FONTANA, Baldassare

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)

FONTANA, Baldassare

Marius Karpowicz

Figlio di Pietro Martire e di Anna Maria Girola, nacque il 26 giugno 1661 a Chiasso, dove il padre si era trasferito da Novazzano, suo luogo d'origine (Karpowicz, 1990, p. 253, al quale si rimanda, ove non diversamente indicato, per le notizie bio-bibliografiche sul Fontana).

Dato che il padre era cugino di C. Fontana, si può supporre che, dopo essersi formato nel paese natio, il F. si sia recato a Roma per mettersi sotto la protezione del famoso architetto, mentre lo stile dei suoi stucchi fa supporre, per questa tecnica, un apprendistato presso A. Raggi, altro ticinese attivo a Roma. Non mancano inoltre nel suo lavoro suggestioni provenienti da opere di altri allievi romani del Bernini, come, ad esempio, E. Ferrata (Pagaczewski, 1938). Il F. si specializzò nella decorazione di interni e fu a capo di una bottega attiva in Moravia, in Polonia e nel Ticino.

Le ricerche sin qui condotte non hanno permesso di individuare le opere del F. nel suo paese natio. Le si potrebbe eventualmente cercare fra le opere degli anni Ottanta prodotte dalla bottega di G.B. Barberinì, che sembra essere stato uno dei suoi maestri. Sappiamo però che a Chiasso eseguì per la chiesa di S. Vitale quattro testine d'angelo in stucco (distrutte nel 1934) e che fuse una campana, la quale doveva suonare per la morte di ogni cittadino senza tener conto del suo stato patrimoniale (Oldelli, 1807). Inoltre, poiché la cappella di S. Antonio in S. Vitale rimase nel XVIII secolo sotto il patronato della famiglia del F., è assai probabile che l'artista abbia contribuito in buona misura alla ricostruzione della chiesa, iniziata nel 1685.

La sua prima opera a noi nota è la decorazione di tre sale del castello arcivescovile di Kroměřiž, in Moravia, costituita da motivi ornamentali e figurativi, in rilievo sulle volte; ogni sala presenta, alla base della volta, gruppi in stucco a tutto tondo.

I lavori, commissionati dal cardinale Karol principe di Liechtenstein-Castelcorn, arcivescovo di Ołomouc, vennero terminati prima del 4 nov. 1688, data della lettera elogiativa rilasciata all'artista in occasione del suo rientro a Chiasso. In questa lettera viene nominato anche Paolo Barucio, il primo dei collaboratori del F. che ci siano noti.

Il 1° marzo 1689 sposò a Chiasso Maria Elisabetta Gilardoni, dalla quale ebbe i figli Michele, Francesco Antonio e Chiara Eurosia Liberata. Il F. trascorse il 1689 in seno alla famiglia, ma già l'anno seguente viene annotato nella corrispondenza dell'arcivescovo di Ołomouc come attivo nel castello di Kroměřiž. Il 3 febbr. 1691 il prelato stipulò con il F. un contratto per la decorazione di nove sale al piano nobile dello stesso castello, distrutte da un incendio nel 1752. Secondo il contratto il F. doveva eseguire tutti i lavori personalmente con l'unico aiuto del fratello Francesco. Terminati gli interni del castello, il F. ricevette dall'arcivescovo un nuovo mandato: la decorazione della cappella di S. Otilia nella chiesa parrocchiale di Vyškov, presso Ołomouc; una lettera del 6 maggio 1692, scritta dall'arcivescovo al decano di Vyškov, indica nel F. il progettista di tutta la decorazione a stucco della cappella: festoni vegetali intorno alla base della cupola e sui pennacchi, un grande altare in stucco dalle colonne massicce, la figura di S. Otilia in gloria, figure di putti sull'altare e intorno alle finestre.

Nello stesso 1692, a Hradisko, presso Ołomouc, il F. eseguì anche il primo lavoro per il convento dei premostratensi, che da allora divennero i suoi principali committenti in Moravia: decorò la volta della tromba delle scale con figure di Virtù entro cinque medaglioni inframezzati da una grande corona di fiori.

