BASTIDE

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1992)

BASTIDE

E. Guidoni

Con il termine francese b. si indicano i centri di nuova fondazione costruiti in Francia tra la prima metà del sec. 13° (1220 ca.) e la seconda metà del sec. 14° (1370 ca.). Si tratta di alcune centinaia di insediamenti, in prevalenza di piccola o media dimensione, fondati su iniziativa dei re francesi e inglesi, di abbazie o di signori feudali e costituenti nel complesso, per i caratteri di originale e spiccata regolarità di impianto, il più omogeneo e rilevante gruppo di città nuove medievali.Lo studio delle b., iniziato ca. un secolo fa e ricco ormai di innumerevoli contributi di storia locale, ha ricevuto nuovo impulso da Higounet (1975; 1984; 1986) che, evidenziandone la matrice cistercense, ne ha indagato ogni aspetto sotto il profilo storico, geografico ed economico. Più recente l'attenzione all'analisi dei loro caratteri progettuali, a livello urbanistico e architettonico.La grande varietà d'impianto delle b., dovuta a fattori sia geografici sia di successione storica, esclude che se ne possa analizzare la tipologia nell'ambito di un'unica categoria storico-critica. In questa sede è opportuno concentrare l'attenzione soltanto su quegli esempi di più matura e realizzata regolarità geometrica che documentano con abbondanza di testimonianze un'arte di costruire la città che influenza in modo determinante altre regioni europee (città nuove dell'Italia, dei territori a E dell'Elba colonizzati da popolazioni germaniche, ecc.), imponendo i suoi modelli ideali, esattamente costruiti su moduli ricorrenti.Una matrice culturale cistercense, direttamente discendente dall'impianto architettonico delle abbazie e, per quanto riguarda le piazze porticate, del chiostro, si può riconoscere già in quel prototipo delle b. che può essere considerata Montauban (dip. Tarn-et-Garonne). La piazza quadrangolare porticata, luogo del mercato, è matrice dell'impianto regolare dei lotti circostanti e l'intero organismo si struttura, con un adattamento al terreno che non sacrifica la regolarità, intorno alla doppia croce di strade che determina, al suo incrocio, la piazza stessa. Nasce così lo schema più originale e diffuso, che elide dal disegno complessivo sia il perimetro esterno sia gli edifici religiosi, concentrando ogni valenza progettuale nel rapporto interno tra la piazza, le strade e gli isolati.Tra i diversi aspetti caratterizzanti le b. sono stati approfonditi dalla storiografia quelli delle motivazioni economiche, politiche e militari della loro fondazione (particolarmente rilevanti lungo la frontiera continuamente mutevole della guerra anglo-francese). Un particolare contratto di paréage stabilisce di norma, all'atto dell'impianto, le condizioni fiscali e di popolamento tra la proprietà della terra, il signore della b. e i nuovi abitanti. L'impianto delle città nuove procede di solito individuando un preciso territorio agricolo e un'area dove costruire l'abitato: il primo viene suddiviso in campi da coltivare (di solito a vigna), il secondo in lotti per le case e gli orti (per es. in numero di mille a Beaumont-de-Lomagne, dip. Tarn-et-Garonne). In molti casi nella carta di fondazione sono indicate le misure dei lotti, la larghezza delle strade principali e secondarie, l'ampiezza delle piazze; resta di solito al di fuori del progetto originario il tema della cinta difensiva, assai spesso più tarda e scarsamente armonizzata con l'impianto interno.La classificazione tipologica di matrice geografica non rende ragione della qualità spaziale di molte b., né della particolarità di alcune fondazioni eccezionali per dimensioni, originalità e datazione. È quindi opportuno, nell'esaminare alcuni tra i tipi e gli esempi più rilevanti, fare riferimento soprattutto alla determinazione architettonica e geometrica del progetto, nonché al rapporto con altre fondazioni e con lo sviluppo dell'urbanistica europea tra 13° e 14° secolo.All'origine del periodo creativo più fecondo si trovano le fondazioni di Aigues Mortes (v.) e di Carcassonne (dip. Aude, 1247), che non rientrano a rigore nella categoria delle b. per la loro eccezionalità: la prima è una città portuale ideata come luogo di raccolta per le spedizioni crociate in Terra Santa, la seconda una città nuova di pianura che si accosta all'antica roccaforte di sommità e ne rappresenta l'ampliamento moderno. Entrambe presentano un reticolo stradale regolare, ma non ancora l'impianto canonico della piazza, che si