BARTOLINO da Novara

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARTOLINO (Bertolino, Bartolomeo) da Novara

Giovanni Mariacher

Figlio del maestro Giovanni da Novara, fu creduto da alcuni storici ferraresi (Guarini e altri) appartenente al casato dei Pioti di Novara, ma a torto, come chiarì il Campori. Non se ne conosce l'anno di nascita. Architetto degli Estensi a Ferrara, la prima notizia che lo riguarda è del 1368, quando Niccolò II lo inviò temporaneamente a Mantova presso Guido Gonzaga, suo alleato, per certi lavori. Altri documenti lo citano a Ferrara nel 1373 e nel 1376 come favorito presso il successore di Niccolò II, Alberto. Tra il 1385 e il 1387 fu incaricato di costruire il castello per gli Estensi a Ferrara, che egli edificò a pianta quadrata con torri d'angolo, sul tipo tradizionale dell'epoca. Sempre a Ferrara, nel 1392 riparò la tribuna della chiesa di S. Francesco dove costruì anche una cappella per sé, a proprie spese, ed una per Alberto d'Este. Su invito di Francesco Gonzaga, diede i disegni per il castello di Mantova (1395), dove poi si recò forse a varie riprese.

Il castello dei Gonzaga, forse il capolavoro di B., certo uno dei più maestosi e perfetti fortilizi del tempo, fu edificato ingrandendo e rifacendo una precedente più modesta costruzione; probabilmente alla fine del secolo era già terminato, benché sia stato detto (Paccagnini, p. 159) che i lavori erano ancora in corso nel 1406. B. pensò a una costruzione per uso di fortezza seguendo una concezione architettonica militaresca strettamente funzionale; infatti il castello dovette venire trasformato molto più tardi, quando Ludovico Gonzaga volle abitarvi. Questi e altri successivi interventi, dovuti agli architetti Giulio Romano e G. B. Bertani, modificarono in parte l'estemo e quasi del tutto l'interno, rispetto alle originarie strutture. Rimane però visibile ancora il robusto complesso nella poderosa impronta datagli da B., impostato su pianta quadrata con torri angolari, cinto da fossati con ponti levatoi, e camminamenti di ronda protetti dalle merlature.

B. dava intanto, a Ferrara, il modello per una nuova porta con torri nel castello, ed era impegnato a fortificare la porta di S. Biagio. Pur senza documenti, è attribuita a lui anche la chiesa di S. Maria delle Grazie in Ferrara (1399-1400) e quella di S. Lorenzo a Mortara. Sono infatti evidenti vari rapporti di struttura tra questi edifici, che però vanno anche connessi con l'attività lombarda di Bernardo da Venezia. Per la grande fama che B. aveva raggiunto quale ingegnere militare, fu chiamato da Gian Galeazzo Visconti, che nel 1400 lo inviava, insieme con Bernardo da Venezia, a Milano. Colà doveva dare un parere tecnico sulla costruzione della cattedrale, allora in stato avanzato, per la quale esistevano forti contrasti tra i vari maestri (cfr. Romanini e Mezzanotte, 1955).

Nel 1402 B. costruì il castello di Finale sul Panaro, nel Modenese: costruzione rifatta poi da Giovanni da Siena. Nel 1404 gli fu affidata l'erezione di bastioni difensivi lungo il Po, al confine con i territori della Repubblica veneta. Secondo notizie lasciate dai biografi (Frizzi), B. sarebbe stato anche l'architetto di Beffiore, la cittadina costruita presso Ferrara verso il 1392. A torto gli fu attribuito il castello di Pavia, che non mostra caratteri di fortezza, ma piuttosto di palazzo principesco.

B. fu richiesto dai Fiorentini per consulenze tecniche, mentre combattevano contro i Pisani (Ricci, 1892, p. 259).

Morì a Ferrara tra il 1406 e il 1410.

Fonti e Bibl.: J. Guarini, Compendio historico dell'origine... delle chiese... di Ferrara..., Ferrara 1621; A. F. Albuzzi, Memorie per servire alla storia dei Pittori, scultori e architetti milanesi, a cura di G. Nicodemi, in L'Arte, XIX (1956), p. 80 dell'Appendice; C. Frassoni, Memorie di Finale di Lombardia, Modena 1778, p. 35; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, III, Ferrara 1796, pp. 336-338; G. Campori, Gli artisti italiani... negli Stati Estensi, Modena 1855, pp. 378 s.; C. D'Arco, Delle arti e degli artefici di Mantova, Mantova 1857, 1, p. 92; L.N. Cittadella, Notizie... relative a Ferrara, I, Ferrara 1864, p. 350; Annali della fabbrica del Duomo, I, Milano 1877, pp. 213-215; App. I, ibid. 1883, p. 255; C. Magenta, I Visconti e gli Sforza nel castello di Pavia..., Milano 1883, pp. 83-85; G. Campori, Gli architetti... degli Estensi, in Atti e Mem. d. Deputaz. di storia Patria per le prov. modenesi, III, 1 (1883), pp. 11-16; G. Carotti, L'incendio del duomo di Milano, in Arch. stor. dell'arte, 11 (1889), p. 121; C. Ricci, Giovanni da Siena a Ferrara, Castello di Finale, ibid., V (1892), pp. 258 s.; G. Gruyer, L'Art ferrarais, Paris 1897, 1, pp. 265-269; F. Malaguzzi Valeri, La corte di Lodovico il Moro, I, Milano 1913, pp. 615-635; A. Luzio, La Gall. dei Gonzaga, Milano 1913, p. 20; A.Venturi, Storia dell'arte ital., VIII, 2, Milano 19241 p. 344; A. Foratti, Note sul castello di Ferrara, in Scritti in onore di C. Manfroni, Padova 1928, pp. 123 s.; N. Giannantonio, Il palazzo ducale di Mantova, Roma 1929, P. 108; C. Semeghini, Il Santuario della B. Vergine delle Grazie, Asola 1927, p. 17; F. Pezza, Il M. Bartolino da Novara, Mortara 1934; C. Premazzi, Il santuario di S. M.,delle Grazie, Mantova 1954, pp. 11 s.; G. Padovani, Architetti ferraresi, Rovigo 1955 ,pp. 16, 17, 19; A. M. Romanini, L'architettura viscontea nel sec. XV, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, p. 612; P. Mezzanotte, Il Duomo, ibid., pp. 891, 893; G. Paccagnini, Mantova, I, Mantova 1960, pp. 159-161; A. M. Romanini, L'architett. gotica in Lombardia, Milano 1964, 1, DIP. 131-136 e passim (con ulter. bibl.); II, tavv. 192B-194; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 557.

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