Nel 1693 il F. fu chiamato per la prima volta in Polonia per decorare la cappella della farniglia Mniszech nella chiesa di S. Clemente a Wieliczka, presso Cracovia. Per questa decorazione, conservata frammentariamente, si valse dell'aiuto di un certo Pakosz Trebeller. Nello stesso anno, e forse nella primavera del 1694, il F. lavorò agli stucchi (ora scomparsi) della residenza di Hrubčice presso Ołomouc, su commissione di Jan Bedrich Breuner, decano del capitolo di Ołomouc. Nell'estate del 1694 lavorò nel refettorio del convento di Hradisko ad una decorazione andata in seguito distrutta e il 20 settembre dello stesso anno firmò un contratto per decorare la residenza estiva dei premostratensi di Hradisko a Šebetov (oggi casa di riposo); i lavori, commissionati dall'abate Norbert Železky, si protrassero fino al giugno dell'anno seguente (si sono conservati gli stucchi sulle volte delle tre sale al primo piano).

Nel luglio 1695 il F. si trasferì in Polonia e diede inizio alla maggiore e più insigne delle sue opere, la decorazione della chiesa collegiale di S. Anna a Cracovia. L'opera glì fu commissionata dall'università Iagellonica, al cui rettore Sebastian Piskorski, grande ammiratore del Bernini, veniva affidata la direzione dei lavori. Il 31 dicembre il F., affiancato da vari aiutanti, tra cui il fratello Francesco, portò a termine la decorazione del presbiterio. Negli anni successivi vennero eseguite le decorazioni della cupola principale, del transetto e degli altari. I lavori vennero sospesi a causa dell'invasione svedese e il F., con la sua squadra, partì il 19 ag. 1702 per Ołomouc. Dopo la ritirata degli Svedesi, nella primavera del 1703, il F. era di nuovo a Cracovia ed il 1° giugno venne pagato per l'esecuzione delle quattro statue della facciata della chiesa. Il 6 maggio 1704 tutta la decorazione era terminata e il F. ripartì per la Moravia.

Tutte le pareti e le volte della chiesa di S. Anna sono coperte, oltre che dalle decorazioni in stucco, da affreschi realizzati, secondo un progetto del F., dai pittori I. Monti e K. Dankwart. Le figure in stucco più importanti sono concentrate intorno aglì altari. L'altare maggiore, affiancato dalle statue di S. Stanislao e S. Adalberto, si richiama per la sua struttura all'altare dell'Assunta nel transetto della cattedrale di Como progettato da M. Ricchino. La decorazione della cappella occidentale è la migliore fra quelle del F.: il progetto, nel suo insieme, si richiama a quello dell'altare in stucco eseguito nel 1689-90 da G.B. Barberini nella chiesa di Castel San Pietro presso Chiasso. Tutta la parete è occupata da un grande rilievo con la Lamentazione dove la parte centrale è affiancata da due figure che rappresentano S. Longino e S. Veronica; sulla parete dell'altare si trova la Conversione di s. Paolo in rilievo.

Negli anni in cui fu impegnato nella chiesa di S. Anna il F. eseguì molti altri lavorì sia per committenti polacchi sia per i suoi connazionali. Con l'italiana Confraternita di S. Giovanni Battista stipulò due contratti - nel giugno 1697 e nel dicembre 1699 - per la decorazione della cappella nella chiesa dei francescani (gli stucchi sulla volta si sono conservati, mentre sono andati distrutti quelli dell'altare). Fu lo stesso Piskorski a metterlo in contatto con i conventi delle clarisse di Cracovia e di Stary Sa̢cz. Nel presbiterio della chiesa di Stary Sa̢cz il F. progettò ed eseguì (1699) tre altari in marmo nero con dettagli e figure in stucco bianco e dorato, per le aureole; questi lavori furono concepiti come un insieme unitario, e pertanto tutti gli elementi e i gesti delle figure sono rivolti verso l'altare maggiore. Per le clarisse di Cracovia, nel 1701, la bottega del F. decorò con stucchi l'interno della chiesa romanica di S. Andrea, la cui cupola presenta una decorazione mista di scultura e pittura.

