Aung San Suu Kyi

Lessico del XXI Secolo (2012)

Aung San Suu Kyi


– Politica birmana (n. Rangoon 1945). Figlia del generale U Aung San (1914-1947) e leader della Lega nazionale per la democrazia, è divenuta il simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare che ha cercato in tutti i modi di ridurla al silenzio e di impedire la sua attività politica. Nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la pace, cui ha fatto seguito una grande mobilitazione internazionale in sua difesa e contro il regime militare. Costretta agli arresti domiciliari dal 1989 al 1995 e di nuovo nel 2000, è stata liberata nel maggio 2002, con la garanzia ufficiale di poter riprendere la propria attivita politica. In realtà, di fronte alla riorganizzazione del partito e alla pressante richiesta di garanzie democratiche, il regime ha fatto nuovamente marcia indietro e nell’aprile 2003, prendendo a pretesto alcuni scontri scoppiati nel Nord del Paese dopo un comizio di Aung San Suu Kyi (secondo alcuni osservatori internazionali provocati ad arte proprio dall’esercito), ha privato nuovamente quest’ultima delle libertà personali. Dall’ottobre 2007, dopo la violenta repressione delle manifestazioni dei monaci buddisti e della Lega nazionale birmana per la democrazia, si è più volte incontrata, per chiedere il rispetto dei diritti umani, con il ministro preposto ai rapporti con le forze di opposizione. Nel 2009 è stata condotta in carcere a Yangon con l’accusa di aver infranto le regole degli arresti domiciliari, avendo lasciato entrare in casa l’attivista americano John William Yettaw, senza autorizzazione. La condanna a tre anni di carcere e ai lavori forzati, poi commutata in 18 mesi di ulteriori arresti domiciliari, ha impedito la sua partecipazione alle prime elezioni indette dal regime militare per il novembre 2010. Tuttavia, dopo la sua liberazione, avvenuta all'indomani delle consultazioni, il nuovo governo civile in carica ha modificato le norme elettorali così da permettere alla leader dell’opposizione e al suo partito di rientrare a pieno titolo nel sistema politico del Paese e di partecipare alle elezioni suppletive dell'aprile 2012. Le consultazioni hanno segnato il trionfo della Lega nazionale per la democrazia, che ha conquistato 40 dei 45 seggi in palio, e Aung è stata eletta in Parlamento con oltre 80% dei consensi.

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