BALIGNANO

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)

BALIGNANO

Roberto Abbondanza

Figlio del conte Giberto, apparteneva a una eminente famigha feudale. Arcidiacono della chiesa cattedrale di Fermo, successe al vescovo Liberto il 29 ag. 1145. In quello stesso giorno i suoi fratelli Bemardo, Rogerio e Rainaldo gli donarono il castello di Francavilla (odierna Francavilla d'Ete ?) "cum omnibus habitatoribus, ecclesiis et cum on-inibus pertinentiis". Nel marzo 1146, con numeroso seguito di ecclesiastici della sua diocesi, B. interviene al "concilium generale" indetto a Foligno dal legato apostolico della provincia d'Italia, Giulio cardinale del titolo di S. Marcello. Di questo concilio si sa soltanto che coincide con la consacrazione a S. Feliciano, il 10 marzo, della cattedrale di Foligno. Nel 1154 B. conferma i benefici concessi dai predecessori al monastero di S. Savino: "Illud autem de novo additum, ut in ecclesiis sibi subiectis abbas ipse sacerdotes collocaret et rationabiliter removeret ac legitime officii interdictione cohiberet". Rinnova poi, nel 1158, la concessione già fatta dal vescovo Liberto al monastero di, S. Maria in Porto presso Ravenna. Sembra anche - come documenta una bolla di Gregorio IX più sotto citata - che il nome di B. possa farsi a proposito del monastero di S. Croce sul Chienti: a coloro che in esso si trovavano sarebbe stato B. a concedere, in data imprecisata (la concessione venne ratificata da Alessandro III), di abbracciare la disciplina dell'Ordine cisterciense e di sottoporsi al monastero di Chiaravalle. Nel 1160 B. è fra i pochi vescovi italiani - di sedi per lo più comprese nei domini già della contessa Matilde, dipendenti poi feudalmente dall'imperatore - intervenuti dal 5 al 13 febbraio al concilio convocato dal Barbarossa a Pavia, dove è proclamato papa il cardinale Ottaviano da Montecelio col nome di Vittore IV e condannato Alessandro III. La sottoscrizione e il consenso di B. appaiono tanto sotto la lettera enciclica indirizzata a tutti i potentati ecclesiastici e laici per esporre i fatti che hanno condotto alla convocazione del concilio, quanto nell'"actio concilii", l'atto finale dell'assemblea. Non si sa se e quando B. ritornasse all'obbedienza dei papa legittimo, per il quale si erano schierati tutti gli altri vescovi del Piceno. Manca qualsiasi notizia di una deposizione di B., anche se è lecito immaginare che, inizialmente almeno, fosse compreso nei provvedimenti generali con cui Alessandro III reagì al "conciliabolo" pavese. È comunque certo che B. amministrò fino alla morte la Chiesa fermana, di una città cioè decisamente fedele al papa Alessandro.

Si rileva inoltre che il diploma imperiale del 1164,contenente amplissimi privilegi pel capitolo della cattedrale di Fermo, non fa menzione alcuna di Balignano. Ancora, Gregorio IX, alludendo in una bolla del 1236a favore del monastero di S. Croce sul Chienti a un vescovo che con tutta probabilità è B., lo definisce "bone memorie". D'altra parte l'argomento dei privilegi al capitolo fermano potrebbe valere anche in senso opposto come un favore, cioè, meritato per l'atteggiamento filo-imperiale del vescovo. E inoltre, sempre nel 1164, troviamo che i giudici del vicario imperiale Alberto vescovo di Trento emettono a Fano una sentenza favorevole a B. nella controversia che lo opponeva al marchese Guarnieri per il possesso di Morrovalle. Dai documenti appare che fin dal 1160i pienidiritti feudali esercitati da B. su Morrovalle "pro ecclesia firmana" erano stati contestati dal signore laico e che si erano avute anche delle ostilità di carattere militare nelle quali il vescovo aveva schierato in campo sue truppe.

Riconciliato o meno con Alessandro III, B. occupò la cattedra vescovile di Fermo, riconosciuto dai Fermani vescovo legittimo, fino al 1167, anno della sua morte. Del 1165 si possiede un atto di concessione feudale del "castrum Casale" da lui fatto mediante uno "scriptum convenientiae… in tertiam generationem", mentre non è certo che sia proprio B. il vescovo di Fermo, una lettera al quale di Alessandro III in materia matrimoniale è inserita nella Comf., II, lib. II, t. 12, e 5, e nelle p Decr. Greg. IX,lib. II, t. 20, e 24.

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