Fra gli altri lavori eseguiti a Cracovia il più importante è l'altare dedicato al santo domenicano Jacek Odrowa̢z, eretto in una cappella della chiesa dei frati predicatori; sono del F. anche la decorazione della volta della cappella (tondi dorati in rilievo, angeli, mazzolini di rose) e tre dei quattro permacchi con la rappresentazione delle Virtù del santo.

In questo periodo il F. decorò, sempre a Cracovia, anche quattro edifici civili: la volta di una sala nel palazzo detto "pod Baranami", un grande salone e due sale minori con ricchi stucchi sulle volte nel palazzo Krzysztofory (oggi Museo della città di Cracovia), la volta di una stanza al primo piano della casa al numero i di piazza Mariacki, e infine - superiore a tutti gli altri interventi per la grandiosità della concezione, per il livello qualitativo dell'esecuzione e per lo stato di conservazione - la decorazione di due camere nella casa in via Szczepanska, n. 1, eseguita dal F. per Andrzej Zydowski, gonfaloniere di Cracovia (notevoli sono, soprattutto, i rilievi con le Allegorie delle arti sulle pareti, gli ornati delle volte e i busti modellati all'antica).

Durante il suo soggiorno in Moravia tra il 1702 e il 1703 il F. eseguì la decorazione, con affreschi e stucchi, della cappella settentrionale della parrocchiale di Konice: l'opera consta di quattro medaglioni con Angeli che sostengono l'insegna di Cristo e di una aureola al centro con la figura di Dio Padre; inoltre, sotto una finestra, si trova la sepoltura di Jan Jiži Hoffmann di Kochersberg, signore di Konice, che è rappresentato inginocchiato sulla tomba. Dopo il ritorno da Cracovia il F. eseguì negli anni 1704-1705 la decorazione della biblioteca del convento di Hradisko, presso Ołomouc, dove, come già nelle chiese di S. Anna e di S. Andrea a Cracovia, adottò le tecniche miste berniniane con parti in rilievo e parti dipinte. In quello stesso periodo il F., su commissione dell'abate Žlezky di Hradisko, decorò il palazzo di Vresovice, oggi sede del Municipio (si sono conservati gli stucchi di una piccola sala). Dai documenti ritrovati in Moravia risulta inoltre che nel 1706 il F. si recò a Vienna, ma non si sa niente di più in proposito.

Verso il 1708 il F. lavorava per il convento dei francescani nella località di Uherskè Hradište. Si sono conservati gli affreschi e gli stucchi del refettorio (oggi Archivio distrettuale).

La grande sala con lunette è omata con festoni di frutta e foglie, testine di angioletti e medaglioni con figure di santi in rilievo; su una parete si trova un'aureola raggiata con angeli, e sulla parete opposta lo stemma dei fondatori, i Petřvald. La famiglia dei Petřvald aveva anche affidato al F. l'esecuzione di lavori, databili probabilmente al 1708, nel proprio palazzo a Buchlovice, dove però è opera sua soltanto il cornicione nella volta della sala terrena.

Dal 1708 al 1718 non abbiamo notizie del F. che, molto probabilmente, operò in quel periodo o in Austria o nell'Italia settentrionale. Nel marzo 1718 viene annotato il suo arrivo nella cronaca del convento di Hradisko, dove l'abate B. Wanke gli commissionò l'intera decorazione (ora distrutta) della chiesa. Nello stesso tempo, su commissione dell'abate di Hradisko, iniziò la decorazione della filiale del convento di Kopečk (Heilige Berg) presso Ołomouc. In un primo tempo eseguì gli altari di S. Pietro e di S. Maria Maddalena nel deambulatorio nonché l'altare nella cappella della Ss. Vergine. Il 21 sett. 1722 firmò il contratto per un'ulteriore decorazione della chiesa di Kopečk. Gli vennero affidate non soltanto le opere in stucco, ma anche i lavori architettonici, di scalpellatura, di pittura, di doratura.

