STREISAND, Barbra

Enciclopedia del Cinema (2004)

Streisand, Barbra (propr. Barbara Joan)

Patrick McGilligan

Attrice e regista cinematografica, cantante e compositrice statunitense, di famiglia ebrea, nata a New York il 24 aprile 1942. Artista completa e carismatica, dall'innato talento e dalla voce straordinaria, caratterizzata da una personalità forte e determinata, la S. si è imposta dalla fine degli anni Sessanta a Hollywood sia come attrice dotata di verve comica e di una notevole dose di ironia, sia come regista sensibile. Fervida democratica, femminista impegnata e sostenitrice di campagne per i diritti civili, nel corso della sua carriera, oltre ai riconoscimenti ottenuti in campo musicale, ha vinto l'Oscar come migliore attrice protagonista nel 1969 (condiviso con Katharine Hepburn) per Funny girl (1968) di William Wyler e nel 1977 come autrice, con Paul Williams, della migliore canzone originale (Evergreen) del film A star is born (1976; È nata una stella) di Frank Pierson.

Dopo aver frequentato la Erasmus Hall High School, la S. iniziò a esibirsi in alcuni nightclub del Greenwich Village, apparendo contemporaneamente in televisione prima di debuttare nel 1962 a Broadway nel musical I can get it for you wholesale in cui, nonostante una piccola parte, si mise in luce ottenendo buone critiche. Due anni dopo interpretò a teatro, sia a Londra sia a New York, il ruolo di Fanny Brice, attrice e cantante ebrea degli anni Venti e Trenta, che poi replicò anche al cinema nella sontuosa versione firmata da Wyler, Funny girl. La straordinaria performance, che le permise di rivelare il suo humour, il suo spirito mordace e provocatorio, con il quale avrebbe caratterizzato molti dei successivi personaggi, le consentì di ottenere un notevole successo e di entrare subito nel gruppo di attrici meglio pagate di Hollywood. Confermò poi il suo trascinante carisma di interprete e cantante in due altri musical, adattamenti di altrettanti successi di Broadway che però non ottennero il consenso sperato: Hello, Dolly! (1969) di Gene Kelly, al fianco di Walter Matthau, e il singolare On a clear day you can see forever (1970; L'amica delle 5 1/2) di Vincente Minnelli, accanto a Yves Montand. Con pari vivacità si dimostrò interprete ideale di commedie come The owl and the pussycat (1970; Il gufo e la gattina) di Herbert Ross, e What's up Doc? (1972; Ma papà ti manda sola?) di Peter Bogdanovich, in perfetto stile screwball, in cui è una ragazza sempre pronta a cacciarsi nei guai, ma decisa a conquistarsi le attenzioni di un impacciato musicologo (Ryan O'Neal, che avrebbe ritrovato successivamente in The main event, 1979, Ma che sei tutta matta?, di Howard Zieff). Nel 1973 affrontò invece un ruolo drammatico ‒ che le fece ottenere un'altra nomination all'Oscar e il David di Donatello come migliore attrice straniera ‒ in The way we were (Come eravamo) di Sydney Pollack. Storia d'amore fra un'intellettuale ebrea di sinistra (la S.) e uno scrittore di talento (Robert Redford), che si rivelerà incline ai compromessi, il film risulta anche un affresco di quindici anni di Storia americana (dalla fine degli anni Trenta al periodo della caccia alle streghe). Decisa a replicare il successo ottenuto (ma anche a superare la non brillante accoglienza tributata a Funny lady, 1975, di H. Ross) la S. si impegnò con entusiasmo nella produzione e nell'interpretazione di A star is born, secondo remake, decisamente non apprezzato dalla critica e ambientato nel mondo del rock, dell'omonimo film di William A. Wellman (1937), dopo quello realizzato da George Cukor nel 1954 e interpretato da Judy Garland.

Con Yentl (1983), che la S. ha interpretato, cosceneggiato, diretto e prodotto, condizionandone con la sua esuberante personalità gli aspetti positivi e quelli negativi, ha realizzato un'emozionante versione, accompagnata da una suggestiva colonna sonora, del racconto dello scrittore I.B. Singer: ambientato nell'Europa dell'Est agli inizi del Novecento, il film racconta la vicenda di una ragazza ebrea che per poter proseguire i suoi studi sul Talmud si traveste da uomo. A Nuts (1987; Pazza) di Martin Ritt, in cui la S. (produttrice del film oltre che curatrice della colonna sonora) ricopre il ruolo di una prostituta di lusso decisa a difendersi dall'accusa di omicidio come anche dal tentativo di farla passare per pazza, ha fatto seguito la sua seconda opera come regista, The prince of tides (1991; Il principe delle maree). Basato su un best seller di P. Conroy, e incentrato sui traumi infantili di un uomo (Nick Nolte) che troverà aiuto in una perspicace psicanalista (la S.), il film (in cui compare anche il figlio della S., Jason, avuto dal primo marito, l'attore Elliot Gould) ha ottenuto grande successo nonché sette nominations all'Oscar. Allontanatasi per qualche anno dal mondo del cinema per dedicarsi a nuove incisioni discografiche, l'attrice è successivamente tornata alla regia con la commedia sentimentale The mirror has two faces (1966; L'amore ha due facce), remake dell'omonimo film di André Cayatte (1958). In seguito si è dedicata prevalentemente all'attività musicale e a quella di produttrice televisiva.

Bibliografia

A. Edwards, Streisand: a biography, Boston 1997.

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