Behavioral law and economics

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

behavioral law and economics

Giacomo Rojas Elgueta

Metodo di analisi del fenomeno giuridico che, oltre a utilizzare gli strumenti della microeconomia, fa propri gli insegnamenti provenienti dalla psicologia cognitiva. In particolare, la disciplina della b. l. and e. studia il comportamento umano al fine di prevedere in che modo gli individui rispondono agli incentivi posti dalle norme giuridiche. L’obiettivo è quello di costruire un modello di individuo più realistico rispetto a quello astratto e semplificato dell’homo oeconomicus (➔), così da poter anticipare in modo più attendibile, rispetto all’analisi economica del diritto tradizionale, le risposte dei singoli ai diversi regimi giuridici.

La behavioral law and economics come sintesi di due differenti approcci

L’approccio ‘behavioral’ non si propone di superare il metodo ‘law and economics’ (➔ economia e diritto), bensì tenta di offrire all’analisi economica del diritto tradizionale strumenti più adeguati a una completa comprensione dell’individuo. Pertanto, il metodo  b. e quello della l. and e. condividono il medesimo obiettivo, cioè quello di verificare come la legge possa incentivare comportamenti efficienti, volti alla massimizzazione della ricchezza sociale.

Tradizionalmente, la l. and e. ha fatto propria la teoria microeconomica neoclassica della scelta razionale, in forza della quale si presume che gli individui siano attori razionali ed egoisti, in grado di porre in essere scelte capaci di massimizzare la loro utilità attesa. La b. l. and e., invece, prendendo come punto d’avvio del ragionamento non l’homo oeconomicus, bensì quello reale, mette in discussione la capacità predittiva della teoria della scelta razionale. Attingendo dai risultati cui è pervenuta la psicologia cognitiva, prende atto che gli individui soffrono di limiti cognitivi, i quali determinano deviazioni sistematiche dal comportamento razionale e, conseguentemente, da scelte in grado di massimizzare la loro ricchezza. In particolare, secondo la prospettiva della b. l. and e., gli individui, in luogo di avere preferenze stabili, aspettative razionali e una ottimale capacità di processare le informazioni, mostrano in modo sistematico di soffrire di una razionalità limitata (bounded rationality), di una volontà limitata (bounded willpower) e di un egoismo, inteso come tendenza a soddisfare il proprio interesse limitato (bounded self-interest).

L’analisi degli errori cognitivi

Al fine di introdurre norme giuridiche efficienti, la b. l. and e. ritiene essenziale tenere conto degli errori cognitivi in cui incorrono le persone. Infatti, una volta preso atto che ogni individuo è potenzialmente affetto da illusioni cognitive o deviazioni sistematiche da un ragionamento astrattamente efficiente, lo scopo del legislatore non è più (solo) quello di proteggere quegli individui che ‘patologicamente’ deviano dal modello dell’homo oeconomicus perché incapaci di intendere o di volere, bensì quello di correggere, per la generalità dei soggetti di diritto, comportamenti che possano portare a un market failure (➔ mercato, fallimenti del).

Il primo momento di confronto tra l’approccio b. e quelllo della l. and e. deve essere fatto risalire al dibattito che si è sviluppato intorno al teorema di Coase (➔ Coase, Ronald Harry) e, in particolare, con riguardo a quell’errore cognitivo che prende il nome di endowment effect, ossia la tendenza degli individui a non essere disposti a rinunciare ai diritti di cui sono già titolari anche laddove, inizialmente, non avrebbero avuto motivo per acquisirli. Grazie agli studi condotti dagli psicologi D. Kahneman e A. Tversky (Choices values and frames, 2000), gli errori sistematici nei processi decisionali individuali sono tipicamente distinti in procedimenti euristici (heuristics) e pregiudizi (biases).

Procedimenti euristici

Si definisce availability heuristic la tendenza degli individui a sovrastimare la rilevanza di eventi salienti o memorabili e a ignorare dati statistici più affidabili; l’anchoring è la tendenza a fare eccessivo affidamento su un singolo particolare di un’informazione molto più articolata, così da alterare l’intero processo decisionale; il framing si riferisce alla possibilità che gli individui modifichino il risultato finale della loro scelta a seconda della cornice entro cui la scelta viene loro proposta.

Pregiudizi

Si definisce hindsight bias la tendenza degli individui a stimare un determinato evento come altamente probabile dopo che l’evento si è effettivamente verificato; status quo bias è l’errore cognitivo sistematico, che si traduce in una forte resistenza a modificare una situazione data e preesistente; l’over optimism bias è la tendenza dei soggetti a credere che le loro probabilità di subire un evento avverso siano più basse rispetto alla media; il self serving bias è la tendenza degli individui a interpretare le informazioni in un senso a loro favorevole; l’hyperbolic discount è la preferenza individuale di un’utilità immediata, pur essendo possibile ottenere un’utilità maggiore con un’attesa limitata.

Norme imperative

Una possibile soluzione alle diverse forme di razionalità limitata si trova con l’adozione di norme imperative volte a proteggere gli individui dalle scelte da loro stessi poste in essere (approccio paternalistico). Da segnalare la proposta avanzata dai sostenitori del cosiddetto libertarian-paternalism che, in luogo di suggerire l’introduzione di norme imperative, sostengono l’utilizzo di norme dispositive o di default, capaci di orientare gli individui verso scelte efficienti, lasciandoli tuttavia liberi di optare per soluzioni alternative.