Nonostante il cattivo stato di salute, il F. portò a termine i lavori. Nel 1726 erano pronti l'altare maggiore (i due Santi a tutto tondo e l'aureola vennero eseguiti dal F., il resto dai suoi collaboratori) e il tabernacolo d'argento che fu realizzato, secondo il progetto del F., dall'orefice Mikulas Indegrentz di Brno. In quello stesso anno il F. assunse, per l'esecuzione degli altari laterali, lo scalpellino Bernardo Fossati. L'ultimo altare, degli Angeli custodi, eseguito dai collaboratori, venne terminato nel 1731, ed i conti vennero regolati il 27 giugno. È questa l'ultima notizia sull'attività del F. in Moravia.

Egli, però, dovette eseguire, a Kopečk, anche gli angeli nel cornicione della navata centrale e progettare il coro, eseguito dai suoi collaboratori, che presenta un uso interessante delle fonti di luce. Suoi sono inoltre gli orriati e forse, addirittura, il progetto della facciata principale.

Contemporaneamente ai lavori a Kopečk il F. assolse anche altri incarichi. A partire dal 1724 si occupò della decorazione della chiesa e del convento dei cistercensi a Velehrad, progettata dal F. e per la maggior parte da lui stesso eseguita.

Opera sua sono, sui due altari del transetto, le figure a tutto tondo di S. Humbelina e di S. Benedetto, di S. Scolastica e di S. Bernardo; inoltre, su ambedue gli altari, le aureole con le coppie di Angeli. Nell'altare maggiore, progettato dal F., è esteso il contributo degli aiuti, ai quali si devono attribuire gli altari delle quattordici cappelle laterali della chiesa. Il F. eseguì invece la maggior parte delle decorazioni a stucco delle pareti e delle volte, con straordinaria inventiva e richiami, talvolta, alle sculture romane. Nella cappella reale adiacente alla chiesa esiste tuttora l'altare della Crocefissione, da lui stesso eseguito, dove il gruppo che attornia il crocefisso in legno, con le figure della Maddalena, di Maria e di S. Giovanni, ripropone, con qualche modifica, la composizione di G.B. Barberini nella chiesa parrocchiale di Castel San Pietro presso Chiasso. Nel refettorio del convento si trova un altro rilievo eseguito dal F. che raffigura la Madonna con il Bambino circondata da angeli.

Nello stesso periodo in cui era impegnato a Kopečk e a Velehrad il F. diresse la decorazione della residenza estiva dei cistercensi a Brenské Ivanovice. Di essa si sono conservati i soffitti di quattro stanze al primo piano e quello della cappella. Quest'ultimo è il meglio conservato e presenta due coppie di angeli in rilievo che sostengono medaglioni dorati con S. Benedetto e S. Bernardo.

Il convento di Velehrad negli anni 1725-34 eresse a proprie spese una chiesa dipendente a Polešovice. La decorazione a stucco dell'interno - tre altari, gli ordini architettonici nella navata, il tabernacolo e il pulpito - fu progettata dal F., ma non da lui eseguita. In quegli anni, infatti, il F. fu impegnato a tempo pieno per il convento di Hradisko: dei lavori eseguiti tra il 1725 e il 1727 sono andati distrutti un altare nella casa del capitolo e la decorazione nel refettorio invernale, realizzata insieme con lo stuccatore A. Ricca, mentre si è conservata la decorazione della sacrestia (1726).

