BAYREUTH

Enciclopedia Italiana (1930)

BAYREUTH (A. T., 56-57; anticamente Bojer-reut "novale Bojorum")

Gastone ROSSI-DORIA
Elio MIGLIORINI Anton ECKARDT Ermanno LOEVINSON

Città della Baviera posta tra il Giura e la Foresta di Franconia, a SO. del Fichtelgebirge, a 344 m. sul mare, attraversata dal Meno Rosso (Roter Main) e situata per la maggior parte sulla sinistra di questo fiume, dove la valle si allarga. È capoluogo del distretto dell'Alta Franconia.

Situata in una posizione simile a quella di Bamberga, Bayreuth è importante punto d'incrocio di molte strade e soprattutto di quella che da Ratisbona, risalendo il Naab, affluente del Danubio, permette un facile passaggio nel bacino del Reno e qui s'incontra con le strade che risalgono l'Eger (affluerlte dell'Elba). La densità della regione non è troppo alta, oscillando tra i 45 e i 50 abitanti; la popolazione è prevalentemente dedita all'agricoltura. L'industria (che occupa circa un quarto degli abitanti) si è sviluppata di recente con grandi officine tessili, fabbriche di birra, alcool, aceto. Da 24 mila abitanti nel 1885, Bayreuth è aumentata a 35.306 nel giugno 1925.

Monumenti. - Il Duomo è una vasta basilica gotica del 1438-68. Fra il 1705 e 1711, fu costruita la chiesa dell'ordine di S. Giorgio su progetto di G. V. Gedeler, a croce greca, con matronei. L'oratorio della fondazione Gravenreuth fu costruito nel 1741 da J. G. Weiss. La chiesa dell'ospedale, opera del Saint-Pierre, ha forma quadrata con soffitto dipinto dal Wunder. La chiesa del Castello, anch'essa opera del Saint-Pierre (1753), ha stucchi di Martino Petrozzi. Nel Castello vecchio il nucleo, a torre ottagonale, risale al sec. XVI; la rampa a chiocciola, accessibile anche alle carrozze, è del 1610, il rimanente è posteriore al 1667. Le facciate sono di Ch. Ph. Dieussart. Parte dell'edificio è in rovina, dopo l'incendio del 1753. All'interno, di antico v'è solo una scalinata. Il Castello nuovo fu pure costruito dal Saint-Pierre nel 1754: è una lunga e stretta costruzione, solo nella parte centrale d'una qualche importanza architettonica. Nel salone delle feste le decorazioni rococò sono del Petrozzi. La cancelleria, costruita nel 1625 da Abraham Schade, è di stile rigidamente classico. La Temperanza e la Giustizia, sul portale, sono di Abraham Gross da Kulmbach. Le facciate furono prolungate simmetricamente nel sec. XVIII.

Il Teatro dell'opera risale al 1744-48, la sua disposizione interna è dovuta a Carlo Bibiena da Bologna, su disegno del padre Giuseppe; la facciata è del Saint-Pierre. Sorprende il palcoscenico per la sua profondità di trenta metri, grande quanto la platea. Il complesso costituiva la più splendida cornice per la nobiltà di corte. Lo stile dell'edificio è una bella variante del Barocco italiano, e il suo pregio viene accresciuto dalla rarità dei teatri del sec. XVIII.

Numerose sono le case private di stile Rinascimento con loggiati a più piani. Allo stesso stile appartiene anche il municipio nella Maximilianstrasse. Nel sec. XVIII fu adottato un altro tipo di gusto francese. Costruttori principali furono il Saint-Pierre e Karl Philipp Gontard, che costruì la farmacia reale, il palazzo Reitzenstein, la casa dell'associazione armonica, presso il Castello vecchio e vicino alla sua propria casa.

Notevole è il monumento equestre a Cristiano Ernesto fatto da Elia Ranz il giovane su progetto di Leonardo Dientzenhofer; tra i castelli dei margravî, dei dintorni di Bayreuth, quello di St. Georgen è opera di J. D. Ranz il giovane (1725): conservato solo in parte, e ora reclusorio. L'Eremitage, cominciato nel 1720 e nel 1736 adattato a resideriza estiva per la margravia Guglielmina, è di architettura d'ordine rustico: notevole la sala per musica di ricco stile rococò. L'Orangerie, posteriore al 1740, fu eseguita dal Saint-Pierre: con colonnato a emiciclo ha graziosi stucchi; nel centro del loggiato si vede il Tempio del Sole. Il castello Fantaisie, terminato nel 1765 e modificato più volte, e quello di Sanspareil con parco, grotte artificiali, teatro all'aperto, stanno andando in rovina.