impone solo con Lisle-sur-Tarn (dip. Tarn, 1248).L'impianto, complesso e frammentato, ma studiato nei dettagli, è incentrato sulla grande piazza porticata, un fuori-scala che nasconde la più minuta trama degli isolati circostanti, in rapporto diagonale non diretto con la chiesa. Anche le irregolarità esterne (vie divergenti delimitanti un trapezio) rientrano, come dimostrano moltissimi altri esempi successivi, in una progettazione tecnicamente esatta e innovatrice che conduce a precoci esperimenti di tridenti.Uno schema più standardizzato e quindi più semplice si realizza nell'ambito della vasta opera di fondazione di b. svolta da Alfonso di Poitiers. Sainte-Foy-la-Grande (dip. Gironde), fondata nel 1255, può considerarsi il nuovo prototipo urbano: l'elemento fondamentale, la piazza quadrata porticata, pur situata nell'angolo dell'insediamento, ne governa la geometria anche per il rapporto diagonale con la chiesa, che qui forse è stato attuato per la prima volta. È già molto evidente, nel disegno complessivo, l'importanza della croce doppia di strade che stabilisce le coordinate dell'insieme e porta, all'interno di una griglia indifferenziata, l'influenza della piazza.Con Damazan (dip. Lot-et-Garonne, 1256) ci si trova di fronte a un organismo perfettamente controllato nel suo impianto architettonico: la croce doppia di strade, generatrice della piazza-mercato, determina da un lato l'addensarsi delle costruzioni lungo i due assi ortogonali dell'insediamento, dall'altro un'articolazione matura del rapporto con la piazza, sulla quale affacciano quattro isolati eguali e simmetrici. Questo modello, già evoluto anche per la larghezza variabile delle vie principali e secondarie, venne seguito più o meno fedelmente nei decenni successivi.Contemporanea è la fondazione di Monflanquin (dip. Lot-et-Garonne, 1256 ca.), dove a una certa irregolarità di esecuzione si accompagna un perfetto equilibrio tra il complesso della piazza-mercato porticata (nella quale, come in molti altri esempi, il centro è occupato da una tettoia lignea), la chiesa e l'insieme degli isolati rettangolari. Nove anni più tardi nella grande fondazione di Villeneuve-sur-Lot (dip. Lot-et-Garonne, 1264) il sistema piazza-chiesa viene ripetuto in forme più imponenti e in posizione più centrale; anche qui, come nell'esempio precedente, una griglia di allineamenti diagonali, che trova la sua origine negli angoli della piazza (cornières) e nella veduta di spigolo della chiesa, traduce di fatto in relazioni spaziali il procedimento tecnico del controllo delle diagonali operato sul terreno mediante corde. Questa concezione, profondamente gotica nell'evidenziare le linee di forza, più che le simmetrie statiche, si ripete con poche varianti nei complessi piazza-portici-chiesa delle b. che, pur nella varietà delle dimensioni e della forma complessiva, appaiono ispirate a un unico modello: Monségur (dip. Gironde, 1265), Libourne (dip. Gironde, 1270), Miramont-de-Guyenne (dip. Lot-et-Garonne, 1278), Sauveterre-de-Guyenne (dip. Gironde, 1281-1283), Monpazier (dip. Dordogne, 1284) e altre. Attraverso un gran numero di esperienze diversificate e sempre più tecnicamente controllate (Monpazier inaugura una nuova serie di b. estremamente regolari nell'esecuzione) si precisano le varianti del modello con piazza centrale e croce doppia di strade, capace qualche volta di strutturare in senso nettamente cruciforme l'impianto e che appare come una vera e propria esercitazione su un preciso tema di città ideale.Negli anni ottanta del sec. 13° giunge quindi a completa maturazione un modello progettuale standardizzato che, al limite, può essere anche descritto con uno schema grafico unico ma differentemente applicato alle diverse situazioni contingenti. Il superamento di questo schema, consistente in una piazza quadrata porticata, in una doppia croce di strade e nel rapporto diagonale con la chiesa, rientra nel quadro di un processo europeo che vede l'affermarsi di una spazialità più uniforme e statica, impostata sulla centralità delle funzioni e della visione, sull'assialità, sulla simmetria e sulla rinuncia all'accentuazione lineare e ottica della diagonalità.Non è estraneo a questa maturazione l'intenso scambio culturale con l'area italiana (esperienze urbanistiche comunali): se l'impianto della nuova Firenze arnolfiana risente dell'influenza delle b., la distesa spazialità già prospettica degli ultimi anni del secolo produce altri schemi, più statici e bloccati ma anche più maturi, diretto