La maggiore impresa a carattere civile è la decorazione a stucco del castello di Uherčice che era stato ricostruito dalla famiglia Berchtold nell'ultimo venticinquennio del Seicento. Poiché questa decorazione mostra nello stile chiare analogie con quella della casa in via Szczepanska a Cracovia, è da ritenere, con Pagaczewski (1909), che essa sia stata eseguita dopo il ritorno del F. a Cracovia (1704), negli anni 1706-1707, dato che nella stagione 1704-1705 egli era occupato a Hradisko.

A Uherčice gli stucchi, eseguiti dal F. con una minima partecipazione della bottega, si sono conservati in quattro sale del primo piano dell'ala settentrionale, nel corridoio, in quattro camere del primo piano dell'ala occidentale e nella cappella a pianterreno. Nella volta della cappella si trova uno dei migliori rilievi, L'Assunzione, attorniato da quattro medaglioni con i Padri della Chiesa in rilievo. Le decorazioni più interessanti sono quelle dell'ala settentrionale. La prima stanza ha quattro lunette decorate in rilievo con putti in vario assetto di guerra. La seconda ha putti che sostengono un tendaggio e due medaglioni con Scene d'amore di antichi cavalieri. La terza presenta quattro Duelli antichi su medaglioni in rilievo. La quarta, detta "sala dei Cavalieri", è decorata con due grandi rilievi con panoplie e Prigionieri di guerra, nonché con due grandi busti di imperatori.

Come risulta dal materiale d'archivio cecoslovacco e dai certificati di battesimo di Chiasso, il F. usava per lo più tornare in patria nel tardo autunno per ripartirne all'inizio della primavera per la Moravia. Fanno eccezione gli anni da lui trascorsi in Polonia, dove continuò a lavorare per tutto l'inverno. Fu forse per questo motivo che non vi mise su casa né accettò la cittadinanza di alcuna città della Moravia o della Polonia. La notizia secondo cui nel 1720 avrebbe assunto la cittadinanza di Brno riguarda in realtà suo figlio Michele. I denari guadagnati erano di solito da lui investiti a Chiasso o nei dintorni. Il 27 ottobre e il 24 nov. 1729 acquistò in due rate un immobile nei dintorni di Chiasso, che era appartenuto al defunto architetto Carlo Francesco da Silva.

Il F. morì nella sua casa, situata nei pressi di Chiasso, il 6 ott. 1733.

Il F. fu uno dei più importanti artisti dell'Europa centrale a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo. Nella sua vasta bottega, che comprendeva tutte le specializzazioni, egli assunse per lo più artisti della sua regione. Oltre agli stuccatori, ai lapicidi e agli scalpellini, il F. dava lavoro anche a pittori, spesso insigni, quali P. Pagani o I. Monti. È ancora da studiare la sua attività di progettista nel campo dell'architettura maggiore, mentre è certo che fece progetti di decorazione d'interni in tutti i settori. Nelle zone dove operò, cioè in Moravia e nella Polonia meridionale intorno a Cracovia, era ritenuto una autorità in materia, tanto che veniva spesso interpellato su problemi da risolvere.

Il contatto a Cracovia con il reverendo Sebastian Piskorski rafforzò le tendenze berniniane del F. applicate in particolare a due aspetti dell'illusionismo seicentesco: la pittura tridimensionale e la subordinazione alla luce. La cupola della chiesa di S. Andrea a Cracovia è la sua maggiore realizzazione per quanto riguarda l'uso di decorazioni in stucco e ad affresco. Nel campo dell'illuminazione il F. andò oltre lo stesso Bernini e i suoi imitatori romani. Nelle due chiese di Cracovia (5. Anna e S. Andrea) fece uso dei cosiddetti "pozzi luminosi", modellati su quelli dell'altare della cappella Cornaro in S. Maria della Vittoria; ma ottenne effetti particolari con la luce che, giungendo dalla finestra, dissolve la struttura dell'altare di S. Caterina in S. Anna tramutandolo in una nuvola, oppure concependo la finestra come un'aureola o come il quadro superiore dell'altare (molti esempi in Polonia, a Kopečk, Velehrad, Polegovice e altri). Il F. propagò in Polonia e in Moravia l'uso del finto marmo e della scagliola fino allora sconosciuta in quelle zone (nella bottega del F. gran conoscitore di quest'ultima tecnica era Francesco Torriani). Fu inoltre un vero maestro dello stucco, sia nei rilievi sia nella scultura a tutto tondo. Nei rilievi si servì di un repertorio tecnico eccezionalmente ampio: da parti che emergono totalmente dallo sfondo, fino a un disegno delineato a graffito sulla superficie; e spesso la gamma delle varie tecniche viene applicata nell'ambito di una sola figura. Questa maestria permise al F. di realizzare nel rilievo effetti sorprendenti di prospettiva lineare e aerea. Nella scultura figurativa a tutto tondo il F. è stato innanzitutto maestro nella resa dell'emozione, anticipando, in questo, l'arte del rococò (statue di Velehrad).

