BEISAN

Enciclopedia dell' Arte Antica (1959)

BEISAN (Bēt Shěān, Bēt Shān, più tardi Bēshān; Σλυϑόπολις)

M. Avi-Yonah

Località della Palestina, situata in una fertile vallata che unisce la pianura di Esdrelon al bacino del Giordano, abitata fin dal Calcolitico (4° millennio a. C.). Le prime case erano semplici buche-abitazioni, alcune con pareti di mattoni piano-convessi; una città cananea prese ben presto il posto di queste abitazioni primitive; ma di tale età sono stati investigati finora solo i livelli più alti (una spedizione del Pennsylvania Museum ha compiuto ricerche nella località dal 1922 al 1933). La città fa la sua apparizione in piena luce storica sotto il Nuovo Regno d'Egitto (xviii-xix dinastia), quando la sua posizione strategica sulla strada che mette in comunicazione l'Egitto con la Siria la rese una delle principali piazzeforti dei Faraoni in Palestina (e tale B. si mantenne nei tre secoli successivi), paragonabile solo a Gaza, situata nella parte meridionale. I resti della dominazione egizia sono costituiti da quattro templi e una fortezza, rispettivamente del regno di Sethos I, di Ramesses II, di Merenptah e di Ramesses III (secondo l'opinione di B. Mazar; A. Rowe li considera anteriori). Nei templi è stata trovata, oltre alla loro pianta, anche una grande quantità di materiale figurativo ed epigrafico, che ha notevole importanza per la storia della religione cananea. Il tempio di Sethos I è un cortile - o una sala - quasi quadrato (m 10 × 9), con un'anticamera e banchi tutto intorno; alcuni gradini conducono a un livello più alto. II tempio di Ramesses Il (originariamente attribuito a Sethos I) aveva, all'incirca, la stessa pianta, ma il tetto della sala, che copriva metà del cortile, posava su due pilastri e aveva al centro un altare; nella stanza interna, a cui si accedeva per mezzo di una scala, era posto un altro altare, con il piano superiore inclinato; intorno alla sala si aprivano alcuni ambienti simili a magazzini. Dei due templi di Ramesses III, quello meridionale aveva un vestibolo di circa m 15 × 3, che probabilmente doveva accogliere sacerdoti o guardiani; la sala principale (m 22 × 7) aveva un tetto sostenuto da sei colonne disposte in due file, ed era circondata da magazzini o celle. Il tempio settentrionale era più piccolo (circa m 20 × I 11,5o); il tetto posava su quattro colonne e probabilmente la luce vi penetrava da un lucernario. La torre fortificata (migdol) attribuita a Merenptah (originariamente ad Amenophis III) era di forma quadrata, con un'entrata fiancheggiata da due torri più piccole; l'interno, protetto da grosse mura, aveva cinque stanze e una scalinata. Al migdol erano uniti una casa di abitazione e un silos rotondo della capacità di m3 42,715.

I molti ritrovamenti di B. comprendono: incensieri a forma di casa o di vaso, con motivi decorativi di serpenti che hanno una parte prevalente nell'insieme decorativo; inoltre statuette di Astarte e di altre divinità, di colombe, ecc. Furono inoltre ritrovate due stele con iscrizioni (di Sethos I e di Ramesses II), una statua di Ramesses III seduto, un bassorilievo rappresentante il Bacal locale (chiamato Mikal, una figura barbuta con copricapo a punta e corna, adorato alla moda egizia). Un altro ritrovamento è un pannello di basalto di stile sirohittita rappresentante, in bassorilievo, il combattimento tra un leone e un cane da guardia. Un'ascia di bronzo di forma particolare ha un parallelo nelle sculture hittite di Boǧazköy. Sarcofagi antropoidi, che hanno una lontana somiglianza con le custodie delle mummie egiziane, sono stati attribuiti, nella relazione degli scavi, alle truppe filistee che erano di guarnigione a B. prima della caduta dell'impero egizio; un'opinione più recente li attribuisce ai Popoli del mare, la cui invasione, nel 1194 a. C., pose fine alla dominazione egizia sulla città. B. non fu conquistata nel primo periodo della dominazione israelitica, e soccombette solo al re David. Alcune tombe dell'Età del Ferro sono quasi gli unici resti dell'occupazione israelitica della città.