Bibl.: B. Roeser, Die Markgrafen-und Wagnerstadt, Bayreuth 1897; F. H. Hofmann, Bayreuth u. seine Kunstdenkmäler, Monaco 1902.

Storia. - Bayreuth, di cui non è documentata l'esistenza prima del sec. XII, dal 1231 è chiamata città. In possesso dei conti di Sulzbach, passò nel sec. XII ai conti di Andechs-Merania e da questi, estintisi nel 1248, ai burgravî di Norimberga (Hohenzollern). Il burgravio Federico V divise nel 1398 i possedimenti della sua casa in Franconia; creò così due margraviati distinti, l'uno dei quali, con Bayreuth, prese il nome dalla capitale Kulmbach, l'altro da Ansbach (v.). Completamente distrutta per rappresaglia durante le guerre ussitiche, Bayreuth fu riedificata dal margravio Giovanni (1440-1457). I due margraviati, che fra il 1474 e il 1603 erano tornati a unirsi sotto un solo sovrano, passati agli Hohenzollern di Brandeburgo, furono un'altra volta divisi: allora Bayreuth soppiantò Kulmbach come capitale e dopo il 1604 dette il nome al margraviato toccato a Cristiano (morto nel 1655). I nuovi margravî si diedero ad abbellire la città, portandola a un'altezza ben superiore a quella che le risorse del minuscolo stato potessero comportare.

Spentosi con Federico Cristiano (1763-1769) il ramo di Bayreuth, il margraviato si riunì a quello di Ansbach, finché, nel 1791, furono ambedue ceduti dal margravio Alessandro alla consanguinea casa di Prussia. In seguito alla pace di Tilsit (1807) Bayreuth passò alla Francia, ma nel 1810 Napoleone cedeva la città e il territorio, definitivamente, alla Baviera.

Bibl.: C. Meyer, Quellen zur Geschichte der Stadt Bayreuth, Bayreuth 1893; C. de Turnon, Die Provinz Bayreuth unter französischer Herrschaft (1806-1810), Wunsiedel 1900; J. W. Holle, Geschichte der Stadt Bayreuth von den ältesten Zeiten bis 1900, 2ª ed., Bayreuth 1901. - Per altre indicazioni bibl. vedi ansbach.

La vita musicale. - Nel mondo musicale il nome di Bayreuth è legato al nome di Riccardo Wagner: presso questa città il maestro scelse infatti il luogo per il suo teatro, e nel Hofgarten fece costruire la villa Wahnfried, da lui abitata negli ultimi anni della sua vita Non lontana era anche la casa dove morì, nel 1886, Franz Liszt.

Questa scelta rispondeva alle esigenze poste dal Wagner, per quel che doveva essere il nuovo teatro, fin dal primo concepimento della tetralogia nibelungica, come risulta dalle lettere del 12 novembre 1851 a T. Uhlig e del 30 gennaio 1852 a F. Liszt. Già allora il maestro pensava a un luogo "attraente e solitario, lontano dalle fumose e graveolenti officine, dalla pesante civiltà cittadina". E avvertiva che al più avrebbe potuto pensare a Weimar, ma per certo non mai a città più grande. A Bayreuth l'attenzione di Wagner non si rivolse però che dopo molto tempo, quando la mole dell'opera ormai compiuta, e, dall'altra parte, l'esito non lieto di varî tentativi (tra i quali va ricordato quello patrocinato, nel 1864, da Luigi II di Baviera per la costruzione d'un teatro wagneriano a Monaco su progetto di quello stesso architetto Semper cui si deve il teatro bayreuthiano) rendevano urgente una definitiva risoluzione. Fermatasi la scelta, nel 1871 Wagner lascia la residenza di Triebschen per stabilirsi a Bayreuth. L'arte wagneriana aveva ormai ottenuto sì largo consenso nel mondo intellettuale che già nello stesso anno 1871 fu possibile iniziare e portare avanti una vendita di mille azioni da trecento talleri per sostenere le spese necessarie alla costruzione. Ai primi frutti della sottoscrizione s'aggiunsero subito versamenti di varia provenienza (specialmente da parte dei primi Wagnervereine), abilmente posti in valore da un comitato cui presiedeva il banchiere F. Feustel, del Wagner ammiratore ed amico; e in ultimo, in grazia d'un forte contributo (200.000 talleri) del re di Baviera, fu possibile considerarsi fuori d'ogni penosa incertezza.