Il fratello del F., Francesco, nato a Chiasso il 17 ott. 1666 e anch'egli stuccatore, lo aiutò nella decorazione del palazzo vescovile di Kroměřiž (1691) e in quella del presbiterio della collegiata di S. Anna a Cracovia (1695: Buchowski, 1703). Si può supporre che Francesco abbia aiutato il fratello anche nei lavori che questi eseguì in Moravia fra il 1691 e il 1695, cioè la decorazione della cappella di S. Otilia nella parrocchiale di Vyškov (1692), della tromba delle scale e del refettorio nel convento di Hradisko, presso Ołomouc (1692-1694), e del palazzo a Šebetov (1694).

Il 29 ott. 1695 Francesco, generosamente ricompensato da Sebastian Piskorki, lasciò Cracovia per Ołomouc, dove morì (ibid.). Il 14marzo 1697, nella chiesa di S. Anna a Cracovia, si svolsero le sue esequie alla presenza del fratello.

Fonti e Bibl.: A. Buchowski, Gloria Dominisuper templum... Ecclesiae Collegiatae Crac. S. Annae..., Cracoviae 1703, pp. E, G, H2, (p. I 3 per Francesco); G.A. Oldelli, Dizionario storico ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, Lugano 1807, p. 27; A. Prokop, Markgrafschaft Mähren in kunstgeschichdicher Beziehung..., IV, Wien 1904, pp. 994 s., 1041 ss., 1050, 1083-1086, 1089, 1153, 1236, 1257, 1261-1266; I. Pagaczewski, B. F. w Krakowia (B. F. a Cracovia), in Rocznik Krakowski, XI (1909), pp. 1-50 (pp. 13 s. per Francesco); S. Turczynski, Przywynki do działalnokści B. F. w Krakowie (Contributi in merito all'attività artistica di B. F. a Cracovia), in Sprawozdania Komisji Historii Sztuki, IX (1915), pp. CXIII-CXIX; J. Pagaczewski, Geneza i charakterystyka sztuki B. F. (Genesi e caratteristiche dell'arte di B. F.), in Rocznik Krakowski, XXX (1938), pp. 3-48; F. Stolot, Nieznany model ołtarza do kośicioła iw. Anny w Krakowie (Modello inedito per l'altare della chiesa di S. Anna a Cracovia), in Biuletyn Historii Sztuki, XXX (1968), 2, pp. 222-226; Z. Mašlinska-Nowakowa, Literackie, źródła dekoracji koic. iw. Anny w Krakowie (Documenti scritti sulla decorazione della chiesa di S. Anna a Cracovia), in Rocznik Krakowski, XLII (1971), pp. 33-62; M. Karpowicz, Artisti ticinesi in Polonia nel '600, Bellinzona 1983, pp. 167-171, 175, ill. 193-205; Id., Barok w Polsce (Barocco in Polonia), Warszawa 1988, pp. 55 s., 302; Id., B. F. 1661-1733. Un beminiano ticinese in Moravia e Polonia, Lugano 1990 (con ampia bibl.); Id., B. F., Warszawa 1994; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 14.

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