BAGHDAD

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BAGHDAD

P. Cuneo

(Bagadia nei docc. medievali)

Od. capitale dell'Iraq, situata sulle sponde del Tigri, a poche decine di chilometri dall'Eufrate, nel punto di minore distanza tra i due fiumi.La città araba, che fu capitale del califfato abbaside dalla metà del sec. 8° alla metà del 13°, fu fondata nel 762 da al-Manṣūr. Il sito prescelto - un'area sulla riva destra del fiume, non urbanizzata se non per alcuni villaggi e conventi cristiani, ma da tempo sede di fiere periodiche all'incrocio di piste carovaniere - si trovava al centro di una regione solcata da una fitta rete di canali, ove si erano avvicendate altre capitali della Mesopotamia, tra cui Babilonia assira, Seleucia ellenistica, Ctesifonte sasanide.Del primitivo impianto urbano del sec. 8°, denominato Madīnat al-Salām 'la città della Pace', non è stata ritrovata alcuna traccia, neanche archeologica. La sua forma perfettamente circolare, nonché gli elementi principali della sua articolazione interna sono noti, tuttavia, grazie alle dettagliate descrizioni di alcune fonti arabe (soprattutto il Ta'rīkh Baghdād di al-Khaṭīb al-Baghdādī) che consentono di ricostruirne graficamente lo schema planimetrico.Tre cerchie di mura concentriche includenti un fossato e i quartieri residenziali (suddivisi in sorte di comparti trapezoidali abitati da comunità o gruppi etnici di diversa provenienza) formavano una corona circolare densamente edificata che, attraversata da quattro strade commerciali in corrispondenza di porte orientate secondo le bisettrici dei punti cardinali, delimitava a sua volta una vasta superficie, anch'essa circolare, al cui centro sorgevano il palazzo del sovrano (sormontato da una cupola verde alta m. 40 ca.) e l'adiacente Grande moschea. L'adozione dell'inconsueta pianta rotonda, interrompendo nettamente ogni continuità con gli schemi rettangolari delle fondazioni omayyadi, di ascendenza alessandrina e romana, esprimeva un esplicito collegamento con analoghe forme urbane dell'Asia centrale e mediorientale preislamica e, caricandosi di significati politici e ideologici connessi con la centralità anche topografica del potere, si contrapponeva intenzionalmente, in quanto 'asse e ombelico del mondo', agli altri centri religiosi e politici dell'Islam: Damasco, Gerusalemme e La Mecca.Il grandioso impianto urbanistico, progettato secondo i dettami dell'astrologia e della geomanzia asiatiche e realizzato da centomila operai e artigiani di varia provenienza, guidati da quattro architetti, fu interamente edificato in materiali poveri, reperibili in loco, incluse le strutture portanti eseguite in argilla cruda di forte spessore.Poiché l'espansione demografica e le esigenze di sicurezza mal si conciliavano con la città circolare, molto presto, già prima della fine del sec. 8°, presero a svilupparsi alcuni quartieri extra moenia, tra i quali al-Karkh sulla stessa sponda destra del Tigri e al-Ruṣāfa sulla sponda sinistra, destinati a perpetuarsi sino a formare il nucleo storico della città moderna. Anche se privata del rango di capitale per ben due volte nel corso del sec. 9° (la sede califfale venne spostata a Merv dall'813 all'819 e a Samarra dall'836 all'892), B. rafforzò il suo ruolo di centro economico, culturale, scientifico, artistico e religioso, accentuando sempre più il suo originario carattere cosmopolita, per la presenza di numerosi gruppi di arabi, berberi, turchi, persiani, curdi, armeni, siriani, ebrei, e raggiunse già nel sec. 10° una popolazione complessiva stimabile in 1.500.000 abitanti ca. e un'estensione di km. 87 circa.Sotto i Buyidi (945-1055), cui si deve una serie di opere pubbliche e di sistemazioni idrauliche nel quartiere orientale, e sotto i Selgiuqidi (1055-1194), allorché un'inondazione del Tigri (1067) cancellò definitivamente quel che restava della città di al-Mansūr, B. fu sconvolta da frequenti lotte urbane tra Sunniti e Sciiti; sulle condizioni della città alla fine del sec. 12° riferiscono anche Beniamino di Tudela (1171) e Ibn Jubayr (1185). Dopo la disastrosa occupazione dei Mongoli nel 1258 (che tra l'altro portò alla fine del califfato abbaside, da allora nominalmente trasferito al Cairo, presso i Mamelucchi), furono attuati importanti mutamenti topografici, sia con gli Ilkhanidi (1258-1339), come attesta Ibn Baṭṭūṭa, sia con i Jalairidi (1339-1410): segno di una ripresa economica ed edilizia che però fu bruscamente interrotta dalla prima occupazione di Tamerlano nel 1392 e soprattutto dalla seconda, molto più cruenta e distruttiva, nel 1401. Sotto i sultanati turcomanni (1401-1509), B. conservò sostanzialmente la sua estensione sulle due rive del Tigri, come mostra uno scorcio prospettico della città in una miniatura del 1468 (Londra, BL, Add. Ms 16561, c. 60v) e come conferma la veduta