BATTHYANY

Enciclopedia Italiana (1930)

BATTHYANY

Antonio Aldásy

. Antica famiglia ungherese di principi e di conti. La famiglia anticamente veniva chiamata Eörsi, dal nome della località di Kövágó-Eörs (nella provincia di Zala). Il capostipite è probabilmente il gastaldo Miska (1207-1227). Il castello di Batthyán, che diede il nome alla famiglia, fu conquistato nel 1398 da Giorgio Kis, castellano di Esztergom (Gran) nel 1401, e da allora in poi si riscontra nei documenti il nome di Batthyány. Nei secoli XV e XVI fra i membri della famiglia ebbero una certa parte nella vita politica del paese Boldiszár e Francesco (1497-1520), il primo come prefetto della provincia di Vas, poi come bano della Bosnia, il secondo come prefetto, gran coppiere, tesoriere e bano della Slovacchia. Francesco nel 1523 ebbe in dono il castello di Németujvár, dal quale la famiglia prese il prenome. La famiglia rappresentata dai figli di Francesco Batthyány, Giorgio e Gaspare, ebbe il titolo baronale nel 1628, Adamo, poi, nel 1630, ebbe il titolo di conte. Un altro Adamo dello stesso ramo (16621703) sposò la contessa Eleonora Strattmann, onde i discendenti del suo primogenito, possessori del fidecommesso Straumann, presero il nome di Batthyány-Strattmann. Il secondogenito di Adamo, Carlo, nel 1769 ebbe dall'imperatore Francesco I il titolo di principe dell'impero, il quale titolo, spentosi il ramo di Carlo con i suoi figli, passò al fratello di Carlo, Luigi e ai suoi discendenti. Dopo la scomparsa del ramo di Luigi, il titolo di principi passò a Lálszló, proveniente dal ramo dei conti, con il diritto di continuare il nome di Batthyány-Strattmann. Il ramo dei conti, nel sec. XVIII, si divise in altri rami. Lo stemma della famiglia, confermato nel 1500 dal re Vladislao II, rappresenta una triplice collina verde in campo azzurro, dalla quale si alza una roccia dorata, con sopra un pellicano bianco con le ali spiegate che dona il suo sangue a due suoi nati; sulla collina di destra un leone d'oro, tiene in bocca a sghembo una spada curva con l'elsa dorata.

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