I lavori, che erano stati iniziati il 22 maggio 1872, con solennità di discorsi e di musiche, secondo i piani del Semper e gli studî dello stesso Wagner, richiesero varî anni, così che l'inaugurazione ufficiale ebbe luogo soltanto nell'agosto del 1876, con la prima rappresentazione dell'intera tetralogia L'Anello del Nibelungo.

La singolarità della costruzione bayreuthiana (il Festspiel haus, che si erge sulle pendici di una collina a nord della città), in tutto rispondente ai postulati del maestro, consiste soprattutto nella disposizione della sala (un settore di circolo che accoglie una platea a gradinata ascendente verso una fila di palchi addossati al fondo della sala, e fiancheggiata da ambo i lati da una serie di quinte, normali alla gradinata) e nella collocazione dell'orchestra in un ridotto che s'estende fin sotto il palcoscenico. In virtù di tale disposizione e d'un singolare effetto di prospettiva la scena attrae a sé l'attenzione dei convenuti più di quel che di solito non avvenga nei teatri comuni, ove la sala stessa giunge a distrarre il pubblico col suo proprio sfarzoso apparato. D'altra parte l'invisibilità dell'orchestra dovrebbe contribuire, secondo il Wagner, all'effetto suggestivo, quasi mistico della rappresentazione drammatico-musicale. A questo proposito va però osservato che il ridotto o "golfo mistico", come lo si chiama comunemente, s'addice soprattutto all'esecuzione di drammi wagneriani, e ha motivi anche d'ordine acustico, in quanto tende a fondere maggiormente le sonorità e ad attutirle sì da consentire quella chiara comprensione delle parole che altrimenti l'orchestrazione wagneriana non renderebbe possibile.

L'esempio bayreuthiano è stato tuttavia imitato in molti teatri, oltre che con l'uso, nella sala, d'una illuminazione assai discreta, anche con l'adozione del golfo mistico e non soltanto per i drammi di Wagner; segno evidente del prestigio esercitato in tutto il mondo musicale, dal 1876 fino ad oggi, dalla cosiddetta tradizione di Bayreuth. A questa tradizione s'informano del resto, quale più quale men fedelmente, quasi tutte le imprese di rappresentazioni wagneriane, non tanto nell'allestimento scenico, oggi talvolta variamente modificato secondo nuove concezioni, quanto nell'interpretazione drammatica e musicale; e seguono perciò i criterî direttivi dei cosiddetti Festivals che di anno in anno (con qualche interruzione) hanno riportato sulla scena bayreuthiana, a cura di Cosima e di Sigfrido Wagner, le opere del maestro, rendendo la piccola città della Franconia una meta di devoti pellegrinaggi.

Dal 1876 in poi, sotto la direzione dei maestri H. Richter, H. Levi, F. Fischer, R. Strauss, A. Seidl, K. Muck, S. Wagner, M. Balling si sono date 167 rappresentazioni del Parsifal (l'opera che per il suo carattere di trascendenza non si voleva, da parte della famiglia Wagner, eseguita fuori di Bayreuth), 22 rappresentazioni dei Maestri cantori, 27 dell'Anello (nella sua integrità), 24 di Tristano e Isotta, 21 del Tannhäuser, 16 del Lohengrin, 12 del Vascello fantasma. La direzione del Festival del 1930 è affidata ad Arturo Toscanini.

Bibl.: M. Seiffert, Am B.s Musik Vergangenheit, in Allgem. Musikzeitung, 1874; A. Lavignac, Voyage artistique à Bayreuth, Parigi 1892; A. von Puttkamer, Fünfzig Jahre Bayreuth, Berlino 1927. V. poi wagner e la relativa bibliografia.

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