preludio delle città ideali rinascimentali.Gli elementi principali di queste innovazioni, in parte collegate all'attività di Eustache de Beaumarchais ma caratterizzanti le fondazioni appartenenti anche ai primi decenni del Trecento, possono essere considerati: la piazza di più ampie dimensioni (quadrata o rettangolare), condizionante l'intera immagine urbana; la posizione della chiesa, non più solo diagonale ma assiale, fuori o dentro la piazza, o, in alcuni casi, situata nel centro; l'attenzione per il perimetro urbano, tracciato con un intreccio di figure quadrangolari o con l'aiuto di un cerchio; il tessuto residenziale, sempre più geometricamente definito e qualche volta uniforme.L'estrema varietà degli esempi non ne consente una descrizione dettagliata; ci si limita quindi a ricordare le b. che, per la qualità progettuale e l'originalità del loro impianto, assumono l'importanza di veri e propri prototipi urbani. Mirande (dip. Gers, 1281) ha la chiesa assiale e gli isolati quadrati; Marciac (dip. Gers, 1288) rappresenta certamente un insieme di innovazioni rilevanti: la grande piazza rettangolare, la chiesa orientata lungo l'asse longitudinale, i lati minori delimitati da semicerchi sia pure non regolari; Grenade (dip. Haute-Garonne, 1290) di Eustache de Beaumarchais ha un impianto a griglia regolarissimo con isolati rettangolari: una sola fila di isolati quadrati e la posizione della chiesa rappresentano l'ultimo residuo formale dello schema cruciforme delle strade doppie originate dalla piazza quadrata; Tournay (dip. Hautes-Pyrénées, 1307) è frutto di una progettazione interamente incentrata sulla grande piazza quadrata, intorno alla quale si dispongono in doppia fila i lotti residenziali. La ricerca di una nuova spazialità centralizzata, riassunta interamente nella grandiosa piazza quadrata di quasi m. 100 di lato, si conclude con Revel (dip. Haute-Garonne, 1343), dove lo spazio aperto centrale rappresenta un definitivo salto di scala rispetto alla trama viaria.Nel loro complesso, le b. costituirono il massimo sforzo di razionalizzazione della forma urbana prodotto nell'età medievale, limitatamente alla dimensione della piccola comunità o, comunque, della fondazione a prevalente carattere agricolo. La cultura agrimensoria e architettonica sottintesa alla creazione di tanti insediamenti e di tante varietà di soluzioni spaziali non fa riferimento soltanto all'apporto cistercense, ma, più in generale, alla ricerca teorica maturata in ambito gotico e, come tale, suscettibile di diffusione e di articolate derivazioni in ambito europeo. Rispetto alle nuove fondazioni di area tedesca, che dalle b. sembrano derivare gli elementi costitutivi (la piazza centrale, la regolarità dell'impianto ripetitivo di ricorrenti tipologie), le città nuove della Francia sudoccidentale si distinguono certamente per una maggiore inventiva e per una più matura regolarità delle soluzioni architettoniche.Ricchissime sono le testimonianze edilizie e monumentali coeve o di poco posteriori all'epoca della fondazione che ancora consentono di valutare la qualità costruttiva: sono soprattutto i portici delle piazze, in legno o in pietra, il mercato coperto centrale, quasi sempre in legno o con pilastri in muratura, la chiesa, nonché abitazioni in struttura mista in pietra e a graticcio ed elementi delle fortificazioni. L'insieme dei modelli che vengono così trasmessi al primo Rinascimento ha svolto certamente un ruolo importante nell'ulteriore definizione di quell'ideale di 'città perfetta' che, in molte b., appare già pienamente realizzato. Rispetto alle città nuove rinascimentali e anche rispetto ai modelli architettonici medievali (le abbazie e le grandi fabbriche civili), le b. appaiono estremamente regolari nell'impianto viario e nella struttura degli edifici pubblici, assai meno per quanto si riferisce invece all'edilizia privata. Ciò deriva, come in gran parte delle città nuove dei secc. 13° e 14°, dalla relativa indipendenza delle singole costruzioni da ogni rigida normativa e quindi dall'esecuzione differenziata nel tempo e suddivisa in singoli cantieri anche degli spazi collettivi di rigida unità formale (la piazza). Un'unità d'insieme, in qualche caso, è stata recuperata da rifacimenti successivi (come nella piazza di Montauban), mentre sia nelle soluzioni d'angolo (cornières) sia nei portici prevale quasi ovunque la misura della facciata della singola casa, corrispondente di solito a due arcate.

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