generale, pur geometrizzata e regolarizzata, eseguita, dopo la breve dominazione safavide (1509-1534), dal miniaturista ottomano Maṭrākçī Naṣūḥ nel 1537 (Istanbul, Üniv. Kütüphanesi, T. 5964, cc. 47b-48a).Scomparse le cinte urbane di al-Manṣūr (la città rotonda) e di al-Musta'īn (al-Ruṣāfa), sussistono solo i frammenti di due porte delle mura di al-Mustaẓhir (edificate nel 1095): Bāb al-Wasṭānī e Bāb al-Ṭilism 'porta del Talismano', rifatta nel 1221, nonché i nomi di altre due, Bāb al-Mu'aẓẓam (o Bāb al-Sulṭān) e Bāb al-Sharqī (o Bāb al-Baṣaliya). Il sistema stradale che collegava queste porte convergeva verso l'area 'direzionale' della città, presso la riva sinistra del Tigri, ove sorgono (pur separate da più recenti edificazioni) le principali strutture superstiti del potere civile e religioso della B. medievale: la madrasa Mustanṣiriyya (1226 ca.) e il 'palazzo abbaside' (1230 ca.), edificati dal penultimo califfo, al-Mustanṣir; la moschea-madrasa Mirjāniyya (1357) e il Khān Mirjān o Urtuma (1358) di epoca Gialairide. Quest'ultima costruzione costituisce l'unico elemento ancora conservato del sistema di edilizia commerciale del sec. 14°, oggi visibile nei suoi rifacimenti successivi, per lo più di epoca ottomana. A breve distanza da questo nucleo sorge la moschea dei Califfi (o del Sūq al-Ghazl), della cui fase originaria resta solo il minareto del 1256.Delle altre moschee che, pur radicalmente trasformate tra il sec. 16° e il 19°, conservano alcuni elementi anteriori al sec. 14°, si possono citare: la moschea A'ẓamiyya, con il mausoleo di Abū Ḥanīfa; la moschea Qamariyya, con il minareto del 1228; la moschea al-Khaffāfīn; le moschee funerarie degli shaykh: Ma'rūf al-Karkhī, con minareto del sec. 13°, 'Umar al-Suhrawardī, 'Adb al-'Azīz ibn Ja'far (o moschea Khullanīya). Nell'area cimiteriale del quartiere al-Karkh, la più antica e importante struttura funeraria è il mausoleo ottagonale, con cupola conica, di Zumurrud Khātūn (o di Sitta Zubayda), del 1199. Delle numerose opere pubbliche di epoca abbaside, buyide e selgiuqide citate dalle fonti storiche, restano, invece, pochissimi elementi.La più frequentata istituzione religiosa di B. fu, sin dall'epoca abbaside, il santuario di Kāẓimayn (nel sobborgo omonimo, sviluppatosi a pochi chilometri a N-O della città di alManṣūr attorno alle sepolture di due imām sciiti, entrambi di nome Kāẓim), distrutto dai Mongoli nel 1258 e ricostruito dai Jalairidi nel 14° secolo. Il complesso attuale è costituito per lo più dal rifacimento safavide del sec. 16°, ma il borgo conservava integralmente, fino a pochi anni fa, la sua struttura originaria, dal tessuto compatto di residenze e mercati addossato al sacro recinto, simile a quello degli altri quartieri medievali di B., anch'essi peraltro da tempo trasformati.La scomparsa completa delle architetture dei primi quattro secoli del califfato e l'esiguo numero di monumenti superstiti dei secoli seguenti non consentono di delineare con precisione un quadro di tipi e caratteri prevalenti; si può tuttavia rilevare (nel 'palazzo abbaside' e nella madrasa Mustanṣiriyya) la predilezione per organismi di tipo 'iraniano', a corte interna con due o quattro īvān. Si ritiene inoltre che a B. ebbe origine e ampia diffusione (Tabbaa, 1985, p. 63) la cupola ad alveoli a inviluppo conico con muqarnas denunciate anche all'esterno, presente in Iraq con numerosi esempi il più antico dei quali è il mausoleo dell'Imām Dūr presso Samarra (1075-1090). A B. tale dispositivo, tendente a smaterializzare visivamente la struttura di copertura, si conserva nel mausoleo della Zumurrud Khātūn (1180-1220). L'uso di stalattiti nei raccordi delle nicchie e delle volte si trova pure, unito a tarsie di laterizi, nella madrasa Mustanṣiriyya (1226 ca.).Nell'ambito della scultura figurativa monumentale si può solo ricordare il bassorilievo in terracotta che occupava il soprarco della 'porta del Talismano' (1221), distrutta nel 1917: vi figuravano due dragoni affrontati nell'atto di lambire un personaggio, accovacciato, in posizione centrale.Del tutto ipotetiche restano, infine, le connessioni stilistiche tra i perduti cicli di pittura monumentale e la ricca produzione delle botteghe miniatorie operanti a B. nel sec. 13°, dalle quali uscirono forse le illustrazioni delle Maqāmāt di al-Ḥarīrī (Sourdel-Thomine, 1962; Grube, 1980).La principale raccolta museale (già esposta nel Khān Mirjān) è costituita dalla sezione islamica dell'Iraq Mus., che conserva pannelli in stucco, miḥrāb in pietra, minbar e porte in legno (da edifici distrutti di Samarra, B., Mossul), vasellame, ceramica, vetri, bronzi, astrolabi, gioielli. Altri oggetti d'arte islamica (già esposti negli ambienti della Bāb al-Wasṭānī) sono nell'Iraqi Military Mus. (nel quartiere 'Adamiyya), nella madrasa Mustanṣiriyya e nel 'palazzo abbaside'.

