BARRIERA

Enciclopedia Italiana (1930)

BARRIERA (fr. barrière; sp barrera; ted. Schranke; ingl. barrier)

Gaetano Minnucci

È un ostacolo al passaggio: chiusura che può essere di vario materiale, ferro, legname, muratura o altro, fissa o mobile. Lungo le strade ferrate si pongono barriere nei punti dove la strada ordinaria per pedoni e veicoli incrocia la ferrovia. Esse consistono in ostruzioni mobili che si chiudono poco prima del passaggio dei convogli ferroviarî (v. passaggio a livello). Ora queste barriere mobili sono in gran parte abolite.

Barriera di città. - Le prime barriere, steccati, mura, terrapieni, ebbero semplice scopo difensivo, subordinandosi via via a più complesse ragioni militari, politiche, economiche, di controllo in genere. Quando le mura delle città acquistarono anche importanza costruttiva ed architettonica, le barriere, poste nei punti di accesso, furono studiate sotto varî punti di vista, non ultimo l'estetico, essendo esse la prima parte della città che si presenta agli occhi del forestiero.

In linea generale una barriera è composta di uno o due edifici fiancheggianti la via d'accesso; fra essi può esser posta una cancellata movibile. In questi edifici, nei tempi passati, trovavano posto anche i corpi di guardia destinati alla sorveglianza dell'accesso, mentre in prosieguo di tempo si conservarono le barriere soltanto ai passaggi della cinta daziaria. Per rispondere a questo scopo, l'utilizzazione degli edifici facenti parte della barriera diventava un po' diversa. Infatti se era sempre necessario un piccolo corpo di guardia, una eguale importanza assumevano i locali destinati agli uffici, alla visita, alla pesatura, alla direzione, senza tener conto dei locali accessorî. In Italia, abolito con l'aprile 1930 il dazio consumo, anche le barriere daziarie hanno perduto, naturalmente, ogni ragion d'essere.

La barriera, di solito in stretta unione con una porta di città, spesso con quella si confonde nella denominazione o è realmente un'unica cosa. A questo proposito è interessante osservare come nell'edilizia cittadina, dalla costruzione tipo porta di città - edificio piuttosto alto e massiccio di muratura, limitato nello spazio destinato al transito, e che adempiva a una funzione prevalentemente militare - si sia passati alla costruzione tipo barriera, di dimensioni modeste come parte muraria, senza carattere militare, solo capace di adempiere a funzioni di ricovero per il personale e di ufficio, e adatta a sostenere ampie chiusure mobili. Soltanto la preoccupazione estetica viene ad arricchire e a conferire veste architettonica a questo secondo tipo di costruzione.

Barriere si fanno oggi più spesso, e hanno anche maggior valore architettonico, all'ingresso di parchi, di giardini pubblici o di grandi ville. Il criterio organizzativo è sempre lo stesso, salvo che nell'edificio laterale, che quasi sempre è duplice e simmetrico perché l'effetto estetico sia monumentale, trovano posto un'abitazione per il custode, e alcuni locali di magazzini, depositi per attrezzi, ecc. Fra i due edifici, sorretti da pilastri o colonne, è la cancellata apribile. Il passaggio dei pedoni può avvenire attraverso due cancelli minori o sotto archi ricavati negli edifici. Un esempio magnifico è l'ingresso di Villa Umberto, già Borghese, a Roma, opera di Luigi Canina (1825).

Barriera corallina o madreporica: v. coralline, formazioni.

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