Nell'epoca ellenistica B. ebbe il nuovo nome di Scitopolis (forse in memoria dell'invasione scitica alla fine del VII sec. a. C.?). Essa fu ellenizzata rapidamente e completamente. Sulla sommità della collina dell'antica B. (Tell el-Husn) è stato scoperto un tempio ellenistico (m 28 × 6), composto di pronao e cella (lunga 7 m); ma nell'epoca ellenistica la città si estese intorno al tell (collina) nella pianura. Un'iscrizione greca e alcune monete rivelano il culto di Zeus-Dioniso e la divisione della città in quartieri. Fra gli avanzi ellenistici fu trovata anche una bella testa di Alessandro, del tipo lisippeo. Dopo l'intervallo, relativamente breve, della dominazione dei Maccabei (107-63 a. C.) Scitopolis fu fatta rifiorire da Pompeo come città romana; per un certo tempo essa divenne perfino il quartier generale della Decapoli (lega di dieci città al di là del Giordano). La popolazione giudaica vi rimase; una placca di osso, rappresentante il candelabro a sette bracci (měnõrāh) e altri oggetti rituali, dimostra la sua permanenza a B. in pieno secolo quinto.

In epoca bizantina Scitopolis raggiunse il suo più alto grado di sviluppo. Un'area assai estesa intorno al tell fu cinta di mura nel V sec., la città divenne capitale della provincia Palaestina II. Le condizioni fiorenti di B. e della regione circostante sono testimoniate dal ritrovamento di numerosissimi pavimenti a mosaico del VI sec.; fra questi sono alcuni dei più belli trovati in Palestina. Un monastero, dedicato verso il 553-4 da una ricca matrona alla Vergine Maria, aveva i pavimenti decorati con una grande varietà di rappresentazioni musive, comprendenti, fra l'altro, scene di villaggio (vendemmia, un suonatore di flauto, un negro che conduce una giraffa); nella sala d'ingresso vi era una raffigurazione dei Dodici Mesi, disposti a raggiera, ciascuno occupato in una attività agricola, e, intorno ad essi, erano le raffigurazioni del Sole e della Luna (v. Mesi). Il pavimento di una cappella sepolcrale aveva una decorazione a viticci, i cui medaglioni contenevano figurazioni di un torchio da vino, cacce e scene bucoliche; i Dodici Mesi erano di nuovo rappresentati nell'anticamera. Altri resti bizantini comprendono un gruppo di case notevolmente ben costruite e fornite di fogne, nella città; e inoltre, sulla cima del tell, una chiesa rotonda con un'abside sporgente e un nartece; essa aveva circa m 27,5 di diametro. Tutto l'insieme dell'altura serviva allora da cittadella, era cinta di mura, aveva la sua porta e, internamente, una strada lastricata. Dopo settecento anni di prosperità, B. decadde (in particolare, rovinarono i lavori di fognatura, a causa della conquista araba); fino al 1948 la città rimase nelle condizioni di una miserabile borgata di campagna.

Bibl.: A. Rowe, Topography and History of Beth-Shan, Filadelfia 1930; G. M. Fitzgerald, The Four Canaanite Temples of Beth-Shan, 3 voll., Filadelfia 1930-1940; J. Simons, Opgravingen in Palestina tot aan de balling-schap (586 v. Chr.), Roermond-Maaseik [1935], pp. 97-106, 283-289; G. M. Fitzgerald, A Sixth-Century Monastery at Beth-Shan, Filadelfia 1939; J. Ben-Dor, Guide to Beisan, Gerusalemme 1943; M. Avi-Yonah, in Quart. Dept. Antiq. Palestine, V, 1936, p. 11 ss.; B. Mazar, in Bull. Israel Explor. Soc., XVI, 1951, pp. 14-19.

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