ERBA, Bassano

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993)

ERBA, Bassano

Salvatore Vicario

Nacque a Settala (Milano) il 5 sett. 1906 da Luigi e da Teresa Garbelli. Laureatosi in medicina e chirurgia, si dedicò allo studio della lotta contro la tubercolosi mediante l'impiego dei vaccini. Questo tema, all'epoca approfondito da A. Ascoli, prestigiosa figura di ricercatore (si veda in Diz. biogr. d. Ital., XXXIV, pp. 187-190), lo aveva attratto fin da quando frequentava il quarto anno del corso universitario.

Subito dopo la laurea l'E. divenne assistente volontario nell'Istituto vaccinogeno antitubercolare (IVA) di Milano, fondato nel 1924 e diretto dall'Ascoli. Quando questi nel 1938, a seguito delle leggi razziali, fu costretto a lasciare l'Italia e a riparare negli Stati Uniti, l'IVA cessò la sua attività: l'E. entrò allora come assistente nell'Istituto di tisiologia dell'università di Milano, diretto da U. Carpi de Resmini, al quale rimase poi legato da profonda amicizia. Nell'arco dei dieci anni in cui l'IVA rimase chiuso egli si dedicò a una lunga serie di lavori scientifici, che gli avrebbero consentito di conseguire, nel 1952, la libera docenza in tisiologia.

Quando l'E. cominciò a lavorare con l'Ascoli, la terapia della tubercolosi era esclusivamente sintomatica, non esistendo in pratica farmaci in grado di inibire il bacillo tubercolare. Gli sforzi dei clinici erano tesi alla ricerca di valide misure profilattiche, consistenti soprattutto nel migliorare le condizioni igieniche e nel tentare di indurre una valida e persistente immunità contro la malattia. Erano quindi di grande attualità le ricerche sulla preparazione e sull'impiego di vaccini antitubercolari.

Il metodo di vaccinazione che adottarono prima l'Ascoli, poi l'E. (e, dopo la sua morte, A. Giobbi, che dal luglio 1965 gli successe alla direzione dell'IVA), era quello conosciuto come metodo "BCG" (bacillo di Calmette e Guérin). La metodica, basata sull'impiego di un ceppo di bacilli tubercolari di tipo bovino a virulenza attenuata da una serie di ripetuti passaggi in subcolture, messa a punto da L. C. A. Calmette, C. Guérin, L. Négre e A. Bouquet (cfr. Sur la vaccination prévéntive des enfants nouveau-nés contre la tuberculose par le B.C.G., in Annales de l'Inst. Pasteur, XLI [1927], pp. 201-232), aveva dato luogo a discussioni e dispute scientifiche. Anche in Italia non mancarono medici che ne mettevano in dubbio l'efficacia e la sicurezza. L'E., però, seppe operare con grande attenzione e rigorosa prudenza, e fece tenere sotto controllo i primi vaccinati nei dispensari antitubercolari di Milano, Torino, Trieste e Fiume.

Finita la guerra, l'IVA venne riaperto e l'Ascoli tornò ad assumerne la direzione. Dopo la sua morte (avvenuta nel 1957), nel 1959, l'E. gli successe sia nella direzione dell'Istituto sia in quella della rivista Notiziario d. Istituto vaccinogeno antitubercolare (che sarebbe divenuta nel 1961 Profilassi attiva della tubercolosi. Notiziario IVA e nel 1965 Rivista dell'Istituto vaccinogeno e dei Consorzi provinciali antitubercolari), fondata dall'Ascoli nel 1951 e nella quale ancora nel 1958 l'E. figurava solo come membro del comitato di redazione. Con l'assunzione della responsabilità direttiva, iniziò per l'E. un periodo di ancor più intensa attività indirizzata a seguire i nuovi studi sul BCG e i suoi più recenti metodi di applicazione e a raccogliere dati statistici in tutto il mondo: era infatti sempre più saldo in lui il concetto della necessità di vaccinare il più largamente possibile la popolazione italiana, suffragato dall'esperienza di altre nazioni ove ormai il metodo era da tempo attuato. Egli riteneva utile diffondere la conoscenza diretta della tecnica di preparazione del BCG e dei numerosi controlli effettuati per garantire la purezza del vaccino, l'innocuità e la vitalità dei germi impiegati. La consapevolezza della diffidenza verso il metodo di vaccinazione di non pochi sanitari e pazienti lo spingeva con tenace volontà a battersi a ogni livello per superare preconcetti, remore e cavillose preferenze per l'uno o l'altro tipo di vaccino. Lo turbava soprattutto l'indifferenza della classe politica nei riguardi di così complessi problemi scientifici e pratici (cfr. la sua introduzione all'edizione del 1949 della Guida villit).

Fu autore di numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto riguardanti argomenti di epidemiologia e profilassi della tubercolosi, tra le quali si ricordano: Vaccinazione o chemioterapia profilattica?, in Notiziario IVA, VIII (1958), p. 5; L'applicazione, generalizzata o limitata, della chemio o dell'antibioprofilassi neisoggetti viventi in ambiente contagiante, con osenza viraggio allergico, sarà superiore a quelladella vaccinazione nel compito di ridurre la mortalità e la morbosità tubercolare?, ibid., IX (1959), pp. 251-258; Anche la vaccinazione con BCG deve sottostare alla legge immunologica del "richiamo", ibid., p; 357; Si consolida tra i Consorzi della Lombardia la collaborazione per il programma di vaccinazione BCG, ibid., p. 359; La vaccinazione non più come suggerimento ma come norma esplicita di profilassi antitubercolare - Una nuova responsabilità per i Consorzi antitubercolari, in Profilassi attiva d. tubercolosi. Not. IVA, XII (1962), p. 261; Il posto della vaccinazione antitubercolare nel calendario delle vaccinazioni, ibid., XIII (1963), p. 281 (con M. Coronelli). Fu anche direttore, dal 1948, della Guida villit, rivista fondata da G. Redaelli nel 1907 col titolo di Villeggiature italiane: Milano in campagna: nel periodico, che diffondeva notizie di carattere medico-climatologico, l'E. curava il settore che forniva un quadro sintetico dei sintomi e della terapia di alcune forme morbose.

L'E. morì a Milano il 1º maggio 1965.

Fonti e Bibl.: Notizie sulla vita e le opere dell'E. sono state fornite dal figlio Sergio e dal Comune di Settala. Necrologi, in Profilassi attiva d. tubercolosi. Notiz. IVA, XV (1965), pp. 5, 98, 100, e in La Notte, n. 139, 1965, p. 7.

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