favore dei profughi e dei volontarî delle tre Venezie nella guerra contro l'Austria. Il 24 febbraio 1919 fu nominato senatore del regno, e fu acclamato dai colleghi il giorno in cui andò a prestare giuramento. In senato prese più volte la parola, perorando per le integrali rivendicazioni territoriali (28 dicembre 1919 e 9 febbraio 1920).

Inauguratosi a Trieste l'11° congresso della Società per il progresso delle Scienze (1921), vi fu nominato presidente del comitato ordinatore; e in questa occasione lesse un'erudita memoria sui congressi scientifici del Risorgimento.

Bibl.: D. De Tuoni, Tergeste. Scene e figure di vita triestina, Trieste 1926; S. Benco, Commemorazione di A. H., in Archeografo triestino, 1926; F. Salata, A. H. e la sua opera politica, in Nuova Antologia, marzo 1926. Una bibliografia dei suoi scritti è in Miscellanea di studi in onore di A. H., Trieste 1909; ed è stata completata nell'art. del Salata.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Robert hamerling

Giurisprudenza

Risorgimento

Lombardia

Boccaccio