BIMBI, Bartolomeo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)

BIMBI, Bartolomeo

Silvia Meloni Trkulja

Figlio di Nicolò, nacque a Settignano il 15 maggio 1648; nel 1661 circa entrò alla bottega di Lorenzo Lippi, dove rimase fino alla morte del maestro (1665); di qui passò sotto Onorio Marinari. Dopo un viaggio a Roma con il cardinale Leopoldo de' Medici (in occasione del conclave da cui sarebbe uscito papa Clemente X, 1670), prese a lavorare per la corte e l'aristocrazia fiorentina.

Benché la sua formazione lo rendesse idoneo alla pittura di figura, il B. ci è noto, dalle fonti e dalle opere, quasi esclusivamente per la sua attività di pittore di nature morte "didascaliche" e "ritrattistiche" (nella sua opera, infatti, l'unica alternativa ai quadri di fiori, frutta e animali sono i ritratti). Singolare testimonianza dell'interesse scientifico tanto vivo negli ultimi Medici, il B. dipinge a grandezza naturale frutta spropositate, o animali con due teste portati dai contadini al granduca, gli uccelli migratori bloccati dall'intenso freddo del 1708nelle paludi pisane, un grosso lupo ucciso in Mugello, un inquieto gattopardo riportato da un esploratore ed esposto nel giardino di Boboli, frutta esotica, spighe multiple, ecc. Il ricupero di quest'attività, ampiamente testimoniata nella Vita manoscritta e inedita dedicata all'artista da F. S. Baldinucci, fu iniziato da G. Delogu, ma senza tener conto di questa importantissima fonte. Mentre tutta la critica anteriore, dal Lanzi al Marangoni, aveva considerato il B, soltanto mediocre fiorista, allievo di Mario de Fiori e di Angelo Gori - coi quali il rapporto fu invece di colleganza - il Delogu, ne riscoprì le divertenti frutterie, conservate nei depositi degli Uffizi, provenienti dalla villa medicea di Castello: piatti e canestri ricolmi di vari tipi di pere o di mele o di fichi dei poderi medicei, numerati e descritti sulla base di una colonna, o su un cartiglio che si srotola elegantemente dall'orlo del tavolo; talora, un cartellino pendente dal cesto o dal vassoio indica anche la stagione in cui i frutti maturano. Belli e svariati sono gli sfondi, dalla tenda di velluto trattenuta da cordoni dorati all'austero colonnato, dal graticcio della limonaia inquadrato da cariatidi sorridenti al cielo afoso dell'estate.

Il B. morì a Firenze il 14 genn. 1729.

Alle opere pubblicate o segnalate dal Delogu (1960) si possono aggiungere i Limoni della stessa villa di Castello (depositi delle gallerie fiorentine; foto Alinari 30521) e la ghirlanda di fiori intorno a una Madonna di A. D. Gabbiani, che si trova nel museo di Schleissheim. Questa va probabilmente identificata con quella eseguita, insieme a un pendant con Gesù entro ghirlanda di fiori, per l'elettrice palatina, secondo la notizia del Baldinucci, il quale ricorda altresì la collaborazione (1692) del B. con lo stesso Gabbiani e con P. Reschi alla decorazione degli specchi della galleria nel palazzo Medici Riccardi.

Spetta anche al Delogu (1960) l'aver rititracciato e pubblicato l'Autoritratto (Uffizi, inv. 1890, n. 1881), in cui compaiono fiori, e i Fiori firmati e datati 1716, passati nel 1927a una vendita Drouot a Parigi. Per la somiglianza con questi, egli attribuisce dubitativamente al B. anche i Fiori nn. 1098 e 2191 di Castello (depositi delle gallerie fiorentine), ribadendo però che, come fiorista, il pittore resta più convenzionale che nei "ritratti" di frutta. In occasione della mostra "La natura morta italiana" (1964-1965, Napoli, Zurigo, Rotterdam) molti altri dipinti sono venuti a testimoniare sia l'attività più antica sia quella più tarda del B., al quale vanno attribuiti (M. Gregori, 1964) anche "ritratti" di animali mostruosi (Vitella a due teste,Pecora a due teste, nei depositi delle gallerie fiorentine), già creduti di Andrea Scacciati. Su questa base, solidamente stabilita e suffragata da documenti e numerose opere, proseguono i ritrovamenti e le attribuzioni: resta però ancora da recuperare il B. pittore di figura, quale ci è attestato genericamente da N. Gaburri e più precisamente da F. S. Baldinucci per ritratti fatti a Roma e altri a fresco della famiglia Ubaldini a Firenze.

Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Naz. Centr., ms. Palat. 565: F. S. Baldinucci,Vite dei pittori, II(questa Vita è del 1729); Ibid., ms. E. B. 9. 5: F. M. N. Gaburri,Vite dei pittori, I, c. 389; G. Targioni Tozzetti,Relaz. di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, I, Firenze 1768, pp. 61 s.; L. Lanzi,Storia pitt. della Italia, Bassano 1809, I, p. 263; S. Ticozzi, Diz. dei pittori, I, Milano 1830, p. 165; F. Fantozzi,Nuova guida... di Firenze, Firenze 1842, p. 397 (cita due quadri di fiori in palazzo Capponi); Katalog der Königlichen Gemaldegalerie zu Schleissheim, München 1914, p. 24; M. Marangoni,Valori mal noti e trascurati della pittura italiana del Seicento in alcuni pittori di natura morta, in Riv. d'arte, XIII(1917-18). p. 29; A. Orvieto,Il nuovo Baldinucci, in Il Marzocco, XXXVI (1931), n. 47, p. 1; G. Delogu,Un nuovo piccolo maestro: B. B., in Emporium, LXVI (1960), pp. 59 s., ill. 1-9; Id., Natura morta ital., Bergamo 1962, pp. 88-95, r80, 185; S. H. Pavière, A Dict. of flower,fruit and still life Painters, I, Amsterdam 1962, p. 13; M. Gregori, in La natura morta ital. (catal.), Milano 1964, pp. 82-84; Exhibition of 16th,17th... old masters,Gall. Lasson, London 1966, n. 3: U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, p. 35.

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