Bibl.:

Fonti. - al-Ya'qūbī, Kitāb al-buldān [Il libro dei paesi], a cura di M.J. De Goeje (Bibliotheca Geographorum Arabicorum, 7), Leiden 1892 (trad. franc. Les Pays, Cairo 1937); al-Khaṭīb al Baghdādī, Ta'rīkh Baghdād [La storia di B.], 14 voll., Cairo 1931; Beniamino di Tudela, Maśśā'ôt rabbi Benjamin [Viaggi del rabbino Beniamino], a cura di A. Asher, 2 voll., New York-London 1840-1842; The Travels of Ibn Jubayr, a cura di W. Wright, J.M. De Goeje (Gibb Memorial Series, 5), Leiden-London 1907; Voyages d'Ibn Baṭṭūta, a cura di C. Defrémery, B.R. Sanguinetti, 4 voll., Paris 1853-1859 (19792, a cura di V. Monteil).

Letteratura critica. - M. Streck, Die alte Landschaft Babylonien, I, Leiden 1900; G. Salmon, L'introduction topographique à l'histoire de Baghdad, Paris 1904; L. Massignon, Mission en Mésopotamie (1907-1908), II, Cairo 1912; M. Streck, s.v. Baghdad, in Enc. Islam, I, 1913, pp. 574-582; G. Le Strange, Baghdad during the Abbasid Caliphate, from Contemporary Arabic and Persian Sources, Oxford 1924; R. Cooke, Baghdad the City of Peace, London 1927; F. Basmachi, A Guide to the Iraq Museum, Baghdad 1960; A.A. Duri, s.v. Baghdād, in Enc. Islam2, I, 1960, pp. 921-936; E. de Vaumas, Introduction géographique à l'étude de Bagdād, Arabica 9, 1962, pp. 229-247; D. Sourdel, Bagdād, capitale de nouvel empire 'abbāside, ivi, pp. 251-265; M. Canard, Bagdād, au IVe siècle de l'Hégire (Xe siécle de l'ère chrétienne), ivi, pp. 267-287; C. Cahen, Bagdād au temps de ses Califes, ivi, pp. 289-302; J. Sourdel-Thomine, L'art de Bagdād, ivi, pp. 449-465; D. Sourdel, J. Sourdel, La civilisation de l'Islam classique, Paris 1969 (19762); J. Lassner, The Topography of Baghdad in the Early Middle Ages, Detroit 1970; C. Wendell, Baghdad, Imago Mundi and other Foundation-lore, International Journal of Middle East Studies 2, 1971, pp. 99-128; A. al-Hadīthī, H. 'Abd al-Khaliq, al-Qi'āb al-Makhrūṭiyya fi'l-'Irāq [Le cupole coniche in Iraq], Baghdad 1974; J. Chabbi, La fonction du ribat à Baghdad du Ve siècle au début du VIIe siècle, REI 42, 1974, pp. 101-121; F. Basmachi, Treasures of the Iraq Museum, Baghdad 1975-1976, pp. 349-365, figg. 263-296; E.J. Grube, La pittura dell'Islam; miniature persiane dal XII al XVI secolo, Bologna 1980; T. Jawad al-Janabi, Studies in Medieval Iraqi Architecture, Baghdad 1983; Y. Tabbaa, The Muqarnas Dome: its origin and Meaning, Muqarnas 3, 1985, pp. 61-74.P. Cuneo

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